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Messaggio  melancholy Ven Dic 20, 2019 6:24 pm

Sto pensando di farla finita da molto tempo, ma non trovo il coraggio per un solo motivo.  L'unico mio dispiacere è quello di far soffrire la mia famiglia.
Convivo da tre anni con il mio ragazzo, insieme alla sua famiglia. Lavoriamo insieme.
Ho lasciato la mia casa e la mia famiglia per stare vicino al mio ragazzo e per lavorare. Mi sono inserita in una situazione famigliare diversa dalla mia e ho dovuto adattarmi ad uno stile di vita diverso da quello che conducevo, solo per amore.
Il fatto che io gestisca la maggior parte delle mansioni nell'attività famigliare non è benvisto dalla madre del mio ragazzo che mi sfrutta unicamente per il lavoro e quando può parla male alle mie spalle.

Oltre a questa situazione che mi crea non poco stress, devo sopportare una relazione che sta andando a rotoli per colpa del mio ragazzo che dimostra sempre più dei tratti narcisistici del comportamento. Con il tempo ho capito che questa persona non è quella che credevo, ma tutt'altro.
Io e lui siamo due persone molto problematiche, con problemi di depressione alle spalle e periodi passati di autolesionismo. Abbiamo metabolizzato i problemi in modo diverso per poter andare avanti.
Io soffro di depressione da anni, attacchi di panico, disturbi ossessivo compulsivi, dipendenza affettiva e ultimamente questi miei problemi si stanno riversando sulla mia salute; mentre lui a tratti è depresso ma poi si chiude nella sua bolla con le sue routine e vive come una persona single e felice. Tende ad isolarsi quando sta male, ha spesso crisi di rabbia immotivata verso tutto e tutti e pensa solo al suo benessere senza tenere conto dei sentimenti delle altre persone. Ha spesso crisi d'identità, si definisce genderfluid e asessuale, ma quando sta bene sembra non rientrare in queste etichette in cui si categorizza, anzi ha sempre dimostrato di essere una via di mezzo, nè un'estremo nè l'altro.

In questo ultimo periodo, dopo essersi aperto molto con me, ha deciso che doveva farmela pagare per non averlo accettato come voleva lui. Mi ha scaricato addosso tutti i suoi problemi pensando che io potessi reggere da sola una situazione come questa. Si aspettava che io gli giurassi amore eterno anche dopo avermi detto che avrebbe cambiato sesso in quanto lui si sentiva più donna che uomo.
Nonostante la mia difficoltà iniziale ad accettare la situazione, ho sempre dimostrato di amarlo e di volerlo aiutare nel momento del bisogno. Ho proposto di accompagnarlo dallo psicologo per una terapia in modo che lui potesse capire il suo problema e gli ho detto che gli sarei rimasta vicino fino al momento in cui lui avesse deciso se fare la transizione, dopodichè avremmo affrontato insieme le cose in quanto io non potevo sapere in quel momento se sarei riuscita a rimanere con lui anche dopo la transizione. Un cambio così radicale avrebbe creato dei problemi nella coppia, in quanto per molti motivi non sarebbe stata più la stessa relazione di prima.
Adesso sembra che lui abbia messo da parte il problema della transizione, come se questa cosa fosse passeggera, però continua sempre ad avere crisi d'identità in quanto lui stesso non si sente nè donna nè uomo, ma entrambi. Questa cosa io l'ho sempre saputa, non è mai stato un problema, è diventato un problema nel momento in cui affermava di voler prendere una decisione drastica come quella di fare la transizione.

Questa sua decisione improvvisa e poi il fatto di aver accantonato questo problema che lui riteneva serio, mi hanno creato molto stress e la mia situazione emotiva è peggiorata gravemente. Oltre ai problemi lavorativi devo pensare alla mia salute e alla salute di questa persona che mi sta lasciando sola nonostante sappia che io non reggo più tutto questo. Il lavoro, la convivenza forzata con sua madre, il dover scendere a compromessi per accettare la sua routine e i suoi capricci giornalieri, mi stanno uccidendo. Non so più chi sono, non so più cosa voglio.
Il fatto di non avergli detto subito che sarei rimasta con lui nonostante tutto, mi ha portato molti problemi. Adesso non si fida più di me, qualsiasi cosa io gli chieda, che sia un favore o un aiuto in un momento difficile, sono un no categorico. Mi accusa sempre di essere cambiata, di non sopportare il mio carattere, e di essere uguale a sua madre. Quando cerco una vicinanza, un aiuto, un consiglio, un supporto non trovo altro che insulti. E' un continuo sminuire i miei sentimenti. L'odio che dimostra di avere verso di me è una cosa che io non riesco a comprendere.
Ho provato a parlare con lui molte volte, in modo tranquillo e in modo più deciso, ho provato a fargli capire che essendo due persone molto diverse dovremmo cercare di venirci incontro per far funzionare la relazione, senza incolpare l'altro e senza opprimere l'altro, ma l'unica risposta che ricevo è che se io non cambio lui non cambia. Lui agisce di conseguenza a quello che faccio io.

