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Messaggio  Inverso Gio Gen 01, 2015 3:00 pm

Ciao M.,

Nel momento in cui scrivo questa mail non so ancora se la invierò, ora stesso ho ritrovato una bozza di 2 mesi fa che non ti ho mai inviato. Scrivo per vedere che effetto mi fa, pensando di scrivere a te.
Se non la invierò, sarà perché alla fine sentirò che non sia giusto che tu legga quello che ho scritto.
Se la invierò, sarà perché non sentirò tale consapevolezza, quindi semplicemente lo farò perché finora non l'ho fatto, perché ogni strada che sto provando sembra non aiutarmi e l'unica cosa che posso fare è provarle tutte.

Ti parlai una volta, verso la fine del nostro rapporto, di problemi che avevo avuto durante l'adolescenza a seguito della fine della mia prima breve storia.
Ho riavvertito l'insorgere delle stesse sensazioni, o meglio non-sensazioni, poco più di 2 anni fa.
Ricordo bene che eravamo da Claudio, io mi accesi una sigaretta fuori mentre tu eri dentro sul divano: nella mia mente scattò quel qualcosa che non era successo da anni, che mi aveva fatto credere un tempo di non essere sano di mente. Mi spaventai, reagii nell'unico modo che sapevo e che mi aveva aiutato quando ne ero uscito in passato: ignorando.

Ma la cosa ha continuato a ripresentarsi sempre, più o meno di frequente, più o meno a lungo, invisibile agli occhi degli altri, era comunque qualcosa che avevo imparato a controllare e a dissimulare, ossia ad ignorare appunto, nel passato.
L'ignorare implicava ovviamente il non parlarne, che le avrebbe solo dato maggiore importanza: se non fosse passata ignorandola, avrei accettato che faceva parte di me, che per questo era tornata.
Continuai a pensarla così, perché nulla cambiava, le nuvole arrivavano ad oscurare tutto senza motivo né preavviso, poi si diradavano e tornava la sensibilità che sentivo come mia.

Dopo il distacco che c'è stato fra di noi, la cosa ha assunto forme diverse. Non sono più state nuvole, non sono più state sospensioni di sensibilità, ma abissi profondi di angoscia e disperazione con un senso di inutilità e di tutto-sbagliato, che durano tuttora ad intensità variabile e che continuo ad alternare con alcuni momenti di benessere in cui riemergo, senza ragione di causa-effetto.
Non credo che si possano rendere questi stati con le parole, ma credo di avere un concetto chiaro di normalità e questi stati sono fuori dal comune intendere: se capitassero ad una persona che non li ha mai avuti, questa penserebbe di essere impazzita, così come io l'ho pensato e tante volte continuo a pensarlo.
Ho iniziato ad avere seri problemi di insonnia, che in misura molto minore si presentavano già prima come ricorderai. Ho tentato rimedi sia con farmaci che con agopuntura cinese, adesso non posso dire di dormire tanto e sereno ma sono in una condizione accettabile che per diversi mesi non ho avuto.

Negli ultimi 2 mesi mi sono allontanato dalla mie frequentazioni abituali, ho abbandonato tutti i vizi che avevo, ho iniziato a praticare Yoga e meditazione.
Tutto ciò non l'ho fatto per profonda convinzione, che non riesco ad avere ferma in niente, sono tutti tentativi più o meno disperati di migliorare e stabilizzare la mia condizione. Non so cosa voglio per me, non so chi sono, non sento di stare andando in una direzione che mi permetterà di capirlo.
Poche e contaminate le cose buone che riesco a riconoscere dell'ultimo periodo. Un riavvicinamento con i miei genitori, che però cerco egoisticamente solo nei momenti di bisogno e nei confronti dei quali sento colpa e vergogna per quello che sono diventato, dovrei alla mia età essere già in grado di prendermi cura di loro per il futuro, invece sono un relitto. Un lavoro che nonostante tutto sono riuscito a continuare a svolgere, ma per il quale non riesco ad avere idee chiare di come e anche dove lo vorrei per il mio futuro, come del resto non mi sono mai sforzato di averle.

Le uniche prospettive a cui penso nell'immediato futuro sono la consultazione di un qualche specialista per valutare la mia condizione, ma ho davvero poca fiducia viste le esperienze che ho avuto in passato, la partecipazione a gruppi di auto-aiuto o di volontariato su problematiche simili alla mia, ma onestamente non riesco a vedere queste cose molto diversamente da dei tentativi piuttosto disperati e non credo che potrei essere d'aiuto o riceverne nelle condizioni in cui sono. Continuerò a sopravvivere, è il meglio che sono riuscito a fare finora e credo lo sarà ancora per molto tempo.

Credo di non essermi mai aperto così tanto con te, l'ho fatto ora che non ha più senso farlo, ma direi che questa cosa è in linea con tutto il resto.
Nell'ultimo periodo che siamo stati insieme avevo cercato di parlarti di più del mio vissuto, mi dicesti che ti ero sembrato un po' pazzo, non so se la cosa abbia contribuito a farti allontanare o meno, ma direi che non ha molta importanza.
Il modo in cui tu eri disposta e mi era sembrato anche propensa a continuare a tenerci in contatto per me non può andare bene, forse leggendo tutto questo puoi capire anche meglio perché.

Tutto ciò che sono riuscito a concludere sul nostro rapporto, in tutto il tempo che è trascorso dalla fine e che ho vissuto come ti ho detto, è che credo di avere avuto delle colpe, con te e con me stesso, non sono una vittima della situazione in cui mi ritrovo.
Sono però sicuro di una cosa che sentivo, al di là di tutti i problemi che avevamo: per come la sentivo io, non ti avrei mai lasciata sola nel mondo.
Io ora sono solo nel mondo, perché anche le persone che vogliono aiutarmi non riescono a farlo, probabilmente anche tu non avresti voluto o potuto farlo oltre un certo punto, ma per tanto tempo ho creduto e sperato il contrario.
Sicuramente tu eri arrivata a sentire la cosa in modo diverso, da preferire di rimanere da sola che continuare a stare con me nel modo in cui eravamo arrivati a stare, quando l'ho capito non mi sono più voluto opporre, come diverse altre volte avevo fatto.

Se non risponderai per me va bene, lo dico davvero.

Ti auguro che questo sia un buon anno per te, migliore di quanto sia stato il precedente, e lo auguro anche a me.


M.

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