Depressione e sindrome Hikikomori.
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canterel II
Pavely
6 partecipanti
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Depressione e sindrome Hikikomori.
Essendo stato un Hikikomori... mi trovo, oggi, a confrontarmi con la mia storia.
Cosa ne pensate di questa categoria medica?
Cosa pensate degli Hikikomori?
Cosa ne pensate di questa categoria medica?
Cosa pensate degli Hikikomori?
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
credevo fosse più una categoria sociale che medica, ma forse la transizione verso un ambito patologico è appunto significativa.
anni fa sentivo parlare di otaku. nella seconda metà degli anni '90, l'otaku sembrava coincidere con un profilo di giovane dedito agli anime, all'informatica, a forme di consumo intellettuale altamente specializzate e solitarie. i connotati di questa specie di subcultura oscillavano tra sfumature positive e negative. l'hikikomori mi sembra l'otaku che è diventato grande, oppure mi sembra l'adolescente di nuova generazione che vive in un contesto dove la depressione sociale ed economica acuisce i caratteri penalizzanti dell'essere otaku, mettendo in ombra le potenzialità che erano ancora riconosciute all'otaku.
anni fa sentivo parlare di otaku. nella seconda metà degli anni '90, l'otaku sembrava coincidere con un profilo di giovane dedito agli anime, all'informatica, a forme di consumo intellettuale altamente specializzate e solitarie. i connotati di questa specie di subcultura oscillavano tra sfumature positive e negative. l'hikikomori mi sembra l'otaku che è diventato grande, oppure mi sembra l'adolescente di nuova generazione che vive in un contesto dove la depressione sociale ed economica acuisce i caratteri penalizzanti dell'essere otaku, mettendo in ombra le potenzialità che erano ancora riconosciute all'otaku.
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
Pavely ha scritto:Essendo stato un Hikikomori... mi trovo, oggi, a confrontarmi con la mia storia.
Cosa ne pensate di questa categoria medica?
Cosa pensate degli Hikikomori?
Mi hai spiazzata...
Mi son documentata nel mentre....pensa che se avessi avuto qualche anno di meno avresti potuto essere emo, ed era peggio.
merla
merla- Numero di messaggi : 2206
Data d'iscrizione : 09.01.08
Età : 48
Località : Torino
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
Anche un mio cugino di 15 anni soffre di questa sindrome.Sta sempre chiuso nella sua stanza con i videogiochi o internet come soli compagni.Quelle rare volte in cui esce porta con sè il game boy oppure non vede l'ora di tornare a casa.Si è anche ritirato dalla scuola.
Tutto è nato per un problema di obesità.A scuola i compagni lo prendevano continuamente in giro,lo escludevano da ogni gruppo(e gli adolescenti sanno essere stronzi quanto gli adulti,si sa)
Così ha deciso di abbandonare la scuola e ha iniziato a vivere in un mondo in cui nessuno può giudicarlo per il suo aspetto fisico.
Urgesi uno psicologo,o ancora meglio forse la terapia di gruppo,così può confrontarsi con altre persone in carne ed ossa...
Tutto è nato per un problema di obesità.A scuola i compagni lo prendevano continuamente in giro,lo escludevano da ogni gruppo(e gli adolescenti sanno essere stronzi quanto gli adulti,si sa)
Così ha deciso di abbandonare la scuola e ha iniziato a vivere in un mondo in cui nessuno può giudicarlo per il suo aspetto fisico.
Urgesi uno psicologo,o ancora meglio forse la terapia di gruppo,così può confrontarsi con altre persone in carne ed ossa...
lunatica- Numero di messaggi : 925
Data d'iscrizione : 29.01.09
Località : profondo sud
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
lunatica ha scritto:Anche un mio cugino di 15 anni soffre di questa sindrome.Sta sempre chiuso nella sua stanza con i videogiochi o internet come soli compagni.Quelle rare volte in cui esce porta con sè il game boy oppure non vede l'ora di tornare a casa.Si è anche ritirato dalla scuola.
Tutto è nato per un problema di obesità.A scuola i compagni lo prendevano continuamente in giro,lo escludevano da ogni gruppo(e gli adolescenti sanno essere stronzi quanto gli adulti,si sa)
Così ha deciso di abbandonare la scuola e ha iniziato a vivere in un mondo in cui nessuno può giudicarlo per il suo aspetto fisico.
Urgesi uno psicologo,o ancora meglio forse la terapia di gruppo,così può confrontarsi con altre persone in carne ed ossa...
Chi passa il tempo a giocare e a perdersi in una realtà virtuale è un "OTAKU". Non un Hikikomori.
