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Messaggio  brainbow Sab Apr 09, 2016 1:17 am

salve,sono una ragazza di 22 anni.Ho un background piuttosto grottesco alle spalle,mi sono voluta parecchio male..adesso non trovo motivi per andare avanti.Credo che questo odio verso me stessa sia scattato precocemente ,all'età di 7 anni quando i miei si sono lasciati.Mia madre era depressa e lontana mio padre era molto aggressivo..ricordo che facevamo i compiti insieme e spesso quando non capivo qualcosa mi picchiava. Insomma sfogava le sue frustrazioni su di me,io avevo paura di lui ed ero sola perché mia madre non faceva assolutamente niente per impedirglielo.Io non cosa fosse successo..prima della separazione era tutto diverso!mio padre giocava con me,mia madre era di una dolcezza infinita..l'unica spiegazione logica era che fosse colpa mia.Poi sono cresciuta,e questo senso di colpa è mutato in rabbia.Loro sono andati avanti,entrambi dopo neanche un anno si sono riaccompagnati.Mio padre però non ha perso le sue abitudini..continua ad alzare le mani,io però rispondo alle percosse.Mia madre è sempre parecchio lontana,oltretutto pensa di aver trovato un bersaglio a cui addossare tutte le colpe mio padre.Io intanto sono dodicenne e cresco con questa rabbia immensa..inizio a cercare fuori quello che nella mia famiglia non trovavo.ovvero amore.Solo che sono una bambina,una bambina che ostenta un atteggiamento da donna, sviluppata molto presto con una terza di seno e molti ragazzini (e non) che mi sbavano dietro.Ho iniziato ad avere rapporti a quell'età .Mia madre faceva finta di non vedere,anzi si comportava come una sorella maggiore più che come una madre.accettava.era più facile che mettersi contro una adolescente confusa,sciocca e colma di rabbia.mio padre totale indifferenza.Ho avuto varie storie,impossibili da portare avanti ovviamente.Poi ho iniziato le superiori e con esse è cresciuto il mio odio verso me stessa.ho iniziato a tagliarmi ovunque.Però inizia anche una storia d'amore splendida,che ricordo con estrema tenerezza anche se anche quella era mutata in un rapporto malsano, in dipendenza..inizio le sedute da uno psicologo,un po' mi aiuta.Non riesco a finire le superiori..in seconda lascio la scuola.inizio a conoscere le droghe e le feste..che meraviglia!mi sembra di aver trovato il mio posto!Inizio l'ennesima storia malata,questa con la ''M''maiuscola.Storia fatta di droghe,feste,eroina e botte.nient'altro.E l'ho voluto..l'ho portata avanti per 1 anno e mezzo..e parlo al singolare,perchè non avrebbe mai spezzato quel legame malato.lo faceva sentire forte probabilmente.l'ho voluta io quella relazione masochista non mi sento una ''vittima''.Quella storia ha minato definitivamente la mia autostima..perdo le amiche con cui esco dalle medie,iniziano i primi sintomi fisici del disagio che mi porto dentro.Perdo la mia vita,ovvero il disegno. smetto di disegnare mi crogiolo nel dolore..cerco fuori quello che dentro non ho più.o che è offuscato da tutto questo dolore.Mi rifugio in altre storie, altre delusioni un moto perpetuo di dinamiche che non portano a nulla di costruttivo.SPROFONDO definitivamente..tento il suicidio svariate volte.prende il sopravvento su tutto.vado da mia nonna..a casa di mia madre è insostenibile..sono sola con il mio dolore.Vado da uno psichiatra che mi prescrive torazina..anche se secondo il suo modesto parere sono solo una ragazzina che stà crescendo.Forse un attimino riduttivo rispetto alla cura farmacologica.provo a vederlo due volte a settimana me secondo lui è troppo.ilsuo approcio è puramente farmacologico..pur essendo psicoterapeuta oltre che psichiatra.E io ho paura,non trovo nessun informazione esaustiva riguardo al farmaco,non c'è nessuno studio a lungo termine su pazienti pur essendo un farmaco molto datato.Cambio strada..proseguo dallo psicologo che mi ha seguito da piccola mettendo ben in hiaro che non volevo supporti farmacologici..lui insiste dice che le strade sono due:quello o una comunità.LO SFANCULO PROPRIO.ad ogg si rimangia quello che ha detto..Io non mi fido più.Delle istituzioni,delle persone,dei suddetti ''affetti'' che ti pugnalano alle spalle ma soprattutto non ho fiducia in me.vivere è diventato faticoso...troppo dolore.Non o più voglia di niente voglio solo rifugiarmi in una sana dipendenza che cancella tutto il resto.Diventa quello l'unico problema vero!in compenso cancella tutto il resto.rende più sopportabile tutto!vi sembrerà una contraddizione enorme visto che ho estremamente paura dei farmaci.Ma lei la conosco!e addolisce un pò tutta questa cacchina..quest'epoca storica in cu non riesco proprio a trovare un posto.Dove l'ego regna sovrano,dove gli altri diventano pedine o ostacoli.dove vince gli gioca più sporco,chi gioca d'astuzia chi è emotivamente distaccato.scrivo qui perchè stò cercando una motivazione per vivere,confrontarmi con qualcuno che come me, vive in balìa del mostro.Scusate per la lunghezza del post..e rigrazio in anticipo le eventuali risposte!
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Messaggio  endrit Sab Apr 09, 2016 7:45 pm

salve, Anche la mia vita e stata molto simile ma non quanto la tua però alla fine ce lo fatta grazie a me stesso che ho e ad altre persone che mi hanno aiutato..... dopo quello che mi è successo ora sono qua a cercare di aiutare le persone per cambiare il favore delle persone che mi hanno aiutato.. per far vedere che tutti possono uscire... anche tu.

