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Messaggio  Ospite Mar Gen 13, 2009 3:57 pm

Ciao a tutti.
Sono nuova di questo forum, nuova delle tematiche che si affrontano in questo forum, nuova di tutto.
Non ho problemi di depressione ora, anche se in passato ho affrontato un percorso di psicoterapia per affrontare dei nodi irrisolti che riguardavano traumi infantili mai sciolti.
Ho una storia con un ragazzo conosciuto alcuni mesi fa, ci siamo subito "trovati", è stato un incontro davvero magico per moltissimi aspetti... Dopo qualche mese di euforia, condivisione e affetto tutto è cambiato.
All'improvviso, qualche mese fa, ha iniziato a dirmi che sta attraversando un periodo difficile, che gli è già accaduto in passato di trovarsi ad affrontare periodi in cui non è in grado di dare nulla, di fare nulla oltre a ciò che è indispensabile per andare avanti. All'inizio non capivo, in realtà non capisco tutt'ora appieno cosa gli stia accadendo... all'inizio ho semplicemente pensato che la nostra storia fosse già finita, svanita la novità e l'euforia dei primi tempi. Lui mi dice che non è assolutamente così ma che non riesce a vivere questo momento altrimenti che da solo, quindi rifiuta molto spesso la mia presenza, non mi cerca mai, parla pochissimo.
Dalle poche cose che mi ha detto ho però la quasi certezza che avrebbe bisogno di un aiuto per provare a uscire dallo stato in cui si trova. Ho anche provato a dirglielo ma lui rifiuta anche l'ipotesi... è dimagrito, non dorme, è insoddisfatto della sua vita e vede tutto questo come la possibile causa del suo malessere. Io credo che sia invece il suo malessere (la depressione?) a causare l'insonnia e tutto il resto.
Sto soffrendo molto anch'io, innanzitutto perché non posso aiutarlo: ci conosciamo ancora da poco e le mie parole e i miei consigli, oltre a essere inutili, vengono probabilmente visti come un'intrusione illecita. Soffro nel sapere che sta male e che in qualche modo accetta la situazione. E poi soffro nel sentirmi rifiutata... purtroppo anch'io devo convivere con insicurezze e "piccoli" traumi che mi rendono difficile riuscire a credere a tutto quello che mi dice una persona che ancora stavo conoscendo. Non so se sono in grado di stare accanto a una persona che sento così fredda e distante, da me e da tutto, non so proprio come si fa, solo che non riesco a pensare di allontanarmi anch'io, anche se ora lui mi dice chiaramente di non potermi dare nulla perché proprio non ce la fa. Ho cercato di non essere "egoista" e di concentrarmi solo su di lui, ma è il suo rifiuto di farsi aiutare seriamente che mi preoccupa.
Se avete qualche consiglio su come posso comportarmi vi prego di rispondermi, ne ho davvero bisogno...
Grazie.

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Messaggio  Viola Mar Gen 13, 2009 9:11 pm

Ciao Claudia, credo che alla risposta di piccola 89 , molto saggia, non ci sia molto da aggiungere se non magari , visto che sei preoccupata , di parlarne con un suo amico/a di modo che qualcun altro possa stargli vicino oltre te....Difronte a un "rifiuto" , si soffre, poi bisognerebbe cominciare ad imparare a stare nella frustazione del rifiuto, della distanza, del senso di impotenza. Poi informati se vuoi , perchè ci sono centri di aiuto per la depressione, che contemplano anche uno spazio dedicato ai familiari del depresso, cosa che ti fa capire quanto complessa e difficile sia la situazione e il relazionarsi....E proprio per questo motivo ti incito a mantenerti una buona dose di egoismo, quello buono, quello per Te. A presto...
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Messaggio  merla Mer Gen 14, 2009 10:03 am

Ciao Claudia,

ti rispondo perchè, pur avendo problemi di depressione, sto portando avanti da 3 anni una relazione con una persona, che ha anche lui problemi di depressione...quindi di relazioni con/tra depressi me ne intendo. Very Happy

I consigli di viola e piccola sono validissimi, soprattutto mi sembra un'ottima idea (visto che a questo ragazzo tieni molto) quella di rivolgerti a un centro, dove possano aiutarti nel cercare l'atteggiamento migliore per rapportarti con lui, e soprattutto spiegarti per bene, cos'è la depressione e come si manifesta.
In generale, io credo che si possa stare vicino a un depresso (sempre che il tuo ragazzo lo sia) solo a patto di mantenere sempre una certa razionalità di fondo, che può sembrare anche egoismo, ma in realtà non lo è.
Purtroppo, se intende risolvere i suoi problemi, questa decisione deve essere soltanto sua, tu gli puoi stare accanto, aiutarlo quando non ce la fa, ma la volontà deve essere sua, non ci sono amici, parenti o strutture che possano sostuirsi a questo.