Un Hikikomori è che chi è stato rifiutato dalla società, vive in reclusione dal mondo, rinuncia a conseguire ogni obiettivo, non ha desideri, non vuole più nulla.
Non rifiuta la società.
Ne ha paura.
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
come ho scritto nel mio precedente commento, faccio fatica anche io a non sovrapporre l'otaku allo hikikomori.
su che base tu riesci a dare una definizione precisa?
wikipedia non aiuta un gran che.
si direbbe che per la definizione di otaku, i videogiochi e/o i fumetti sono essenziali, per l'hikikomori la pratica con i giochi è accidentale e non determinante.
http://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori
http://it.wikipedia.org/wiki/Otaku
stando al commento di lunatica, io sarei però portato a riconoscere come potenziale hikikomori suo cugino - se vale distinguere l'hikikomori dall'otaku in base alla differenza tra isolamento e elitarismo da nerd. il fatto che dedichi il suo tempo ai giochi solitari non mi sembra sostanziale. è adolescente, è normale che trovandosi isolato dedichi più tempo al genere di attività ludiche solitarie da camera che anche un adolescente non problematico conosce. mi sembrano effettivamente un po' più gravi, e poco da otaku, il ritiro da scuola, e il problema sociale legato all'obesità.
forse un altro modo per distinguere l'otaku dall'hikikomori è chiedersi se le attività solitarie cui la persona si dedica accrescono comunque le sue competenze e conoscenze (p.e. diventa un ingegnere informatico, un esperto di infografica, un disegnatore di fumetti lui stesso) o se sono semplicemente i lenimenti che gli permettono di trovare gratificazione in un perimetro più rigidamente chiuso.
su che base tu riesci a dare una definizione precisa?
wikipedia non aiuta un gran che.
si direbbe che per la definizione di otaku, i videogiochi e/o i fumetti sono essenziali, per l'hikikomori la pratica con i giochi è accidentale e non determinante.
http://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori
http://it.wikipedia.org/wiki/Otaku
stando al commento di lunatica, io sarei però portato a riconoscere come potenziale hikikomori suo cugino - se vale distinguere l'hikikomori dall'otaku in base alla differenza tra isolamento e elitarismo da nerd. il fatto che dedichi il suo tempo ai giochi solitari non mi sembra sostanziale. è adolescente, è normale che trovandosi isolato dedichi più tempo al genere di attività ludiche solitarie da camera che anche un adolescente non problematico conosce. mi sembrano effettivamente un po' più gravi, e poco da otaku, il ritiro da scuola, e il problema sociale legato all'obesità.
forse un altro modo per distinguere l'otaku dall'hikikomori è chiedersi se le attività solitarie cui la persona si dedica accrescono comunque le sue competenze e conoscenze (p.e. diventa un ingegnere informatico, un esperto di infografica, un disegnatore di fumetti lui stesso) o se sono semplicemente i lenimenti che gli permettono di trovare gratificazione in un perimetro più rigidamente chiuso.
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
Chi passa il tempo a giocare e a perdersi in una realtà virtuale è un "OTAKU". Non un Hikikomori.
Un Hikikomori è che chi è stato rifiutato dalla società, vive in reclusione dal mondo, rinuncia a conseguire ogni obiettivo, non ha desideri, non vuole più nulla.
Non rifiuta la società.
Ne ha paura.[/quote]
Io credo che mio cugino rientri nella categoria sociale dell'Hikikomoru.Lui ha paura della società,vorrebbe farne parte ma teme di confrontarsi con essa,per via dell'obesità e delle critiche che ha spesso ricevuto.
Anche da parte della famiglia non ha nessun sostegno,anzi,viene trattato come un imbecille,come uno che non potrà mai combinare niente di buono nella sua vita e questo ha rafforzato la sua depressione e l'autostima scarsissima che ha.Le sue amicizie sono esclusivamente virtuali ed esce di casa solo se non può farne a meno.Sempre chiuso nel suo microcosmo-stanza,si abbuffa di merendine,di computer e di videogiochi.
Un Hikikomori è che chi è stato rifiutato dalla società, vive in reclusione dal mondo, rinuncia a conseguire ogni obiettivo, non ha desideri, non vuole più nulla.
Non rifiuta la società.
Ne ha paura.[/quote]
Io credo che mio cugino rientri nella categoria sociale dell'Hikikomoru.Lui ha paura della società,vorrebbe farne parte ma teme di confrontarsi con essa,per via dell'obesità e delle critiche che ha spesso ricevuto.