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Messaggio  brainbow Dom Apr 10, 2016 1:05 am

fa piacere sapere di non essere soli,soprattutto sapere che andare avanti si può. Ma io a queste condizioni, in questa di società non sono sicura di poterlo fare.Devo trovare un alternativa.
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Messaggio  merla Dom Apr 10, 2016 10:57 pm

Ciao brainbow,

a me è dispiaciuto molto leggere di quanto hai scritto e delle esperienze che hai fatto.
Capisco o almeno credo di farlo anche il senso di sfiducia, nelle istituzioni, negli affetti e nei possibili aiuti.

Però, per essere franca, sicuramente una sana dipendenza non ti aiuta di più: non dico che ti uccida, se gestita con intelligenza può anche permetterti di campare molto a lungo. ma il problema in sé è che la "fiducia" in una dipendenza è solo illusoria.
Ovvio che è profondamente sgradevole sentirsi "controllati" da un mondo o da un certo tipo di vita, ma è altrettanto vero che farsi controllare da una sostanza è uguale, se non persino peggio, dipende un po' da che sostanza scegli.Insomma non è una grande idea, soprattutto perché hai un'età in cui la vita che si vuole si può ancora costruire, per quanto sia doloroso e faticoso

Qui credo che né io né nessuno siamo seriamente in grado di consigliarti l'uno o l'altro percorso, a meno di scrivere un po' di cazzate. La torazina è oggettivamente qualcosa di pesante e se rifiuti un percorso come quello di una comunità, non ha senso proportelo. Detto questo però, il problema lo puoi gestire in altri modi. Ci sono i sert, ci sono vari gruppi come il gruppo Abele o i gruppi degli anonimi e sicuramente molti altri. Puoi provare ad andare, parlare con qualcuno e vedere se incontri qualcuno che possa aiutarti o indirizzarti. Facendo pace con il fatto che sarà un percorso lungo.
Ho passato buona parte della mia vita con persone con seri problemi di dipendenza, spero di nn essere troppo schietta a dirti che tanto in partenza è una strada senza uscita e tu sembri saperlo benissimo tra l'altro.
Anche se non ti fidi, provane altre, tanto la dipendenza non scappa. Smile
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Messaggio  Bad Trip Mar Apr 12, 2016 9:12 pm

...Anchio quando ho scoperto i party credevo finalmente di aver trovato un ruolo adatto a me nel mondo... Beata coglionaggine dei 16anni xD.

Comunque io fossi in te ingoierei la cacchina e tirerei dritto senza considerare le "scorciatoie", più che altro perchè tra qualche anno avrai altre prospettive di vita/progetti o idee che ora non hai e che non prenderanno mai forma se stai lì a infognarti.

Ragioni per vivere? Trova prima delle ragioni per smettere di odiarti/volerti male... perchè parte tutto da lì, l'ostacolo più grande siamo noi, i più grandi sabotatori di noi stessi, questa fottuta indole autodistruttiva.
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Messaggio  brainbow Mer Apr 13, 2016 1:36 pm

merla ha scritto:Ciao brainbow,

a me è dispiaciuto molto leggere di quanto hai scritto e delle esperienze che hai fatto.
Capisco o almeno credo di farlo anche il senso di sfiducia, nelle istituzioni, negli affetti e nei possibili aiuti.

Però, per essere franca, sicuramente una sana dipendenza non ti aiuta di più: non dico che ti uccida, se gestita con intelligenza può anche permetterti di campare molto a lungo. ma il problema in sé è che la "fiducia" in una dipendenza è solo illusoria.
Ovvio che è profondamente sgradevole sentirsi "controllati" da un mondo o da un certo tipo di vita, ma è altrettanto vero che farsi controllare da una sostanza è uguale, se non persino peggio, dipende un po' da che sostanza scegli.Insomma non è una grande idea, soprattutto perché hai un'età in cui la vita che si vuole si può ancora costruire, per quanto sia doloroso e faticoso

Qui credo che né io né nessuno siamo seriamente in grado di consigliarti l'uno o l'altro percorso, a meno di scrivere un po' di cazzate. La torazina è oggettivamente qualcosa di pesante e se rifiuti un percorso come quello di una comunità, non ha senso proportelo. Detto questo però, il problema lo puoi gestire in altri modi. Ci sono i sert, ci sono vari gruppi come il gruppo Abele o i gruppi degli anonimi e sicuramente molti altri. Puoi provare ad andare, parlare con qualcuno e vedere se incontri qualcuno che possa aiutarti o indirizzarti. Facendo pace con il fatto che sarà un percorso lungo.
Ho passato buona parte della mia vita con persone con seri problemi di dipendenza, spero di nn essere troppo schietta a dirti che tanto in partenza è una strada senza uscita e tu sembri saperlo benissimo tra l'altro.
Anche se non ti fidi, provane altre, tanto la dipendenza non scappa. Smile