Il mio consiglio, è di portare pazienza, magari cercando di stimolarlo, facendogli sentire la tua presenza in modo discreto, ma sempre e solo nei limiti in cui la cosa non ti costa troppo, e quanto ti costi a livello emotivo, è un aspetto che puoi conoscere soltanto tu.
è brutto dirlo in questi termini (e qualcuno mi volerà agli occhi), ma una relazione è sempre un po' un "do ut des", e se ti sacrifichi troppo, soprattutto in caso di problemi psichici, finisci solo per cadere nella voragine di apparente egoismo e vittimismo, che, almeno agli occhi di chi ci sta vicino, accompagnano sempre la depressione.
Se poi il suo non volersi curare né affrontare il problema, dovesse essere più forte e più importante della vostra relazione, allora lascia perdere. Una relazione con una persona che non vuole prendere in mano la sua vita e si arrende, purtroppo, non è possibile, per quanto l'intesa e i sentimenti siano forti.

merla

PS: circa 5 mesi fa il mio ragazzo e io ci siamo lasciati per un paio di mesi, proprio per questa ragione. Adesso, anche se i problemi non sono ovviamente ancora tutti risolti, siamo in procinto di traslocare, perchè lui si è trasferito nella mia città e ha deciso di prendersi in mano la sua vita (almeno spero). Quindi, non disperare, se son rose fioriranno!
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Messaggio  Stef Gio Gen 15, 2009 1:00 am