Anche da parte della famiglia non ha nessun sostegno,anzi,viene trattato come un imbecille,come uno che non potrà mai combinare niente di buono nella sua vita e questo ha rafforzato la sua depressione e l'autostima scarsissima che ha.Le sue amicizie sono esclusivamente virtuali ed esce di casa solo se non può farne a meno.Sempre chiuso nel suo microcosmo-stanza,si abbuffa di merendine,di computer e di videogiochi.
lunatica- Numero di messaggi : 925
Data d'iscrizione : 29.01.09
Località : profondo sud
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
La differenza tra Hikikomori e Otaku è data, secondo la mia personale, opinione dalle coordinate culturali.
Gli Hikikomori sono un 'ramo' degli Otaku. Per comprendere la differenza sarebbe necessario esprimere, in un vocabolario europeo, molte coordinate culturali del Giappone e dell'Oriente.
Comunemente, si ha sempre l'impressione che la 'psicologia' abbia sempre avuto radici e valori europei e nord-americani. Nasce con Freud, nel 1900. Si ramifica in tantissime scuole e i manuali diagnostici internazionali elencano sempre malattie che noi europei possiamo capire, che ci appartengono.
La Psicologia internazionale nasce, vive, attorno ai valori di una cultura europa-centrica. E ai miei occhi appare un errore. Il pensiero Africano, ad esempio, o quello Orientale o quello Sud-Americano hanno esplorato moltissimo la psiche individuale e collettiva, dando modelli di pensiero importanti e significativi. E l'Hikikomori ne è un esempio.
Qual'è la differenza tra Hikikomori e Otaku? Secondo me, si può osservare il tempo. Otaku è qualcosa che và localizzato negli anni ottanta. Nella società degli anni ottanta non esisteva la sindrome Hikikomori. Otaku, come scrive Canterel, è un ragazzo che vive in un mondo di immagini. Si reclude, vive nella realtà virtuale e viralizzata del fumetto; è, in pratica, una scelta. Un Otaku sceglie di recludersi. E' stato rifiutato dalla Società e pure vuole recludersi. E', sotto molti aspetti, autonomo. Ha, soprattutto, un grandissimo narcisismo interiore. L'Otaku usa la realtà virtuale delle Immagini e dei Fumetti per 'vivere' un Ego opulento e luminoso. L'Otaku, cioè, è un riflesso della Società reaganiana. Bisogna aver vissuto l'epoca degli woppie, yuppie, dei paninari, dei metallari... per comprendere la cultura e il significato Otaku.
Un Hikikomori, invece, è qualcosa di completamente diverso. Un Hikikomori rivela un ragionamento 'circolare' e quindi vizioso. I ragazzo ha fallito i studi Universitari. Per sensibilità, per incapacità a relazionarsi con gli altri o farsi rispettare, per tante ragioni. Questa incapacità a farsi valere è stata appresa in ambito familiare. I genitori degli Hikikomori sono persone cresciute negli anni settanta e ottanta (avevano circa quarant'anni allora) e hanno, allora, vissuto il mondo 'reaganiano' degli Yuppie. Un mondo fatto di Status-symbols, di macchine di lusso, di locali, di orologi, di eleganza, di sportività. Ma non hanno mai avuto il coraggio di vivere questo stile di vita. Così, si sono dedicati solo al lavoro. Hanno sempre cercato di conoscere persone 'Smart'. Ma non sono mai riusciti a vivere questa società a fondo. Così si sono sempre di più chiusi in loro stessi.
In una seconda fase, quando i genitori hanno cinquant'anni iniziano, allora, a chiedere ai loro figli di comportarsi come ragazzi degli anni ottanta. (La magrezza, lo sport, il sesso, le amicizie, l'Università, le estati...). Hanno avuto figli in tarda età (prima erano troppo interessati al divertimento e al denaro) cosìcché in gap generazionale è enorme. Se i genitori avrebbero potuto diventare Otaku, i figli diventano allora Hikikomori. Cioè, si recludono dalla società. Il ricatto familiaresi fà profondissimo. Ad esempio: un genitore malato chiede al proprio figlio di fare cose che lui non gli ha mai mostrato. Dice: "Alla tua età io uscivo, mi divertivo, facevo questo e quest'altro...". Il figlio guarda il padre e pensa: "Io non ti ho mai visto comportarti così". Il padre dice: "Figlio, io stò male, ho cinquant'anni, sono vecchio... ti prego, rendimi orgoglioso di te!". I familiari non si curano. Una madre non và dal dottore. Mio padre (ad esempio) malato di cuore, non và dal Cardiologo. Dice solo: "Mi stai uccidendo". "Finquando non ti sarai trovato un ragazza, finquando non sarai magro, io non mi curerò e mi lascerò andare".
