Le cose cambieranno o sarà così per sempre?

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Messaggio  Lau_ra Mer Dic 28, 2011 5:35 pm

Sono una ragazza di 21 anni. Ho una famiglia normale, i miei genitori si amano e mi hanno sempre incoraggiata e sostenuta in ogni esperienza della mia vita. Ho sempre avuto un carattere introverso e una perenne "malinconia" fin da bambina. Ho cominciato presto a collezionare fallimenti o iniziare cose che poi non avrei finito,questa è una delle mie caratteristiche. Anche nelle piccole cose ho la tendenza ad essere inconcludente o a scoraggiarmi ancora prima di iniziare. Ero una bambina molto timida e attaccata a mia madre,che ha tentato per prima cosa la via dello sport, come si fa quando si comincia a pensare alla salute e alla vita sociale dei propri figli. Ma io non volevo saperne di confrontarmi con gli altri o di sentirmi al centro dell'attenzione, meno che mai avrei voluto far parte di una squadra, per non avere il peso della responsabilità degli errori. A scuola sono stata un disastro a partire dalle elementari. Adesso che ho cominciato a cercare l’origine dei miei problemi, ho capito che già da allora avevo difficoltà a concentrarmi o a gestire il tempo. I miei genitori lavoravano molto e non avevano tempo per accertarsi ogni giorno che avessi fatto il mio dovere, e forse attribuivano alla timidezza il motivo degli scarsi rendimenti scolastici, che sono andati avanti fino ad oggi. La mia adolescenza è stata, come per tanti, abbastanza triste, penso per via dell'aspetto fisico e del carattere poco socievole. Ho coltivato delle amicizie malate con persone che ritenevo superiori a me in tutto e per tutto e che ammiravo e odiavo allo stesso tempo non potendo essere anche io così normale e felice . In un certo periodo ho cercato di sfogarmi con le persone che ritenevo ingiustamente migliori e a volte credo di avere sfiorato la cattiveria. Crescendo il mio aspetto è cambiato e ho provato una certa soddisfazione in questo, considerandola una rivincita verso chi mi aveva preso in giro e fatto star male. Ma da allora è cambiato solo l’aspetto. La malinconia è diventata qualcosa di più, e non sono mai riuscita ad apprezzare niente della mia vita. Ho avuto due storie con due ragazzi prima di quello attuale, una persona splendida. Studio quello che “mi piace” se si può ancora dire che ci sia qualcosa che mi piace. Arrivo alla fine delle giornate senza sapere cosa ho fatto di utile e senza sapere perché ho perso tanto tempo. Non riesco a gestire il mio tempo e ho problemi con il sonno. Il sonno è una cosa che non riesco a capire, mi sento trascinata da lui e tante volte ho pensato che l’origine dei miei problemi fosse proprio questo. A volte dormo più di dodici ore di fila svegliandomi a fatica. Periodicamente soffro di disturbi intestinali o di gastrite, e facendo esami che risultano negativi, il dottore non può che consigliarmi di convivere con la mia emotività e i problemi annessi. Questo è un ulteriore ostacolo per le mie giornate. Mi sento spesso incapace di provare emozioni e penso di poter fare a meno di chiunque o di non sentirne la mancanza. Non ho uno scopo, non vedo un futuro, tutto mi sembra enormemente faticoso e non riesco a trovare le forze per porre fine a questa situazione. Non riesco a prendere decisioni, neanche nella quotidianità. Ricordo a fatica qualsiasi cosa, noto di avere sempre meno memoria. In generale non c’è niente di equilibrato in me. Alterno giorni di abbuffate di ogni tipo di cibo a giorni di digiuno perché magari dimentico semplicemente di mangiare. Ultimamente ho avuto dei buoni periodi e ogni volta ho creduto di essere uscita dalla trappola ma non era mai vero. Mi chiedo se un giorno possa finire tutto questo, o se almeno possa smettere di illudermi che sia finita per non avere la delusione di capire che invece ci sono ancora dentro fino al collo. La mia vita ormai è divisa in due fasi: la fase in cui cado nel buio e quella in cui credo di poter rivedere la luce. Adesso però comincio a non sperarci più e mi preoccupa molto il fatto che mentre io soffro e cerco di divincolarmi da questo malessere, la vita non mi aspetta e il tempo sta passando senza che nulla cambi in me. Nel rapporto con il mio ragazzo ovviamente i miei problemi diventano i nostri problemi. Le mie insicurezze, la mia frustrazione e insofferenza verso la vita, si riversano sulla persona che più si prende cura di me. A volte sento di non riuscire più ad amare. Anche l’aspetto sessuale del rapporto