Cara Claudia, ho messo nell'oggetto "Cara Claudia" per un motivo ben preciso. Te.
"Tu" sei importante (cioè sei importante per te stessa) ma a questo ci devi arrivare tu.
Indubbiamente non si può amare se prima non si ama se stessi.
Da soli non siamo niente, ci deve pur essere qualcosa per cui vivere, che ci dia la forza di agire, di risolvere problemi, di affrontare fatti nuovi positivi e negativi.
Dobbiamo dare un senso alla nostra vita.
Detto questo parliamoci chiaro: nessuno può lasciare che un altro muoia per il proprio egoismo, a meno ché proprio non ce la si fa. Tutti abbiamo dei limiti ma non è obbligatorio che rimangano allo stesso livello per tutta la vita, possiamo sempre portarli più in là, un pochettino più in là.
Non si può sempre aspettare "che l'altro ci ami", che ci ritorni qualcosa. Non possiamo sempre agire per il nostro tornaconto personale. Possiamo vivere rispettosamente ma non per forza da soli. Se ho un pezzo di pane lo dividerò con te, non debbo rimaner digiuno ma nemmeno negare il mio, seppur limitato, aiuto.
Voglio significare che il "do ut des" non è semplicemente dare per ricevere. Dobbiamo anche essere disposti a dare senza ricevere. Infatti il nostro amico semplicemente "non può" dare. E' semplicemente "malato" esattamente come uno che ha la bronchite. Però può curarsi, solo che i depressi hanno il piccolo difetto di credere (una convinzione vera e propria) che nessuno li può aiutare.
Ciò che lui dice è vero: non ha l'intenzione di rompere la relazione, ma non ce la fa, è diverso!
A questo punto mi dirai: «D'accordo che lo devo aiutare e devo amarlo senza aspettarmi nulla in cambiio - perché è malato e non ce la fa da solo - e d'accordo che devo curare me stessa affinché non manchi anche a me la salute fisica e psichica... ma allora cosa devo fare in concreto?»
Non credo ci sia una soluzione a tutto, una soluzione unica, una soluzione finale (l'unica soluzione finale ai nostri problemi non è quella che c'interessa qua). Credo piuttosto che ci sia una costellazione di mosse da fare.
Detto in breve:
Stargli vicino ma in maniera discreta senza cercare di dargli consigli e senza pretendere di aiutarlo (a meno che lui non acconsenta o lo richieda).
Portarlo gradualmente sulla strada della cura, cura come terapia ma anche come cura di sé (questa cosa è ultra difficile).
parlare con uno psichiatra senza di lui (sarai dettagliata sui sintomi e sulla sua storia per quel che ne sai - compresa te);
Se deve prendere medicinali aiutarlo a farglieli prendere (possibilemente a orario ma - se proprio non si riesce - anche fuori orario - purché li prenda). La questione dei medicinali sarà l'unica in cui dovrai essere un po' più inflessibile. Dovrai anche convincerlo dell'assoluta necessità dei farmaci, farlo arrivare psicologicamente oltre che di fatto. Se però dopo due mesi non sta bene bisogna premere sullo specialista per cambiargli la cura (e se non va nemmeno dopo bisogna cambiare lo specialista).
Non appena starà un po' meglio associare anche una psicoterapia presso uno psicoterapeuta che può essere lo stesso psichiatra (se è umano e se c'è feeling - altrimenti cambiarlo dopo una, due, massimo tre sedute - questo è importante!). In questo caso dev'essere un incontro alla settimana di un'ora. Anche una psicologa può avere questo compito ma deve essere esperta con i depressi perché anche un esperto può farsi l'idea che "è lui che non vuole uscire da questo stato" - il ché è assurdo: si può mai volere un tumore? E' lo stesso è per la depressione.
Le parole "comuni" d'incoraggiamento non servono (ma nemmeno quelle "realistiche" che lo facciano rendere conto che sta inguaiato e perciò deve curarsi). Puoi però "accompagnarlo" sia fisicamente (ad andare in bagno, a portarlo dallo specialista... tutto dove lui non ce la fa da solo) sia psichicamente non stancandoti mai (o non dandolo a vedere) e mantenendoti allegra con discrezione. Sarai "coach", allenatore: devi incoraggiarlo col tuo comportamento costante ma non duro. In realtà, in fondo al tuo cuore, dovrai essere perfetta e inflessibile.
Dovrai essere un po' come un agente segreto dei reparti speciali in un'emergenza. Dovrai fare le cose esattamente come vanno fatte, aiutare nel modo migliore e a sua misura, seguire le istruzioni degli specialisti, chiedere loro dei chiarimenti, dei suggerimenti ed essere sfrontata pur di esporre la situazione anche per cellulare, e non solo durante le visite. Cercare di ottenere risultati senza "spremerlo" troppo. Tenere a bada costantemente i genitori, gli amici, ovvero coloro che non capiscono, che non si compenetrano nel suo stato e nel tuo (altrettanto difficile). E' una missione, non è un'esercitazione.
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Messaggio  Ospite Sab Gen 17, 2009 11:41 am

Grazie per i consigli e soprattutto per aver considerato e la mia situazione... grazie davvero a tutti coloro che mi hanno dato una risposta, cercherò di fare del mio meglio anche se ho un forte senso di inadeguatezza...
A presto.

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Messaggio  Ospite Lun Ott 12, 2009 12:11 pm

Ciao a tutti.
La mia storia è finita e nel peggiore dei modi... ringrazio ancora le persone che mi hanno dato consigli su questo forum, e fin da ora ringrazio chi vorrà leggere...