Un Hikikomori allora ha crisi di panico.
(Io ne ho avute molte).
Si chiude in casa.
Si vede brutto.
Perde ogni speranza, il tempo passa e le possibilità di essere bello, giovane, laureato, tramontano.
Allora, c'è un circolo vizioso. I genitori fanno restare i figli per anni dentro una camera. Questo è l'unico modo per vivere il loro sogno di "gioventù edonista".
In realtà, un genitore di un Hikikomori si deve confrontare con una amara verità: se il figlio uscisse comprenderebbe che la sua età è l'età di un adulto.
Comprenderebbe di aver fallito.
Di non aver mai potuto vivere la vita 'meravigliosa' degli anni ottanta.
E che i Status-symbols, la cultura Yuppie, fù una truffa.
Gli Hikikomori sono un 'ramo' degli Otaku. Per comprendere la differenza sarebbe necessario esprimere, in un vocabolario europeo, molte coordinate culturali del Giappone e dell'Oriente.
Comunemente, si ha sempre l'impressione che la 'psicologia' abbia sempre avuto radici e valori europei e nord-americani. Nasce con Freud, nel 1900. Si ramifica in tantissime scuole e i manuali diagnostici internazionali elencano sempre malattie che noi europei possiamo capire, che ci appartengono.
La Psicologia internazionale nasce, vive, attorno ai valori di una cultura europa-centrica. E ai miei occhi appare un errore. Il pensiero Africano, ad esempio, o quello Orientale o quello Sud-Americano hanno esplorato moltissimo la psiche individuale e collettiva, dando modelli di pensiero importanti e significativi. E l'Hikikomori ne è un esempio.
Qual'è la differenza tra Hikikomori e Otaku? Secondo me, si può osservare il tempo. Otaku è qualcosa che và localizzato negli anni ottanta. Nella società degli anni ottanta non esisteva la sindrome Hikikomori. Otaku, come scrive Canterel, è un ragazzo che vive in un mondo di immagini. Si reclude, vive nella realtà virtuale e viralizzata del fumetto; è, in pratica, una scelta. Un Otaku sceglie di recludersi. E' stato rifiutato dalla Società e pure vuole recludersi. E', sotto molti aspetti, autonomo. Ha, soprattutto, un grandissimo narcisismo interiore. L'Otaku usa la realtà virtuale delle Immagini e dei Fumetti per 'vivere' un Ego opulento e luminoso. L'Otaku, cioè, è un riflesso della Società reaganiana. Bisogna aver vissuto l'epoca degli woppie, yuppie, dei paninari, dei metallari... per comprendere la cultura e il significato Otaku.
Un Hikikomori, invece, è qualcosa di completamente diverso. Un Hikikomori rivela un ragionamento 'circolare' e quindi vizioso. I ragazzo ha fallito i studi Universitari. Per sensibilità, per incapacità a relazionarsi con gli altri o farsi rispettare, per tante ragioni. Questa incapacità a farsi valere è stata appresa in ambito familiare. I genitori degli Hikikomori sono persone cresciute negli anni settanta e ottanta (avevano circa quarant'anni allora) e hanno, allora, vissuto il mondo 'reaganiano' degli Yuppie. Un mondo fatto di Status-symbols, di macchine di lusso, di locali, di orologi, di eleganza, di sportività. Ma non hanno mai avuto il coraggio di vivere questo stile di vita. Così, si sono dedicati solo al lavoro. Hanno sempre cercato di conoscere persone 'Smart'. Ma non sono mai riusciti a vivere questa società a fondo. Così si sono sempre di più chiusi in loro stessi.
In una seconda fase, quando i genitori hanno cinquant'anni iniziano, allora, a chiedere ai loro figli di comportarsi come ragazzi degli anni ottanta. (La magrezza, lo sport, il sesso, le amicizie, l'Università, le estati...). Hanno avuto figli in tarda età (prima erano troppo interessati al divertimento e al denaro) cosìcché in gap generazionale è enorme. Se i genitori avrebbero potuto diventare Otaku, i figli diventano allora Hikikomori. Cioè, si recludono dalla società. Il ricatto familiaresi fà profondissimo. Ad esempio: un genitore malato chiede al proprio figlio di fare cose che lui non gli ha mai mostrato. Dice: "Alla tua età io uscivo, mi divertivo, facevo questo e quest'altro...". Il figlio guarda il padre e pensa: "Io non ti ho mai visto comportarti così". Il padre dice: "Figlio, io stò male, ho cinquant'anni, sono vecchio... ti prego, rendimi orgoglioso di te!". I familiari non si curano. Una madre non và dal dottore. Mio padre (ad esempio) malato di cuore, non và dal Cardiologo. Dice solo: "Mi stai uccidendo". "Finquando non ti sarai trovato un ragazza, finquando non sarai magro, io non mi curerò e mi lascerò andare".