risente delle mie paure e il desiderio a volte è quasi inesistente. Non mi sento bella e ho paura di non piacergli. Ho una persona che mi vuole bene e io riesco a rovinare anche questo. Ho notato che non riesco più a tollerare i difetti delle persone e questo ha creato il vuoto attorno a me allontanando anche amicizie importanti, per piccoli errori o aspetti della personalità che non riuscivo a sopportare. Non esco, odio i luoghi affollati e le persone in generale, passo il mio tempo in casa o a lezione criticando quello che c’è fuori e che non mi piace,di cui non voglio fare parte. Ormai ho salvato pochissime persone a questa selettività drastica,e nonostante tanta gente manifesti simpatia nei miei confronti, io so di essere sola. Sola con i miei pensieri contorti che mi disturbano e mi impediscono di fare la vita che vorrei e che potrei avere, la vita che assaporo in quei giorni in cui vedo la luce. Le cose che penso più spesso sono quelle che più mi spaventano. Una di queste è il tradimento, in ogni rapporto umano. Ho sempre avuto paura della cattiveria delle persone. Penso anche al sesso e a quanto questo sia per me così oscuro . Per un lungo periodo ho sognato di essere stuprata. Spesso ho sognato in modo molto realistico di avere il pene e di masturbarmi. Per me il sesso e il genere maschile è qualcosa di sporco e infimo. Tuttavia io preferirei essere un uomo. Vedo invece le donne come degli esseri furbi e meschini, e forse il mio desiderio di essere un uomo deriva proprio dalla visione di castigo che si può attribuire all’atto sessuale. Spesso sono infastidita dalla presunzione dell’uomo nel distinguersi dagli animali senza saperlo dimostrare e dai vincoli che si è auto imposto creando questo mondo sbagliato. Ho paura di impazzire o di diventare un peso per gli altri.
A volte piango senza motivo e mi vengono conati di vomito e non capisco più se sto piangendo perchè ho paura dei conati o se ho i conati perché sto piangendo. A volte alterno momenti di allegria spropositata ad altri di disperazione. Ho reazioni esagerate oppure totalmente apatiche. Mi commuovo davanti a un prato verde, un temporale, un paesaggio naturale intatto. Dubito di ogni persona e penso che chiunque sia capace di fare cose orribili, compresi i miei parenti o le persone vicine a me. Credo che l’uomo sia un animale egoista e crudele e vorrei non fare parte di questa specie. Io mi sento diversa dagli altri ma non so se lo sono davvero. Vedo ingiuste le persone perché le valuto prendendo come unico esempio me stessa. Mi ritengo buona rispetto agli altri e mi sembra di non sbagliare mai dal punto di vista del rispetto. Come si può vivere in mezzo a qualcosa che non ti piace ? E’ come abitare con degli sconosciuti e non sentirsi mai a casa. Non faccio altro che cercare una soluzione e pensare che sia possibile cambiare soltanto con qualcosa di drastico. Vorrei essere utile a chi sta peggio di me, ma la verità è che non so fare niente e non saprei da dove cominciare per rifarmi una vita e trovare un modo per fare del bene agli altri per sentirmi meno ladra di un posto nel mondo. Non so se per una persona come me valga la pena vivere. Niente ha un bel sapore, niente mi fa stare veramente bene. Non ho voglia di raggiungere un obiettivo, non ho voglia di riprovare in continuazione a raccogliere le forze per ottenere qualcosa, non ho voglia di sentirmi stanca,di avere sempre sonno,di sentirmi inutile e irriconoscente verso i miei genitori, irriconoscente verso la vita che non so apprezzare. Ho pensato tante volte di risolvere tutto questo togliendomi la vita. Talmente tante volte che ormai quando ci penso non mi prendo neanche più seriamente. E penso a cosa farebbe mia madre, penso se si sentirebbe in colpa. Poi però penso che se non riesco a farlo allora c’è ancora un po’ di speranza. Forse una parte di me sa che può passare, che andrà meglio. Vorrei tanto sapere se è così,se le cose potranno mai cambiare per me, se un giorno potrò essere normale o almeno migliorare. Vorrei far parte di quelli che vivono,e non di quelli che si preoccupano di come farlo senza riuscirci, lasciando che il tempo li calpesti. Vorrei amare e odiare intensamente, godermi i bei momenti, lottare per qualcosa e provare soddisfazione per averla ottenuta. Vorrei sapere se qualcuno come me è guarito da questo male e può dirmi che ha avuto anche lui voglia di farla finita ma che è acqua passata.
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Messaggio  merla Gio Dic 29, 2011 2:24 pm