Sono tornata qui dopo mesi, e rileggendo il mio topic ho davvero provato compassione per me stessa.
Quella che era la persona più importante per me, quella per cui avrei davvero fatto qualsiasi cosa, qualche tempo fa mi ha lasciata dicendomi di voler restare solo. L'ha fatto improvvisamente, senza parlarmi di persona, al telefono e senza che la sua voce tradisse alcuna emozione.
Questo dopo mesi in cui avevo cercato di fare tutto il possibile per stargli vicino, fargli sentire che il suo stato non era assolutamente un ostacolo ai miei sentimenti... Non viviamo vicini, per cui mi spostavo continuamente anche solo per vederlo pochi minuti, anche se ho 2 lavori e poco tempo libero. Ho sbagliato, perché ho messo la mia vita e le mie giornate al suo servizio, convinta che fosse la cosa da fare e convinta che ci saremmo ritrovati.
Dopo questo periodo, ritrovarmi all'improvviso senza di lui ha avuto su di me un effetto devastante. Non avevo mai sofferto di depressione invece ora sono io che mi sto curando, perché questa storia è stato l'evento "scatenante" di qualche cosa di latente.
Lui non mi ha più chiamata, non ha più voluto parlarmi, non mi ha più risposto al telefono, ai messaggi... completamente depennata dalla sua vita. Da quello che ho saputo ha avuto altre storie. Da quello che ho capito io sono stata una bella storia "estiva" dovuta a una fase euforica del disturbo bipolare. Ho cercato di capire meglio e ho trovato decine e decine di storie praticamente identiche alla mia. Ma questo non mi ha di certo "consolata", anzi...
Ho iniziato a non controllare il pianto, anche nei momenti più inopportuni, a soffrire di insonnia e inappetenza e ad avere pensieri suicidi. Ora sto seguendo una psicoterapia e una cura farmacologica. Ora che capisco bene, perché lo provo su di me, cosa sia la depressione, continuo a non capire come si possa ignorare completamente una persona che ti ama e che si preoccupa per te.
Tutt'ora il mio motivo più grande di sofferenza è non poter sapere nulla di lui, se sta meglio, se ha ripreso in mano la sua vita... perché il telefono squilla a vuoto e forse non avrebbe nemmeno senso che non fosse così. Le poche volte in cui ha risposto al telefono non mi ha quasi rivolto la parola, ha solo detto di stare male e non avere la forza di parlare. Poi mi è capitato di vederlo a distanza di poche ore ridere e baciare una ragazza...

La cura comincia a funzionare, la psicoterapia aiuta, piango molto meno, ma la sofferenza vera, quella che sta in profondità, non accenna ancora a placarsi. Nonostante tutto, non riesco a non pensare che sia stata colpa mia, che avrei dovuto agire diversamente. Forse se non fossi stata troppo presente, se non avessi fatto pressioni, lui avrebbe potuto fidarsi di me e volermi accanto.
E' un casino quello che ci succede dentro.
Io spero, qualunque sia il motivo, di non ferire mai nessuno in questo modo. L'indifferenza e il silenzio possono uccidere dentro, davvero.

Un abbraccio a tutti


Ultima modifica di Claudia79 il Dom Ott 18, 2009 8:15 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  Viola Lun Ott 12, 2009 1:48 pm

Premettendo che son daccordo con te che l'indifferenza faccia molto male...Ti chiedo di rileggerti questo:E poi soffro nel sentirmi rifiutata... purtroppo anch'io devo convivere con insicurezze e "piccoli" traumi che mi rendono difficile riuscire a credere a tutto quello che mi dice una persona che ancora stavo conoscendo. Non so se sono in grado di stare accanto a una persona che sento così fredda e distante, da me e da tutto, non so proprio come si fa, solo che non riesco a pensare di allontanarmi anch'io, ( ...quando non si sa come si fa o semplicemente non si sa come e cosa, la vita arriva a portarci una bella e forte esperienza per farci sapere.Tutto qui. Sta a noi cogliere l'insegnamento che c'è anche dietro un grosso dolore. A volte il dolore nasconde , perchè invadente nei momenti topici, le cause e le risposte a queste cause). Diciamo che possono arrivare le esperienze che attiriamo, proprio dal centro dei nostri problemi, che come hai ben scritto tu, esistevano prima che arrivasse il tuo ex. La paura dell'essere rifiutati, la paura derivante dai "piccoli" traumi...E ancora, anche io non riuscirei a stare con una persona fredda e distante, qualunque esso sia , il suo problema d'origine. E' e sarebbe e rimarrebbe il "suo" problema. Ad ognuno il suo.Passato il dolore(perchè passa, credimi), Occupati di Te. Di quello che ti riguarda.Hai anche scritto che ti è rimasto un dolore più profondo...Vai a vedere di che si tratta e da dove viene. Poi sarai libera. Quando non avrai più questa specie di calamita(il proprio nodo da sciogliere), che attira l'esperienza anche sbagliata , che ci dovrebbe aprire gli occhi...su di noi, chi siamo e dove siamo. L'altro se volesse, potrebbe fare altrettanto...ma è l'altro....se nn vuole, mettici anche che stai soffrendo il dolore dell'impotenza !!! Wink ...pian pianino, con amorevolezza verso se stessi...così poi possono fare lo stesso, anche gli altri verso di noi. Glielo insegnamo Noi, essendo/facendo.
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Messaggio  marco Lun Ott 12, 2009 2:21 pm