Ciao merla, grazie della risposta. Utilizzo la sostanza più come un supporto che come rifugio,dosaggi minimi che per adesso riesco a gestire piuttosto bene.In passato ho già avuto esperienze con il sert, non mi ha aiutato minimamente. Hai detto bene, è stata una scelta consapevole, conosco la sostanza non posso dire di non essere a conoscenza dei rischi che comporta usarla.entro l'estate mi sono posta l'obiettivo di smettere, e trovare un modo più costruttivo per affrontare il problema.
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Messaggio  brainbow Mer Apr 13, 2016 2:12 pm

Bad Trip ha scritto:...Anchio quando ho scoperto i party credevo finalmente di aver trovato un ruolo adatto a me nel mondo... Beata coglionaggine dei 16anni xD.

Comunque io fossi in te ingoierei la cacchina e tirerei dritto senza considerare le "scorciatoie", più che altro perchè tra qualche anno avrai altre prospettive di vita/progetti o idee che ora non hai e che non prenderanno mai forma se stai lì a infognarti.

Ragioni per vivere? Trova prima delle ragioni per smettere di odiarti/volerti male... perchè parte tutto da lì, l'ostacolo più grande siamo noi, i più grandi sabotatori di noi stessi, questa fottuta indole autodistruttiva.

Ciao badtrip,dal tuo nick lo sospettavo!XD
dici bene, io ne avevo 17.Però posso dire che le feste mi hanno dato modo di conoscere altre realtà, società alternative che sono possibili e concrete, con tutte le loro contraddizioni,ma sono un alternativa.
Credo che, se in questo momento avessi un progetto mio, lo starei perseguendo e non avrei usato nulla.Se sei immobile le situazioni non le crei, con o senza sostanze.E io non è che fossi meglio di adesso quando non usavo la roba...anzi, malgrado mi ci abbia portato la noia,il dolore e l'apatia ad usare questa sostanza (di nuovo.. .-.) adesso riesco a vivere,. a fare cose, vedere persone.. cose che prima non facevo assolutamente più(assumo dosaggi bassi). Sono d'accordo, ci auto sabotiamo.
Vorrei evidenziare il fatto che non voglio promuovere l'uso di nessuna droga, ritengo che l'uso di sostanze per camuffare un disagio sia una vigliaccheria.
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Messaggio  Bad Trip Mer Apr 13, 2016 9:15 pm

Sì, tranquilla, ti sei esposta in modo impeccabilmente equilibrato senza promuovere l'uso di nulla!

...Il discorso che fai non è neanche tanto borderline visto che ormai anche la scienza medica considera alcune droghe molto efficienti nel trattamento di
disagi depressivi e non solo... (ketamina, per esempio, ma anche altre).

Comunque, io, contrariamente a te, quando mi ritrovai più o meno nella tua situazione, ci diedi un taglio netto con tutto (pensavo fosse quella la ragione principale del mio disinteresse a farmi una vita "vera") ...Risultato: depressione che tocca livelli mai raggiunti prima, assenza totale di stimoli di vivere e quel vuoto inizialmente asfissiante che diventa poi confortevole e rassicurante. cacchina al 100%. Anni di nulla assoluto.
Sarà stata una coincidenza, non so... o non avevo considerato che così rinunciavo anche ai pochi amici veri che avevo, e agli ambienti a cui appartieni. Così alla fine quella che inizialmente sulla carta è una decisione "giusta"  in realtà diventa poi controproducente, ingestibile, che al posto di spazzare via problemi nè amplifica e crea altri. Detta così sembrerebbe che feci una cazzata enorme, ma guardando al percorso nel suo complesso a dove mi ha portato ora, era necessario, visto che ora non sono né depresso né uso più droghe. Il discorso è intricato ma alla fine -per me- quando affronti la cacchina senza aiutini come quelli che ti forniscono le droghe nè esci fuori realmente cambiato, con una sicurezza e un autostima mai provati prima. Ma non è necessario, anzi pericoloso forse...ognuno funziona diversamente.

...E Boh, tu sembri molto  consapevole di ciò che fai e come lo fai per cui fai bene ad affrontarla a modo tuo, e visto che in ogni cosa ci sono i pro e i contro ha senso scegliere il male minore se nel bilancio finale ti risulta che i Pro sono maggiori dei Contro, la strada è quella buona secondo me, ma alla lunga dove porta?

Io nel post prima ti ho detto di evitare perchè mi sembravi molto più estrema tossicona style... ma così cambia tutto quindi la rimangio. Ciao;)
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Messaggio  merla Mer Apr 13, 2016 9:46 pm

brainbow ha scritto:

Ciao merla, grazie della risposta. Utilizzo la sostanza più come un supporto che come rifugio,dosaggi minimi che per adesso riesco a gestire piuttosto bene.In passato ho già avuto esperienze con il sert, non mi ha aiutato minimamente. Hai detto bene, è stata una scelta consapevole, conosco la sostanza non posso dire di non essere a conoscenza dei rischi che comporta usarla.entro l'estate mi sono posta l'obiettivo di smettere, e trovare un modo più costruttivo per affrontare il problema.

