Ho perso la voglia di proseguire

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Messaggio  Raffaele Mer Mar 16, 2016 12:03 am

Ciao. Mi chiamo Raffaele e quella che sto per raccontarvi è la mia storia.
Sono nato a novembre nel 1988, figlio unico di due genitori entrambi professionisti e che, economicamente, non mi hanno fatto mancar nulla.
Non mi hanno chiesto il permesso quando mi hanno fatto fare la primina mentre volevo rimanere un anno in più a giocare con i miei amici da bambino all'asilo. Essendo nato a novembre, il sottoscritto si è ritrovato un anno e mezzo prima ad andare a scuola rispetto agli altri coetanei. Questo mi ha reso sempre il più piccolo della classe. Di conseguenza, mi sono sempre sentito troppo piccolo per i miei compagni di classe e troppo maturo per i miei coetanei che, di conseguenza, mi snobbavano ritenendomi un ragazzo noioso. Essendo il più piccolo, ogni volta, mi sono ritrovato ad essere considerato semplicemente un conoscente (nemmeno un amico) dalle ragazze mentre quelli più grandi, spesso e volentieri, facevano opera di bullismo con il sottoscritto. E così che ho passato tutte le scuole medie e superiori, quel periodo di formazione in cui si vive la propria adolescenza. Senza una fidanzata, vittima di bullismo e perennemente senza riuscire a considerare delle persone dei veri amici. Tra le altre cose, furono i miei genitori a decidere anche che dovessi fare il liceo scientifico mentre, invece, avrei voluto fare la ragioneria e poi iscrivermi ad economia all'università oppure studiare teatro, per il quale sono stato sempre portato ed appassionato.
Invece i miei genitori si fissarono con l'idea di farmi fare medicina e nessuno, nemmeno io, riuscì a smuoverli da quella condizione. Si fissarono così tanto che, alla fine, me ne convinsi anch'io. E, così, mi diplomai con 97/100 all'università e rinunciai a tutte le feste della mia vita per studiare, studiare ed ancora studiare. Prima per i test di medicina (che non passai) e poi per gli esami universitari a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, corso di laurea preso con la promessa esplicita da parte dei miei genitori (persone abbastanza ricche da permetterselo) che mi avrebbero comprato una farmacia finiti i miei due anni di pratica professionale post laurea. Ho rinunciato, così, a tutto. Amici, feste comandate (Natale, Pasqua, Estate) sempre per studiare. Ero diventato un tutt'uno coi libri ma, nonostante il mio impegno costante, i miei voti non erano eccelsi perché ho odiato ognuno dei 49 esami che ho sostenuto in quel maledetto corso di laurea, convinto del fatto che, al termine dei miei studi, sarei stato ripagato almeno economicamente ed avrei potuto rifarmi una mia vita, magari abitando lontano dai miei genitori, senza dover dipendere da loro e quindi libero di vivere come preferivo. E così mi sono laureato ed abilitato. Si, ora sono ufficialmente un farmacista con un voto di laurea di 96/110. Mi sono laureato esattamente il 5 febbraio 2014 in qualcosa che ho talmente odiato che non ho voluto far nemmeno la festa di laurea o un rinfresco al termine della stessa.
Ovviamente, i miei genitori non hanno mantenuto le loro promesse, tradendo la mia fiducia.
Ed ora? Ora mi sento deluso. Sono deluso di essere stato sempre un ragazzo bisognoso d'affetto che nessuno gli ha mai donato. Sono deluso dal fatto di non essere stato libero di compiere una singola scelta nella mia vita (nemmeno nella scelta dei vestiti). Sono deluso dal fatto che mi guardo allo specchio ogni giorno e mi faccio schifo, sentendomi un fallito. Sono deluso dalla mia professione, che è solo questione di business al soldo di un padrone. Sono deluso dal fatto che non ho potuto vedere nemmeno un fottutissimo concerto gratuito di capodanno per via dell'iperprotettività di mia madre. Sono deluso dall'essere terrorizzato nel frequentare una qualsiasi ragazza perché se solo mi azzardassi a portarla a casa, per ogni mio minimo mostrare il mio vero carattere ai miei sarebbe bisfrattata lei con epiteti nemmeno tanto carini solo perché, magari, finalmente riuscirei a tirare fuori quelle palle che non ho mai avuto. Sono deluso dal fatto che non ho un lavoro nonostante lo stia cercando freneticamente e che al momento è l'unica cosa che mi permetterebbe di eliminare i miei genitori dalla mia vita e di poter non tornare ma INIZIARE a vivere. Sono deluso dal fatto che ogni donna conosciuta mi dice che sono un principe azzurro, che sicuramente troverò una ragazza adatta a me perché sono il ragazzo perfetto, ma nessuna mai mi ha detto chiaro e tondo "voglio te". Sono deluso da tutto questo ed ancor di più sono deluso dal fatto che a tradirmi per primi sono state le stesse persone che mi hanno messo al mondo e mi hanno costretto in questa situazione.
Il mio desiderio, ormai, è quello di lavorare per eliminare i miei genitori dalla MIA vita. Per costruirmi un MIO futuro.
Per questo motivo, mi sono dato un termine: il 26 dicembre. Giorno di Santo Stefano. Perché proprio quel giorno? Proprio perché desidero passare l'ultimo Natale della mia vita festeggiando, cosa che mi è mancata praticamente da sempre, non avendo mai avuto dei veri amici.
Perché scrivo questo topic anche se ho deciso di farla finita lo stesso ormai?
Semplicemente perché voglio lasciare una traccia ad ogni genitore che deciderà di scegliere al posto dei figli pensando, magari, di far loro del bene: NON FATELO. Lasciateli sbagliare con la loro sacrosantissima testa. Fategli sbattere il muso, ma fate che siano loro a fare ciò che amano.