vivere come sta vivendo lui è diffcilissimo,tra amore,lavoro e impegni vari sembra che non si arrivi mai,quindi cerchi di lasciare un pò di "peso"
sicuramente è sincero e il fatto di non viverti come vorrebbe è un peso ancor più grande,anche se tu sei presente,in questi momenti probabilmente si sente soffocare...qui non ci sono consigli da dare o azioni da compiere, è questa cazzo di vita che sta decidendo tutto,il suo male d'animo che tira dentro anche te........praticamente sto vivendo come sta vivendo questa cosa lui e non è bello,anzi.......
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Messaggio  Ospite Lun Ott 12, 2009 3:14 pm

Grazie per avermi risposto! Smile

Viola, la tua risposta è bella e matura, mi fa sentire compresa e mi dà anche un po' di coraggio... anche se non riesco a fare mie completamente le tue parole. Mi manca quella razionalità che proviene solo dal distacco, e ora forse è troppo presto per guardare gli eventi con sguardo lucido. Perché, oltre alla depressione, c'è anche il fatto che banalmente e come chiunque soffro per l'abbandono, le parole non ascoltate e non dette, il "tradimento"... lavorare su di me per cercare di risolvere i nodi nascosti è quello che sto facendo, poi ci sono i sentimenti, la frustrazione, l'impotenza... il non comprendere certi gesti che sembrano senza cuore, il non comprendere il confine della malattia...

Ciao Marco... mi sembra di sentire lui mentre leggo le tue parole... quando parli di "peso", quando parli di sentirsi "soffocare". Tutte frasi che mi sono sentita dire anch'io... Mi dispiace sapere che anche tu stai vivendo questa situazione dall'altro lato, immagino la sofferenza nel non riuscire a vivere un amore.
Spero che tutto questo per te non abbia significato cancellare una persona, ignorarla, solo questo.
L'unica cosa su cui volevo porre l'accento è che so che è difficile, ma forse dovremmo sforzarci di rispettare le persone anche nel dolore. Non si tratta di colpevolizzarsi (io non ho mai pensato di colpevolizzare il mio ex e anzi continuo a pensare che può essere una persona meravigliosa)... ma solo di rendersi conto di quanto le azioni, le parole dette e non dette, una spiegazione non data possano condizionare la vita dell'altro.
Tu, Marco, se stai vivendo tutto questo potresti manifestarlo alla persona che sta dall'altra parte, se c'è amore è possibile comprendersi. Io avrei aspettato, senza spaventarmi...
E se invece una storia finisce ci si può guardare negli occhi, "salvare" quello che c'è stato e salvaguardare per quanto possibile i sentimenti dell'altro. Nel mio caso questo avrebbe forse potuto aiutarmi un po'...

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Messaggio  marco Lun Ott 12, 2009 4:37 pm

si,ha significato cancellare una persona,alla fine diventa anche una presenza che ti da "fastidio",lo metto tra virgolette perchè il cuore sa ce non da fastidio in realtà,ma la testa sta fuori completamente,squilla il telefono e dici che palle,ti manda un mess e sbruffi,stai male e non sai spiegarlo,non mangi xkè vomiti e sai solo che la perderai,ma è come se la vedessi dietro un vetro e sai che non puoi neanche sfiorare il suo viso......non avercela con lui,credimi,è un inferno privato,ricorda solo la dolcezza che trasmetteva il suo sguardo quando stava bene......
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Messaggio  Ospite Lun Ott 12, 2009 4:52 pm

... io non riesco ad avercela con lui anche se forse sarebbe solo positivo per me... il ricordo della sua dolcezza mi spezza il cuore in realtà.
Leggere le tue parole mi fa rendere conto di come possa aver reagito alle mie telefonate, ai messaggi e a tutti i tentativi di avere un contatto con lui... il pensiero che abbia provato e provi "fastidio" mi fa sentire una nullità...

mi chiedo, quando si sta così dove vanno a finire i sentimenti, quelli che c'erano quando si stava bene?
vuoi davvero che l'altra persona ti cancelli e sparisca? Che smetta di farti squillare il telefono?