Aggiungo una cosa, ma perché mi sembri una persona molto intelligente e molto consapevole.
Fatti in ogni caso aiutare da qualcuno, gruppi, terapeuti o altro (personalmente ti direi un gruppo degli anonimi, almeno per qualche mese e farti un'idea, ma giusto perché quello che conosco). Il punto sta proprio nell'incassare quello che non ti piace, senza andare via. Non so se ho reso l'idea.

La dipendenza prima che un problema di sostanza è di fondo un problema di relazione, sempre e comunque, del quale non si ha nessuna colpa perché in genere è l'unico modo di relazionarsi con la realtà e con gli altri con cui si è giunti in contatto. L'"autonomia", che è esattamente il contrario (perché è ovvio che qui non stiamo demonizzando un viaggio, piuttosto che una riga ogni tanto, che alla fine in sé sarebbe un uso ludico) della dipendenza, in certi contesti relazionali non s'impara perché non c'è oggettivamente modo di imparare a relazionarsi in un modo più sano.
Per questo smettere da soli è difficile: non è questione di vigliaccheria, per niente, è che occorrono modelli sani che non si conoscono (che non conosciamo/conoscevamo ;-)) perché nessuno ce li ha insegnati e non si immaginano neanche.
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Messaggio  brainbow Gio Apr 14, 2016 1:33 am

Bad Trip ha scritto:Sì, tranquilla, ti sei esposta in modo impeccabilmente equilibrato senza promuovere l'uso di nulla!

...Il discorso che fai non è neanche tanto borderline visto che ormai anche la scienza medica considera alcune droghe molto efficienti nel trattamento di
disagi depressivi e non solo... (ketamina, per esempio, ma anche altre).

Comunque, io, contrariamente a te, quando mi ritrovai più o meno nella tua situazione, ci diedi un taglio netto con tutto (pensavo fosse quella la ragione principale del mio disinteresse a farmi una vita "vera") ...Risultato: depressione che tocca livelli mai raggiunti prima, assenza totale di stimoli di vivere e quel vuoto inizialmente asfissiante che diventa poi confortevole e rassicurante. cacchina al 100%. Anni di nulla assoluto.
Sarà stata una coincidenza, non so... o non avevo considerato che così rinunciavo anche ai pochi amici veri che avevo, e agli ambienti a cui appartieni. Così alla fine quella che inizialmente sulla carta è una decisione "giusta"  in realtà diventa poi controproducente, ingestibile, che al posto di spazzare via problemi nè amplifica e crea altri. Detta così sembrerebbe che feci una cazzata enorme, ma guardando al percorso nel suo complesso a dove mi ha portato ora, era necessario, visto che ora non sono né depresso né uso più droghe. Il discorso è intricato ma alla fine -per me- quando affronti la cacchina senza aiutini come quelli che ti forniscono le droghe nè esci fuori realmente cambiato, con una sicurezza e un autostima mai provati prima. Ma non è necessario, anzi pericoloso forse...ognuno funziona diversamente.

...E Boh, tu sembri molto  consapevole di ciò che fai e come lo fai per cui fai bene ad affrontarla a modo tuo, e visto che in ogni cosa ci sono i pro e i contro ha senso scegliere il male minore se nel bilancio finale ti risulta che i Pro sono maggiori dei Contro, la strada è quella buona secondo me, ma alla lunga dove porta?

Io nel post prima ti ho detto di evitare perchè mi sembravi molto più estrema tossicona style... ma così cambia tutto quindi la rimangio. Ciao;)

ahahah!direi che la comunicazione su internet è ricca di incomprensioni!
droga...farmaco...non c'è una grande differenza!visto che la maggior parte (se non tutte, a parte le alcune droghe grezze di strada tipo il krokodile) sono nate appunto come farmaci. le benzodiazepine e tutta la classe degli psicofarmaci sono droghe. perché psico-attive.Per esempio:l'MDMA è stata impiegata negli Stati Uniti nelle cosiddette "terapie di coppia", come strumento enfatizzante con il quale affrontare, in apparenza più facilmente, i nodi dei rapporti di coppia, con la mediazione e supervisione di un analista. LSD: buffo, anche l' LSD è stata introdotta sul mercato da una casa farmaceutica e utilizzata nelle sedute di psicoanalisi (per curare depressione e dipendenze.) ANFETAMINA: nata come farmaco anoressizzante e utilizzata nel trattamento di pazienti affetti da sindrome da deficit di attenzione e iperattività.EROINA:è veniva utilizzata per le patologie respiratorie.COCAINA:si usa in chirurgia per effettuare l'anestesia locale e anche nei distrubi digestivi gastrici. il promotore per eccellenza della cocaina era Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi che,usava e consigliava ai suoi pazienti...queste sono solo alcune droghe, quasi tutte non più utilizzate per lo scopo originario (rimpiazzate da altri farmaci più efficaci)ma introdotte poi nel mercato ''parallelo'' dalle stesse case farmaceutiche.
Capisco perfettamente cosa vuoi dire, io l'ho fatto per assecondare i miei.Allontanarmi da amicizie '' sbagliate'' frequentare il sert... ma sapevo già che il problema era più profondo e radicato..quella probabilmente era una delle tante conseguenze!
Non è una condizione che porterò avanti per molto comunque..entro l'estate vorrei smettere definitivamente e trovare il mio equilibrio con l'ausilio di cose più costruttive.
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Messaggio  brainbow Gio Apr 14, 2016 2:07 am

merla ha scritto:
brainbow ha scritto:

Ciao merla, grazie della risposta. Utilizzo la sostanza più come un supporto che come rifugio,dosaggi minimi che per adesso riesco a gestire piuttosto bene.In passato ho già avuto esperienze con il sert, non mi ha aiutato minimamente. Hai detto bene, è stata una scelta consapevole, conosco la sostanza non posso dire di non essere a conoscenza dei rischi che comporta usarla.entro l'estate mi sono posta l'obiettivo di smettere, e trovare un modo più costruttivo per affrontare il problema.

Aggiungo una cosa, ma perché mi sembri una persona molto intelligente e molto consapevole.
Fatti in ogni caso aiutare da qualcuno, gruppi, terapeuti o altro (personalmente ti direi un gruppo degli anonimi, almeno per qualche mese e farti un'idea, ma giusto perché quello che conosco). Il punto sta proprio nell'incassare quello che non ti piace, senza andare via. Non so se ho reso l'idea.

La dipendenza prima che un problema di sostanza è di fondo un problema di relazione, sempre e comunque, del quale non si ha nessuna colpa perché in genere è l'unico modo di relazionarsi con la realtà e con gli altri con cui si è giunti in contatto. L'"autonomia", che è esattamente il contrario (perché è ovvio che qui non stiamo demonizzando un viaggio, piuttosto che una riga ogni tanto, che alla fine in sé sarebbe un uso ludico) della dipendenza, in certi contesti relazionali non s'impara perché non c'è oggettivamente modo di imparare a relazionarsi in un modo più sano.
Per questo smettere da soli è difficile: non è questione di vigliaccheria, per niente, è che occorrono modelli sani che non si conoscono (che non conosciamo/conoscevamo ;-)) perché nessuno ce li ha insegnati e non si immaginano neanche.

grazie.davvero. concordo tanto di quello che hai scritto.
sto facendo delle sedute da uno psicologo con i miei genitori.psicologo che mi ha seguito quando ero sedicenne,nel post ne parlo le prime sedute mi aveva proposto ''farmaci o comunità''. Anche se non ho una grande affinità ne grande fiducia nelle sue capacità sinceramente(fa più da mediatore che altro,e lo ammette tranquillamente!) da quando ho iniziato queste sedute,le mie crisi se ne sono andate. in pochissimo tempo!
però sono sedute sporadiche, dovrei trovare qualcuno che stimi davvero, da vedere almeno una volta a settimana. per curiosità, tu che tipo di esperienze hai avuto con psicologi e figure analoghe? Io non ho ancora trovato qualcuno degno di essere chiamato psicologo.
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Messaggio  merla Gio Apr 14, 2016 12:37 pm

Io sono passata per un paio di psicologi per delle terapie individuali, uno della mutua e una privata. Il problema con lo psicologo della mutua è stato da una parte che aveva un carico di lavoro eccessivo, dall'altra che per ragioni di ASL è stato trasferito e non ha più potuto seguirmi. Cmq non è stato inutile, a qualcosa è servito.
Invece con la mia psicologa (diciamo attuale anche se siamo arrivati alla fine), mi son trovata bene. Non che sia stato un percorso privo di difficoltà, crisi di fiducia o periodi apparentemente morti, però insomma i risultati ci sono e sono evidenti. L'ho trovata con il passaparola e non saprei, del resto, indicare un modo migliore. In sé la specializzazione o altre categorie, hanno poco senso e non sono poi così indicative: molto fa il lato e l'esperienza "umani", c'è poco da fare, anche perché un terapeuta intelligente inevitabilmente adatta e ritaglia l'approccio a seconda del paziente e del momento; se non è intelligente, inutile proseguire la terapia ;-). Magari se conosci qualcuno dalle tue parti con problemi di dipendenza che li ha risolti o li sta risolvendo, prova a chiedere direttamente di farti un nome, credo che meglio del passaparola e dell'esperienza diretta non ci sia.