Raffaele

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Messaggio  deultimo Mer Mar 16, 2016 4:01 pm

Benvenuto Raffaele, sono Antonio di anni 44 e mi riconosco, almeno in parte, nella tua storia che è molto simile alla mia, con la differenza che il sottoscritto si è reso conto della coercizione genitoriale, chiamiamola così, piuttosto tardi. Circa tredici anni fa decisi di comprarmi un appartamento, per i fatti miei, in cui poter svolgere la mia professione tecnica, sempre per i fatti miei. Credevo così di potermi affrancare dalla casa e dipendenza dei miei genitori, anche se meno imposta rispetto ai tuoi, nel senso che non mi hanno mai obbligato a niente, ero io che non ho mai saputo scegliere cosa fare a non conoscere perfino i miei gusti, era la mia volontà ad essere debolissima, così mi sono affidato quasi completamente a loro. Purtroppo, nonostante vivessi per conto mio, non ho potuto farmi una vita mia, il mio appartamento è infatti a pochi chilometri dai miei, e ho detto tutto, hai capito, credo, casa mia più che una casa è una tana, un rifugio, mi sento un rifugiato in casa. Qualche anno fa mi sono imposto di tagliare completamente e definitivamente il cordone ombelicale e, manco a dirlo, ho avuto una pesante crisi nervosa perchè non ho pensato (allora stavo troppo male per pensare e sapere cosa facevo) che attaccato a quello stesso cordone c'era tutta la mia povera esistenza, in particolare il mio lavoro autonomo in cui non eccellevo, per ovvie ragioni, ma ero cmq bravo, almeno a detta dei miei clienti. Per dirla con una metafora: ho mandato tutto al diavolo e mi sono ritrovato con il suo tridente nelle chiappe. Paradossalmente oggi mi ritrovo ancora più dipendente dai miei genitori, con una differenza, non sto più male, non almeno come prima. Infatti ho trovato il coraggio, e per me ti assicuro che è stata un'impresa titanica, di iscrivermi in una chat, e lì ho conosciuto una donna con la quale ho attualmente una storia, con i suoi alti e bassi, come puoi ben immaginare. Fortunatamente lei vive abbastanza lontano da casa mia (e dei miei); fortunatamente (non dovrei dirlo, ma lo dico) sono disoccupato e perciò ho tutto il tempo che voglio per allontanarmi da casa mia (e dei miei) per giorni, anche per una settimana intera per andare da lei e tentare di costruirmi (con lei), almeno saltuariamente, una sorta di vita tutta mia che, ti assicuro, non ho mai avuto, al di fuori della mia professione. Ti sembrerà strano o particolare, ma sopra l'appartamento della mia fidanzata, o quello che è, dorme un uomo, più vecchio di me, ancora con i suoi, padre e madre, quest'ultima una vera arpia, un dittatore che comanda il figlio a bacchetta. Quest'uomo ha una bella casa tutta sua, un bel lavoro, un bel conto in banca, una bella macchina, eppure tutte le sere rientra a casa dei suoi e lì mangia e dorme. Poi la mattina presto, sempre alla solita ora, si alza e se ne va, anche la domenica! per consentire alla sua bella mammina di fare le sue ossessive pulizie quotidiane. Io oggi non ho una macchina, non ho un lavoro, non posso permettermi niente, neanche le mutande, eppure ti assicuro, che quando alla mattina presto sono a letto con lei e sento questo uomo che si agita di sopra con tutte le sue belle cose e case costretto alla levataccia per condurre la sua vita da schiavo, letteralmente, in casa e fuori, lo compatisco quasi fino ad arrabbiarmi, e allo stesso tempo mi dico di essere, con tutta la mia vita di fallito totale, un uomo fortunato. Spero che ti possa consolare questa storia, la consapevolezza di non essere solo e che c'è sempre una speranza, prima o poi, di ribaltare la frittata. Se ce l'ho fatta io, può farcela chiunque, stai certo. In bocca al lupo.