Prossimamente dovrò tornare a casa mia per un po' di tempo. Mi sarebbe servito passare dei giorni insieme a lui per vedere se le cose potevano migliorare andando via per un po' di giorni insieme, oltre per il fatto che per problemi di salute mi aiuterebbe molto averlo vicino in questo periodo difficile. La sua risposta è stata che lui ha bisogno di tempo per stare da solo e che dovrei andarmene un po', che non verrà con me perchè i miei problemi in confronto ai suoi non sono gravi, che dopo tutti questi mesi passati a litigare deve riflettere. Ho provato ad insistere facendogli capire che se io partissi da sola e tornassi da lui dopo due mesi i nostri problemi non si risolverebbero e che accontenterei solo il suo ennesimo capriccio. In passato abbiamo già provato a passare dei periodi da soli, ma non abbiamo mai risolto niente in quanto non affrontavamo i problemi ma assecondavo solo il suo volere un distacco.
Gli ho fatto capire che se non parte con me io non so se tornerò più da lui perchè mi sento rifiutata in un momento di difficoltà, l'ho minacciato di andarmene e di non tornare più, ma l'unica risposta che ricevo ogni volta è che posso fare quello che voglio, che se decido di andarmene è per una mia volontà e non per la sua.

Adesso, dopo averle provate tutte, dopo essermi distrutta di dolore, dopo discussioni senza fine e mesi passati a piangere perchè sono rimasta sola con il mio lavoro, senza famiglia e senza un compagno vicino, sto pensando che la mia vita non ha più nessun senso. Non ce l'aveva prima e di sicuro non ce l'avrà dopo.
Che senso ha arrancare per anni, senza vedere una via d'uscita, vivendo solo per fare un favore alle persone che mi vogliono bene? Non trovo un senso a tutto questo, solo un estremo egoismo nelle persone che non vogliono vederti stare bene ma che vivono sulla tua sofferenza e ti prosciugano di tutte le emozioni positive che avevi.
Questa non è la vita che volevo, non ho la relazione che volevo, non ho il lavoro che volevo, e non mi merito di essere trattata in questo modo dopo tutto quello che ho sacrificato per gli altri.
Non riesco ad andarmene da questa casa e lasciarlo perchè il mio sentimento è troppo forte, oltre per il fatto che il lavoro mi ha tirato fuori da una situazione statica in cui vivevo. Credo che se me ne andassi non riuscirei più a fare niente e non troverei più un'altra persona che mi ha amato come lui. Non voglio essere un peso ulteriore per mia madre e tornare a vivere come prima.
L'unica soluzione che vedo a tutto questo è sparire per sempre. Ma non ho il coraggio. Forse non lo avrò mai perchè penserò sempre al bene degli altri prima che al mio.

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Messaggio  canterel II Ven Dic 20, 2019 7:14 pm

La vita coniugale è piena delle schifezze che racconti per la maggior parte di coloro che scelgono di imbarcarcisi. La maggior parte dei matrimoni e delle convivenze dà luogo, presto o tardi, alla separazione. Spiegare con quest' esito molto comune il pensiero di "sparire" mi sembra un grosso errore, perché non è affatto conseguente.
Per lo più le persone si mollano e vivono lo stesso: ci sono molte esperienze interessanti e significative che si possono fare anche vivendo da soli, anche dopo che al posto del cuore è rimasto un tizzo di carbone nero. Secondo me faresti bene a parlarne con chi ti cura, e a non mascherare il problema di non riuscire a vedere una vita per te oltre a quella che hai consegnato al tuo compagno con l'altro problema, che invece è il fallimento della relazione con il tuo compagno. Secondo me sono due problemi, anche se si sovrappongono e si influenzano.

Se quel che scrivi corrisponde al modo abituale del tuo compagno di trattarti, faccio fatica a credere che tu non possa trovare persone capaci di volerti bene e farti stare meglio, e devo dire che se fossi al posto tuo probabilmente avrei già piantato il tipo, a meno di non essere vincolato al coniuge per ragioni brutalmente materiali (prole, mancanza di casa, reddito e lavoro) come purtroppo capita a molte persone che vivono l'inferno del coniugio perché non trovano i mezzi e i modi di andarsene.

Coraggio.
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Messaggio  Bobby70 Dom Gen 05, 2020 10:05 pm