Poi ho provato diversi gruppi di psicoterapia. La psicoterapia di gruppo in senso stretto non fa per me: troppe voci, mi confondono e mi mandano in tilt troppo facilmente.
Premetto che io non ho un problema di dipendenza in senso stretto (salvo il tabagismo ;-)), per fortuna, ma fino a 2/3 anni fa le mie relazioni più importanti sono state quasi tutte con persone con gravi problemi di dipendenza, e, insomma, anche se non amo mettermi l'etichetta della (dell'ex) dipendente affettiva che mi sta(va) bene fino a un certo punto, in ogni caso quello è stato il modo di relazionarmi con cui sono stata cresciuta e sostanzialmente l'unico che conoscevo, per cui era un po' inevitabile finirci dentro. Per un paio di periodi a distanza di anni, ho frequentato dei gruppi dei Dodici Passi (alanon, coda, alcolisti anonimi, narcotici anonimi) che secondo me meritano un discorso a parte.
L'impatto in questi gruppi può essere a volte un po' brutale, come è apparentemente brutale e fideistico il percorso dei Dodici Passi. La maggior parte delle persone che iniziano a frequentare questi gruppi (io compresa) sbattono contro questo aspetto e s'incagliano su alcune affermazioni che in sé appaiono molto disturbanti, come la richiesta di credere in un'autorità superiore (non c'è nulla di religioso in realtà), o l'affermazione che si resta "alcolisti (codipendenti, narcotici e via dicendo) tutta la vita". Queste affermazioni sono in sé "difficili" e sono sostanzialmente il principale scoglio dove si arena una persona con problemi di dipendenza.
Ma nascondono nei fatti una soluzione "concreta" per iniziare a gestire il proprio problema di "controllo" che sottosta a qualsiasi dipendenza: quello che frega delle sostanze (e delle dipendenze affettive che ci vanno a braccetto) è che in realtà si cerca di controllare con qualcosa/qualcuno (molto spesso entrambi) le proprie emozioni (in genere perché nessuno ci ha fornito una mappa decente per imparare ad attraversarle), e non si riesce a fare il passaggio di autonomia di comprendere che le emozioni (e la realtà in generale) non si controllano mai, a meno appunto di ostinarsi in una dipendenza, una nevrosi o peggio. Si può controllare solo il modo di reagire ad esse.
Il discorso delle emozioni si può allargare a società, famiglia, amici e via dicendo. Inevitabilmente, la persona dipendente (che poi, inciso, quasi nessuno è del tutto dipendente o del tutto autonomo, si tratta solo di definizioni e la conquista dell'autonomia in realtà dura in genere tutta la vita, e cmq questa società non fornisce sti fantastici esempi di autonomia, responsabilità e via dicendo) mette in atto in quasi tutti gli ambiti della sua vita meccanismi di compiacenza, manipolazione e controllo, che paga a carissimo prezzo, perché quelli conosce e così si ficca in un garbuglio di potenza/impotenza/sensi di colpa che gli impediscono di gestire la propria vita come potrebbe.

Non credo che i gruppi dei dodici passi siano la panacea di tutti i mali e credo che molte persone che continuano a frequentarli in realtà abbiano sostituito la loro dipendenza con la dipendenza dal gruppo (che è come sostituire una dipendenza da eroina con una dalle carote, quindi in sé è già un'ottima cosa), però secondo me quei gruppi sono utilissimi per darti una visione molto chiara e soprattutto concreta delle dinamiche che sottostanno alla dipendenza, senza ricorrere a teorie psicologiche troppo complicate (in cui poi alla fine uno finisce spesso per incartarsi), e soprattutto danno un metodo semplice per romperle, indicazioni semplici per comprendere nella quotidianità e nelle relazioni, anche le meno importanti, cosa è controllo o manipolazione (e quindi dipendenza) e cosa no, e soprattutto indicazioni pratiche e facilissime per comportarsi diversamente. Ed è cambiare questo atteggiamento, imparare a stare attenti a se stessi nei dettagli che permette per molti versi di svoltare.
Sono gruppi buoni, secondo me, da affiancare ad altro, magari appunto una terapia ben fatta.

In alternativa, non so dove vivi e quindi non so se è possibile, io andrei anche a sentire presso il Gruppo Abele o gruppi simili. Qui a Torino è una struttura enorme che offre molte cose e sicuramente sono in grado di indirizzare qualcuno. Ma dipende da dove stai tu. I gruppi dei dodici passi invece sono un po' dappertutto (e sono praticamente gratuiti, nel senso che dalla secondo riunione in poi ti viene richiesto un contributo volontario, 50 cent vanno benissimo).
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Messaggio  brainbow Gio Apr 14, 2016 3:41 pm

brainbow ha scritto:
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Ciao merla, grazie della risposta. Utilizzo la sostanza più come un supporto che come rifugio,dosaggi minimi che per adesso riesco a gestire piuttosto bene.In passato ho già avuto esperienze con il sert, non mi ha aiutato minimamente. Hai detto bene, è stata una scelta consapevole, conosco la sostanza non posso dire di non essere a conoscenza dei rischi che comporta usarla.entro l'estate mi sono posta l'obiettivo di smettere, e trovare un modo più costruttivo per affrontare il problema.

Aggiungo una cosa, ma perché mi sembri una persona molto intelligente e molto consapevole.
Fatti in ogni caso aiutare da qualcuno, gruppi, terapeuti o altro (personalmente ti direi un gruppo degli anonimi, almeno per qualche mese e farti un'idea, ma giusto perché quello che conosco). Il punto sta proprio nell'incassare quello che non ti piace, senza andare via. Non so se ho reso l'idea.

