Uscire dopo anni dalla depressione è possibile?

Buongiorno,
ho una domanda la quale spero risponderete con onestà.

Secondo la vostra esperienza o quella di amici/conoscenti è possibile sconfiggere definitivamente al 100% depressione maggiore e disturbi di ansia generalizzata?

Mi spiego meglio: è possibile che dopo anni di trattamenti farmacologici e piscoterapia si riesce definitivamente a guarire e a smettere di assumere farmaci?


Lo chiedo perché mi sembra dalla mia esperienza e da quello che ho potuto constatare leggendo esperienze di altre persone che tali malattie non scompaiano mai.
Si hanno sempre ricadute.
Una volta che se ne hanno avute 2 o 3 la depressione si cronicizza e prima o poi torna sempre.
Come se si avesse una certa fragilità verso tale malattia e ogni volta che si verifichino eventi stressanti c'è il rischio che esco di nuovo e più forte che prima.

Quindi la mia domanda è: è possibile secondo anche la vostra esperienza diretta che una persona dopo 3 o 4 episodi di depressione nell’arco di 6 7 anni possa finalmente guarire e non avere mai più episodi?




Grazie mille per la disponibilità.
Spero in risposte sincere.

Ciao,
io sono una vecchia frequentatrice.
In realtà sono tornata per salutare un vecchio amico.
Anche io diversi anni fa mi facevo le tue stesse domande, e mi davo le stesse risposte.
Ma questo perchè, mi spiace dirlo, non esiste a parer mio un approccio valido ai problemi depressivi nella società occidentale.
La depressione o viene vista come una malattia da curare con i farmaci, e ti fiondano dallo psichiatra, oppure come una devianza mentale e ti scegli tu uno psicologo, che però non sai come ti cura e magari non ha le competenze per i tuoi tipi di disturbi. O semplicemente non sa fare il suo mestiere.
La gente brancola nel buio più totale.

Comunque io posso solamente portare la mia esperienza. Ho iniziato ad avere problemi depressivi a 18 anni. Sono stata in cura sia con SSRI che con altri mix di farmaci per anni. Alternavo momenti di serenità a momenti molto bui.
Più passava il tempo e più mi rivolgevo ai farmaci come unica cura, più le ricadute si ravvicinavano. E bastava qualcosa di storto, anche piccolo, nella vita a farmi ripiombare nel baratro.

Poi qualcosa mi è scattato dentro (dato che sono una persona molto razionale, mi sono sempre detta che dovevo capire come mai tante persone messe peggio di me, stavano molto meglio) e ho iniziato a studiare.
Il percorso è stato molto lungo e sofferto. Ho dovuto venire a patti con il fatto di avere sbagliato troppe cose nella vita e anche di essere molto immatura..... un po' bambina nel concetto di esistenza.
Ma sono oramai 5 anni che non prendo neppure la valeriana e, cosa più importante, non ho più paura della depressione (mentre prima, anche nei periodi 'buoni', vivevo con lo spettro).
Non ti so dire se l'ho sconfitta per sempre (e non credo che nessuno potrebbe dirtelo, perchè la vita è imperscrutabile e costantemente in mutazione), ma sinceramente non ho più paura di lei e non ci penso più.

Ciao leo90,
la risposta breve per me è: sì, è possibile. Ossia conosco persone che hanno dismesso i farmaci e hanno archiviato con soddisfazione un percorso di terapia.

Poi, va detto forse che un percorso si conduce al termine anche integrando e attualizzando aspetti del disagio che si è vissuto, e non soltanto buttandoseli tutti in qualche modo alle spalle. In questo senso, riflettendoci, quando ci si ammala o si patisce anche nel corpo c'è forse meno circospezione e più tranquillità nel riconoscere che un certo stato di miglioramento può essere definito come guarigione o come soluzione del problema, senza bisogno di specificare "al 100%" "definitivamente". Se, per fare un esempio a caso, curo un problema delle mie articolazioni, può essere che arrivi a uno stato desiderato di guarigione che lascia anche aperta la possibilità di avere in futuro altri problemi articolari, o che mi suggerisce per il futuro una qualche prudenza in più quando mi trovassi in situazioni o attività (mettiamo, attività sportive o lavorative) che potrebbero stressare le articolazioni un tempo interessate dalla lesione che ho curato.
Quindi è possibile e anzi normale che una condizione attraversata lasci qualcosa, un'eredità, implichi per il futuro qualche misura di prevenzione eccetera (ma anche più esperienza e minori imprevisti, perché si conosce la propria storia e la propria vulnerabilità).