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Messaggio  Paolozeder Ven Mar 18, 2016 11:57 am

Non prenderla come una brutta risposta,ma nel tuo caso ti avrebbe fatto bene il servizio militare.
Ti avrebbe tolto per un anno dall'ambiente famigliare.
Ti saresti messo alla prova confrontandoti con altri nella tua stessa situazione.
Avresti conosciuto il senso del cameratismo e dell'aiuto reciproco.
Io ho fatto 10 anni nell'esercito, più precisamente nella Folgore.
È stata dura i primi tempi.
Ma oggi quei momenti mi mancano fortemente.

Paolozeder

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Messaggio  corolla Ven Mar 18, 2016 4:33 pm

del tuo racconto mi ha colpito il peso che tu attribuisci all'essere andato a scuola un anno e mezzo in anticipo. Anche a me è successo. Quando parlo con altri dei problemi che questo mi ha creato nessuno mi capisce e tutti pensano che io esageri. A dire il vero mi è andata bene fino alle scuole superiori, perché avevo un gruppo di compagni piccolini come me, i cui genitori erano stati altrettanto incoscienti dei miei, ma le cose sono cambiate all'università. Non solo in mezzo ai miei nuovi compagni universitari mi sentivo un pesce fuor d'acqua, ma ho dovuto scegliere la facoltà a diciassette anni e mezzo, quando non ero per niente in grado di fare scelte consapevoli. Sebbene non mi sia andata tanto male (alla fine quello che ho studiato e il lavoro che faccio non sono del tutto lontani dalla mia personalità e in qualche modo mi interessano) ritengo che se avessi potuto scegliere da più matura, con una maggiore consapevolezza, la mia vita sarebbe stata completamente diversa. Peraltro iniziando l'università mi sono anche allontanata da casa perché frequentavo in una città molto lontana dalla mia. Sebbene questo mi abbia aiutata a conquistare un'indipendenza (dopo la laurea ho deciso di rimanere nella città in cui avevo frequentato l'università e mi sono resa quasi subito indipendente economicamente) ritengo che la scelta sia stata dettata più dall'urgenza di allontanarmi da un certo ambiente che da criteri razionali, e che se mi fossi trovata in condizioni diverse con una maggiore capacità di riflettere e una maggiore sicurezza in me stessa, avrei compiuto scelte meno faticose. Capisco quindi il tuo passato. Penso anche che adesso tu abbia la forza per costruire la tua vita, devi solo crederci e avere il coraggio di fare qualche passo "azzardato": accettare inizialmente un lavoro qualsiasi, accettare qualche sacrificio pur di stare un po' per conto tuo (condivisione di un appartamento con amici, cambio d città, viaggio all'estero...)

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Messaggio  newnew Sab Mar 19, 2016 1:39 am

Ciao Raffaele.

Capisco che tu ora ti possa sentire amareggiato, però secondo me stai esagerando.

Non pensare che se non fosse stato per la promessa dei tuoi la tua vita sarebbe stata tutta fidanzate a gogo e divertimenti. Molto difficile. La felicità e le soddisfazioni latitano, soprattutto tra i giovani.

Quindi, ci sta che tu sia stanco, amareggiato, arrabbiato.

Però oggettivamente non sei in una brutta situazione.

Tieni duro, riuscirai a trovare un lavoro, andrai a vivere per conto tuo, ti farai la tua vita, e magari un giorno ti riappacificherai con i tuoi genitori, ogni cosa sarà a posto, tuttò sarà andato bene. Questo è quello che ti auguro.

Tieni duro, credici, non risparmiarti, cerca anche in altre città. Una volta che troverai lavoro tutto inizierà a volgere per il meglio, le cose inizieranno ad andare nel verso giusto.

Ciao!

newnew

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