La dipendenza prima che un problema di sostanza è di fondo un problema di relazione, sempre e comunque, del quale non si ha nessuna colpa perché in genere è l'unico modo di relazionarsi con la realtà e con gli altri con cui si è giunti in contatto. L'"autonomia", che è esattamente il contrario (perché è ovvio che qui non stiamo demonizzando un viaggio, piuttosto che una riga ogni tanto, che alla fine in sé sarebbe un uso ludico) della dipendenza, in certi contesti relazionali non s'impara perché non c'è oggettivamente modo di imparare a relazionarsi in un modo più sano.
Per questo smettere da soli è difficile: non è questione di vigliaccheria, per niente, è che occorrono modelli sani che non si conoscono (che non conosciamo/conoscevamo ;-)) perché nessuno ce li ha insegnati e non si immaginano neanche.

grazie.davvero. concordo tanto di quello che hai scritto.
sto facendo delle sedute da uno psicologo con i miei genitori.psicologo che mi ha seguito quando ero sedicenne,nel post ne parlo le prime sedute mi aveva proposto ''farmaci o comunità''. Anche se non ho una grande affinità ne grande fiducia nelle sue capacità sinceramente(fa più da mediatore che altro,e lo ammette tranquillamente!) da quando ho iniziato queste sedute,le mie crisi se ne sono andate. in pochissimo tempo!
però sono sedute sporadiche, dovrei trovare qualcuno che stimi davvero, da vedere almeno una volta a settimana. per curiosità, tu che tipo di esperienze hai avuto con psicologi e figure analoghe? Io non ho ancora trovato qualcuno degno di essere chiamato psicologo.

credere in un autorità superiore. Sottilmente anche le dinamiche paziente-psicologo presuppongano che tu creda in un ''autorità'' (io-sono-il-dottore-tu-la-paziente)
emblematico,quello che disse una volta mio padre(dire che è terra-terra, è poco..) quando gli parlai della modalità strettamente farmacologica del mio psichiatra:''ti devi affidare.lui le ha studiate queste cose.''
ehm...guarda caso non chiariva mai i dubbi che avevo, era molto vago,il che mi spaventava ancora di più. Oltretutto, costantemente assente non rispondeva mai al telefono,era un casino anche solo spostare o fissare un appuntamento,era addirittura un privato, a cui sganciavo 100 euro a seduta.
non c'è nessun tipo di test, come fa ad essere sicuro che io abbia uno ''squilibrio chimico''?
quali modalità usa, per inquadrarmi e farmi rientrare nei suoi schemi prestabiliti?
e soprattutto,cosa fa il farmaco chimicamente?cosa potrebbe farmi a lungo andare?
sono tutte domande a cui ho dovuto dare risposte da sola, ma quando mi sono ben informata su quello che erano i farmaci la sua modalità era lampante, semplicemente mi stava sedando.
Così l'ultima volta che ci sono stata, gli ho parlato della mia paura dei farmaci, che mi spaventavano, gli avevo scalati da sola perché non mi davano più alcun beneficio.Lui ha riscritto la terapia identica, con l'aggiunta di un antidepressivo.''questa tristezza va debellata'' (a suon di antipsicotici e antidepressivi)
adieu. ho cestinato tutto, non l'ho più visto.
Mi viene anche da domandarmi cosa sarebbe successo, se mi fossi veramente affidata ai miei genitori e allo psichiatra.
forse a quest'ora invece che dall'eroina sarei dipendente dai farmaci.
E dall'eroina non ho neanche tutta questa dipendenza.(non ha niente a che vedere con la ''roba'' spesso si tratta di fentalin) sento che questo sia l'ultimo dei miei problemi.

Comunque i gruppi a sfondo religioso, mai.Ho già avuto esperienze pessime.
Credo che proverò a cercare un bravo terapeuta...anche la cognitivo comportamentale potrebbe aiutare, che ne pensi?
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Messaggio  merla Gio Apr 14, 2016 5:03 pm

Penso di sì, ma non lo so. Smile
Davvero, non credo che l'orientamento faccia poi così tanto la differenza, fatto magari salvo certe scuole sostanzialmente psicanalitiche, quanto molto il rapporto che si crea con la persona.
E cmq, giustamente, devi scegliere tu la situazione e la persona con cui ti trovi meglio.

Però, inutile prenderti in giro, qualsiasi percorso terapeutico comporta un atto fideistico. Anche la cognitivo-comportamentale e proprio per il discorso che ti facevo prima. Se uno conoscesse già dinamiche più funzionali e conoscesse i lati di se stesso da cui si difende, non ci sarebbe il problema della dipendenza né la maggior parte dei disturbi dell'umore: qualsiasi strada implica di accettare di diventare qualcosa che oggi tu non conosci e che può anche spaventare.
Poi se sia meglio la dipendenza da eroina o da antipsicotici, francamente non lo so, mi sembra abbastanza una scusa, come io che sto a dire "Sì ma io fumo tabacco" cheers

Il grosso punto, ed è un nodo più essenziale di quanto non sembri, è proprio che nella dipendenza da eroina coltivi l'illusione di gestirti, nell'assunzione dei farmaci accetti in partenza di farti gestire da qualcun altro in un ambito in cui tu per il momento non sei in grado di farlo da sola. Ovvio che devi fidarti di questa persona e devi fidarti della strada scelta, per cui se ti orienti sull'antipsichiatria, non ha senso tentare un percorso psichiatrico. Però tieni presente che chiunque per vivere in una società (e paradossalmente anche per fare la vita eremitica perché cmq devi fidarti della tua salute e dei fenomeni naturali anche per andare a vivere in una grotta) tutti in partenza fanno degli atti di fede, altrimenti non potrebbero vivere. Nel momento in cui ti metti alla guida della macchina tu confidi che tutti tengano la destra, si fermino ai semafori e che più o meno rispettino le regole di circolazione di massima, altrimenti nessuno potrebbe guidare. Sembra un esempio stupido però il fatto è che tu non hai nessun controllo effettivo su come guidano gli altri, e ti devi fidare, e lo stesso si può dire della stragrande maggioranza delle situazioni di vita. Altrimenti si confondono autonomia e onnipotenza.