Ciao Melancholy,
ti rispondo perché la tua storia è molto simile a quella di una mia carissima amica, magari ti può essere di sollievo e di aiuto
Prima di farlo, tengo a precisare che non sono un medico, né uno psicologo
Per privacy, chiamerò questa persona Giulia.
Ha vissuto la sua infanzia e adolescenza con i suoi genitori che l'hanno sempre ritenuta malata, quello che chiamano "disturbo bipolare". Come te voleva farsi male, si tagliava, piangeva, aveva stati di ansia incontrollabili, non dormiva e voleva togliersi la vita, ma non ne aveva il coraggio.
Eravamo semplici conoscenti quando una sera venne a casa mia presentandosi con un trolley piangendo. Mio padre mi disse: " c' è una ragazza fuori che ti cerca". Dentro di me pensavo scherzosamente: "wow, finalmente una ragazza che si interessa a me e che mi viene a cercare.
Quando aprii la porta, vidi che la situazione non era proprio allegra: piangeva e singhiozzava senza riuscire a calmarsi. Piano piano capii che aveva litigato con i genitori e che era scappata di casa e non sapendo dove andare era venuta da me. E questo mi stupì non poco perché non c'era quella grande amicizia.
Comunque mi raccontò dei suoi problemi e la convinsi a rimanere a dormire da me quella notte e io dormii sul divano. Il giorno dopo andai a lavorare e lei ritornò a casa.
Da quel giorno mi chiama o mi scrive tutti i giorni, tranne rare volte che spegne il cellulare e che vuole staccare per qualche giorno. Non si è innamorata se pensi questo, ma ha visto in me una persona disponibile al dialogo. Si è sentita ascoltata, capita e voluta bene.
Ho anche fatto delle ricerche per lei in questi anni. Fortunatamente non solo la scuola ci istruisce e se usiamo internet nel modo giusto, credo si possa crescere e imparare in tanti modi.
Un giorno, dopo molto tempo di lunghe telefonate e scambi di opinione, le ho mandato un messaggio e (come ho fatto all'inizio di questo post) le ho detto: "non sono un medico, né tantomeno uno psicologo, ma ti conosco abbastanza bene per dire che non hai nessun disturbo bipolare. Chi è affetto da questo disturbo è una persona problematica con un determinato elenco di caratterisctiche e tu ne avrai forse una o due. Inoltre darti un etichetta, non ti aiuterà a migliorare la tua condizione. Hai bisogno di una cosa, quello che i tuoi genitori non ti hanno mai dato perché troppo presi da loro stessi e dai loro problemi: AMORE!". Inoltre le dissi che il suo problema di insonnia poteva essere causato da un problema uditivo, cosa che l'otorino in seguito ad una visita specialistica, confermò. Si mise a piangere, ma di gioia.
Cara Melancoly, a mio modesto parere, la tua condizione non è molto diversa da quella di Giulia. Si vede da come scrivi che hai disperatamente bisogno di tanto amore e che il tuo attuale compagno non te ne potrà mai dare. Il mio consiglio è di non legarti a una persona che fondamentalmente ti carica solo di problemi. Hai bisogno di luce nella tua vita, non di oscurità.
Ho fatto una promessa a Giulia, senza avere le carte in regola per poterla mantenere. Le ho detto di avere pazienza, di fidarsi di un povero scemo senza titoli e che con il tempo sarebbe "guarita", un po con il mio aiuto e un po con la sua volontà di crederci e di volerlo.  Perché il suo "male", come credo il tuo, era curabilissimo.
Lei ora sorride e mi ringrazia, anche se le le ripeto sempre che non ho fatto assolutamente nulla tranne essere me stesso e averle voluto bene. Siamo amici, non c'è mai stato nulla tra noi.
Non pensa più al suicidio e non si taglia più, ma pensa al suo futuro.
Puoi non credere a questa breve storia che ti posso assicurare, è durata ben 5 anni, e se vuoi ti posso mettere in contatto con lei, ma solo per averne una conferma. Non è portata a fare la buona samaritana come ho fatto un po io.
Ma alla fine, quello che conta è che abbiamo vinto contro i genitori che ancora adesso la trattano male, psicologi tuttologi e psichiatri che non facevano che darle psicofarmaci (chiamamoli piuttosto veleni) e che su mio consiglio non prendeva.
Questa è una piccola parte di quello che è successo e ti posso garantire che se ce l'ha fatta lei che non ha amici, parenti e neppure un lavoro, puoi farcela anche tu... Basta volerlo.
Spero di averti aiutata nel mio piccolo.
Roby

Bobby70

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Messaggio  Calliope Mar Gen 07, 2020 4:08 pm

Ciao,
ti sei trasferita per stare vicino al tuo ragazzo, ti inserita in una vita diversa, nuova e ti sei adattata alla sua famiglia. Immagino fosse quello che volevi in quel momento. Adesso però leggendo la tua storia e la tua sensazione di non farcela più a sopportare tutto lo stress io mi sento di dirti che non sei tenuta, non sei obbligata ad accettare una situazione che ti rende la vita così dura. Prova a semplificare i tuoi pensieri, semplicemente "non devi". Non devi fare qualcosa in favore di qualcuno che però a te non fa bene, credo che essere empatici ed andare incontro alle esigenze delle persone care possa funzionare fino a quando la sensazione è quella che si tratti di un obbligo e diventa un fardello. Dici che non ti piace essere trattata in questo modo e allora l'unica cosa che ti rimane da fare è cambiare la tua situazione in tuo favore; non è la vita che volevi e non è la vita che sei obbligata a fare. Non guardare la situazione nel suo intero perché ti può scoraggiare, comincia da una cosa che ti può sembrare minore o piccola e poi vedrai che sarà il punto di partenza per il cambiamento. Forza! cheers

Calliope

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