Lau_ra ha scritto: Mi ritengo buona rispetto agli altri e mi sembra di non sbagliare mai dal punto di vista del rispetto.

Veramente da quanto hai scritto nel thread, sembra che tu pensi esattamente il contrario, cioè che tu sbagli tutto e gli altri no. :-)

A parte questo, perché le cose cambino, in genere, bisogna cambiare per primi. Hai mai pensato di rivolgerti a uno psicologo?
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Messaggio  Lau_ra Gio Dic 29, 2011 4:28 pm

Sbaglio tutto, è vero, per quanto riguarda me. Ma non mi sento una brutta persona, mentre noto negli altri comportamenti sbagliati che non capisco e che io non avrei mai. Mi rendo conto di essere troppo esigente e di pretendere la perfezione nelle persone che mi stanno vicino. Comunque no, non mi sono mai rivolta ad uno psicologo. Lo so che per ottenere dei cambiamenti devo voler cambiare io per prima. Il punto è come farlo? Se sapessi come si fa e se fosse possibile, non avrei scritto qui
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Messaggio  merla Gio Dic 29, 2011 5:23 pm

Scusa, ogni tanto il dono della sintesi mi rende antipatica. :-)

Dal tuo messaggio più o meno sembrava di capire che tu non hai mai chiesto aiuto di nessun genere, psicologico o psichiatrico, ma che in ogni caso di senti responsabile per come sei.
Un percorso psicologico ben fatto potrebbe aiutarti a star meglio e a goderti un po' più la vita: si tratta comunque di un percorso lungo e il cui risultato dipende da tante variabili. Oltretutto potrebbe anche scoperchiare pentole che uno tendenzialmente preferirebbe lasciar coperte, vale a dire che "forse" se convivi con tutto questo malessere, possono esserci ragioni di base di cui magari tu non sei neanche consapevole.

Oppure, potresti provare a parlare con un medico, visto che hai anche delle somatizzazioni, e vedere se non è il caso di adottare un approccio psichiatrico. Non te l'ho scritto inizialmente perché per ragioni personali sono diventata un po' scettica nei confronti dell'approccio farmacologico, ma in ogni caso, se un medico lo ritiene necessario, è una strada che spesso dà dei risultati, oltretutto più a breve termine e con meno sforzo dell'approccio psicologico. Sulla base del tuo primo post, sinceramente non saprei dirti.

Oppure (e in contemporanea) potresti provare a cambiare le tue abitudini di vita: importi un'alimentazione sana e regolare, attività fisica regolare, un ritmo sonno-veglia stabile. Secondo me in sé non risolve, ma sicuramente abitudini sane influiscono molto sullo stato dell'umore.

In ogni caso con delle ideazioni suicidarie, io non trascurerei e cercherei un colloquio con uno psicologo o uno psichiatra.

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