Il nodo essenziale è trovare cmq un percorso in cui tu riesca a scegliere di fidarti (perché la fiducia, se non la si "sente", la si può comunque scegliere), almeno per un periodo, anche quando sembra non funzionare e non capisci dove ti porta. Una psicoterapia quasi sempre richiede molti più atti fideistici di una terapia farmacologica, che tanto quanto sai che effetto ti fa, perché lo vivi: non è una strada in discesa, per niente. Per questo il mio consiglio sarebbe anche di trovarti delle persone di supporto, non necessariamente i gruppi dei 12 passi (che non sono a sfondo a religioso, non mi fraintendere, ti chiedono di affidarti, ti propongono in sostanza, di smollare il tuo controllo, che è quello che oggi ti danneggia), ma comunque qualcuno con cui confrontarti proprio mentre segui un percorso individuale.
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Messaggio  brainbow Gio Apr 14, 2016 8:08 pm

merla ha scritto:Penso di sì, ma non lo so. Smile
Davvero, non credo che l'orientamento faccia poi così tanto la differenza, fatto magari salvo certe scuole sostanzialmente psicanalitiche, quanto molto il rapporto che si crea con la persona.
E cmq, giustamente, devi scegliere tu la situazione e la persona con cui ti trovi meglio.

Però, inutile prenderti in giro, qualsiasi percorso terapeutico comporta un atto fideistico. Anche la cognitivo-comportamentale e proprio per il discorso che ti facevo prima. Se uno conoscesse già dinamiche più funzionali e conoscesse i lati di se stesso da cui si difende, non ci sarebbe il problema della dipendenza né la maggior parte dei disturbi dell'umore: qualsiasi strada implica di accettare di diventare qualcosa che oggi tu non conosci e che può anche spaventare.
Poi se sia meglio la dipendenza da eroina o da antipsicotici, francamente non lo so, mi sembra abbastanza una scusa, come io che sto a dire "Sì ma io fumo tabacco" cheers

Il grosso punto, ed è un nodo più essenziale di quanto non sembri, è proprio che nella dipendenza da eroina coltivi l'illusione di gestirti, nell'assunzione dei farmaci accetti in partenza di farti gestire da qualcun altro in un ambito in cui tu per il momento non sei in grado di farlo da sola. Ovvio che devi fidarti di questa persona e devi fidarti della strada scelta, per cui se ti orienti sull'antipsichiatria, non ha senso tentare un percorso psichiatrico. Però tieni presente che chiunque per vivere in una società (e paradossalmente anche per fare la vita eremitica perché cmq devi fidarti della tua salute e dei fenomeni naturali anche per andare a vivere in una grotta) tutti in partenza fanno degli atti di fede, altrimenti non potrebbero vivere. Nel momento in cui ti metti alla guida della macchina tu confidi che tutti tengano la destra, si fermino ai semafori e che più o meno rispettino le regole di circolazione di massima, altrimenti nessuno potrebbe guidare. Sembra un esempio stupido però il fatto è che tu non hai nessun controllo effettivo su come guidano gli altri, e ti devi fidare, e lo stesso si può dire della stragrande maggioranza delle situazioni di vita. Altrimenti si confondono autonomia e onnipotenza.

Il nodo essenziale è trovare cmq un percorso in cui tu riesca a scegliere di fidarti (perché la fiducia, se non la si "sente", la si può comunque scegliere), almeno per un periodo, anche quando sembra non funzionare e non capisci dove ti porta. Una psicoterapia quasi sempre richiede molti più atti fideistici di una terapia farmacologica, che tanto quanto sai che effetto ti fa, perché lo vivi: non è una strada in discesa, per niente. Per questo il mio consiglio sarebbe anche di trovarti delle persone di supporto, non necessariamente i gruppi dei 12 passi (che non sono a sfondo a religioso, non mi fraintendere, ti chiedono di affidarti, ti propongono in sostanza, di smollare il tuo controllo, che è quello che oggi ti danneggia), ma comunque qualcuno con cui confrontarti proprio mentre segui un percorso individuale.

non mi fraintendere,era puramente una curiosità,e il confronto con gli altri fa sempre bene. immagino che non ci sia una formula comune,ma ognuno trova la sua personalissima strada per uscirne.
Ottima metafora, concordo che la fiducia è imprescindibile soprattutto nel rapporto con il terapeuta.
Comunque, con la persona che mi ha seguito,ho scelto di fidarmi anche se ero scettica fin da l'inizio... e in fondo, questa esperienza mi è servita,soprattutto per capire che avevo bisogno di orientarmi su un altra strada.
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