Un Hikikomori allora ha crisi di panico.
(Io ne ho avute molte).
Si chiude in casa.
Si vede brutto.
Perde ogni speranza, il tempo passa e le possibilità di essere bello, giovane, laureato, tramontano.
Allora, c'è un circolo vizioso. I genitori fanno restare i figli per anni dentro una camera. Questo è l'unico modo per vivere il loro sogno di "gioventù edonista".
In realtà, un genitore di un Hikikomori si deve confrontare con una amara verità: se il figlio uscisse comprenderebbe che la sua età è l'età di un adulto.
Comprenderebbe di aver fallito.
Di non aver mai potuto vivere la vita 'meravigliosa' degli anni ottanta.
E che i Status-symbols, la cultura Yuppie, fù una truffa.
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
Oddio... anch'io sono stato un Hikikomori da adolescente... non sapevo che esistesse un termine specifico!
Per molti anni, non uscivo mai e mi vergognavo, quasi mi spaventavo della gente. Poi, gradualmente, ho superato questa condizione.
Avevo un compagno di giochi, anche lui Hikikomori. A volte ci vedevamo a casa mia o a casa sua, per giocare insieme (spesso ai videogiochi). Non uscivamo mai, non avevamo una vita sociale. Ma credo che lui fosse diverso da me: io avevo paura della società, lui invece sembrava disprezzarla e sembrava molto contento di stare da solo.
Per molti anni, non uscivo mai e mi vergognavo, quasi mi spaventavo della gente. Poi, gradualmente, ho superato questa condizione.
Avevo un compagno di giochi, anche lui Hikikomori. A volte ci vedevamo a casa mia o a casa sua, per giocare insieme (spesso ai videogiochi). Non uscivamo mai, non avevamo una vita sociale. Ma credo che lui fosse diverso da me: io avevo paura della società, lui invece sembrava disprezzarla e sembrava molto contento di stare da solo.
Luciano- Numero di messaggi : 274
Data d'iscrizione : 19.03.08
Età : 41
Località : Lombardia
ragazzi, voi sì che siete "acculturati"...
Prima di entrare in questo forum non sapevo di 'sti Hikikomori o Hikkomori....
Volevo dirvi che a Piancavallo (VB) esiste una clinica per chi ha gravi disturbi dell'alimentazione (bambini e adulti) dove si viene ricoverati per un tot di mesi e ti fanno fare la dieta, sport ecc. seguiti da medici e psicologi.
In più, dormendo e mangiando lì, praticamente chi ci va si trova in mezzo a tanti come lui e non si sente diverso. Recupera amor proprio e voglia di farcela.
Ne ho sentito parlare molto bene.
Questo per la cronaca....
Volevo dirvi che a Piancavallo (VB) esiste una clinica per chi ha gravi disturbi dell'alimentazione (bambini e adulti) dove si viene ricoverati per un tot di mesi e ti fanno fare la dieta, sport ecc. seguiti da medici e psicologi.
In più, dormendo e mangiando lì, praticamente chi ci va si trova in mezzo a tanti come lui e non si sente diverso. Recupera amor proprio e voglia di farcela.
Ne ho sentito parlare molto bene.
Questo per la cronaca....
anthea- Numero di messaggi : 857
Data d'iscrizione : 14.11.08
Età : 54
Re: Depressione e sindrome Hikikomori.
Luciano ha scritto:Oddio... anch'io sono stato un Hikikomori da adolescente... non sapevo che esistesse un termine specifico!
Per molti anni, non uscivo mai e mi vergognavo, quasi mi spaventavo della gente. Poi, gradualmente, ho superato questa condizione.
Avevo un compagno di giochi, anche lui Hikikomori. A volte ci vedevamo a casa mia o a casa sua, per giocare insieme (spesso ai videogiochi). Non uscivamo mai, non avevamo una vita sociale. Ma credo che lui fosse diverso da me: io avevo paura della società, lui invece sembrava disprezzarla e sembrava molto contento di stare da solo.
Chi disprezza la Società, come il tuo amico, è un Otaku.
Chi invece vorrebbe appartenere alla Società ma ne ha paura è un Hikikomori.
(Hikikomori vuol dire 'Porta chiusa')
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