Piaceri

In quanti hanno difficoltà a capire quello che a loro piace o piace fare nella vita? Io tutti i discorsi sul "cosa senti dentro di te" non li capisco proprio

Ho sempre avuto molte difficoltà, e certamente gli episodi di depressione o il carattere melanconico non aiutano a interpretare la direzione delle proprie spinte pulsionali o a individuare con sicurezza delle attività che possano sembrare immediatamente piacevoli.
Per cominciare, a me "ciò che piace" e "ciò che piace fare nella vita" sembrano due cose abbastanza diverse o addirittura molto distanti.
Questo perché i piaceri che ho saputo riconoscere, da quando ho raggiunto l'età per sentirmi in diritto e in dovere di procacciarmeli, sono sempre stati piaceri poco evoluti, piaceri insocievoli e quasi sempre di puro consumo, nonché sicure fonti di dipendenza. "Ciò che piace fare nella vita", come concetto, mi rappresenta un livello di sublimazione e di organizzazione a cui sono potuto approdare solo tardivamente, malgrado me stesso e per effetto di traumi, sconfitte e delusioni, di vincoli esterni, del mio invecchiamento e del decadimento della mia capacità di mantenere un alto interesse per i piaceri più semplici e meno evoluti. L'unica forza che mi ha consentito di affidarmi a questi processi lenti, apparentemente privi di direzione, frustranti, è stata la riserva di curiosità che oggi riguardo come il più prezioso alleato nel mio rapporto soccombente con codesto mondo dei piaceri e delle attività piacevoli: l'attitudine cioè a restare vigile, in attesa di qualcosa, disponibile a fare tentativi e desideroso di capire cosa mi accadeva, e di rivedere a ritroso il sentiero che avevo seguito, anche quando le fonti del mio piacere si consumavano, si esaurivano, non erano più attingibili, e non sapevo a quale potenza rivolgermi perché mi restituisse le forze nel momento in cui sentivo di procedere per inerzia e di attraversare lunghe fasi di anedonia. La curiosità mi si presenta insomma come una specie di piacere dei piaceri, o di funzione vicaria che in qualche modo tiene il posto dei piaceri, quando questi mancano e non ho la fantasia di inventarne di nuovi.