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Messaggio  marco Lun Ott 12, 2009 5:06 pm

claudia,l'aria è devastante,non la so spiegare,ma sai che leggendo il tu primotopic credevo fosse lei che mi aveva trovato in questo forum?
........si voglio che il telefono non squilli più e insieme ad esso i miei sentimenti.....

ma credi che lui di notte quando non riesce a prendere sonno non ti pensi?????? che abbia finto il tempo con te? bè no,erano gli unici momenti dove deponeva le armi,dove non c'era bisogno di una maschera........quando lascio squillare il telefono senza rispondere mi si piega il cuore,mi dice perchè mi tratti così? cosa sono contata x te?..........e io zitto,e non vedo l'ora di ritornare a stare solo......credimmi,non ti dimentica
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Messaggio  Ospite Lun Ott 12, 2009 5:10 pm

... e comunque Marco grazie, immagino che non sia nemmeno così semplice parlare di questo anche per te, ma le tue parole mi aiutano almeno a capire, che poi è tutto ciò che avrei sempre voluto...

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Messaggio  Viola Lun Ott 12, 2009 7:54 pm

Più che matura la mia risposta l'ho maturata. Benchè i miei anni parlino di anni passati, quelli vissuti, non ci crederai , sono quelli che partono dalla mia depressione. Questa malattia mi ha letteralmente costretta ad occuparmi di me. Mi ha messa al centro, malgrado io mi sentissi molto giù. E' ovvio che non senti tue le mie parole, sei nel pieno del tornado...Le mie erano parole di esperienza vissuta.Sono il punto di vista di una che è guarita. Sono il non mollate...tutto qui.
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Messaggio  merla Mar Ott 13, 2009 10:22 am

In un momento (speriamo breve) non felicissimo con il mio compagno io mi sento però di aggiungere una cosa, anche se un po' in controtendenza.

Premetto che noi siamo, io depressa con una "discreta" (Very Happy) componente ansiosa lui sostanzialmente depresso, del tipo che nei momenti no, non si alza, non fa un cazzo tutto il giorno etc.etc. e chiaramente la coppia di questa situazione di entrambi ne risente sovente.
Ora, come giustamente avete detto più o meno in molti, non ha senso colpevolizzarsi né colpevolizzare, non ha proprio senso parlare di colpe, ma ha senso parlare di responsabilità.
È chiaro che mentre stiamo male probabilmente certe responsabilità non riusciamo ad assumercele, ma questo non le fa decadere. Ora, ad esmepio, quando io divento estremamente ansiosa ed esagero (e una cosa che mi mette un'ansia tremenda è vederlo alzarsi alle 3 del pomeriggio) ne sono responsabile e dovrei imparare a non scaricare l'ansia su di lui. L'ansia è mia e me la gestisco io. cheers

Al tempo stesso se una persona che vive con me, mi rende periodicamente molto difficile fare qualsiasi progetto di coppia, a causa della sua depressione, non è sicuramente una colpa, ma ne è responsabile.
Ed è tutto una questione di consapevolezza, non facile da raggiungere per nessuno (poi adesso il vostro caso particolare nn lo conosco, quindi teorizzo ma in pratica prendete tutto con le dovute pinze): consapevolezza di come si sta, e consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni sugli altri.
E per quanto riguarda la consapevolezza, è vero che l'essere inconsapevoli è parte del disagio psichico di qualunque tipo e di qualunque livello, ma per un'altra parte è anche una scelta di guardarsi o meno allo specchio e quindi di accettare o meno il disagio psichico in quanto tale.

CIoè se io riuscissi ad accettare veramente e a vivere consapevolmente il fatto che soffro d'ansia (come invece durante i momenti di depressione riesco), nei momenti di ansia riuscirei a stare zitta e non schiumare. Al tempo stesso il mio compagno se fosse davvero consapevole della sua depressione, avrebbe in primis nei confronti di se stesso e poi anche nei miei un atteggiamento completamente diverso.

Ora, senza che nessuno si senta colpevole o colpevolizzato, però concediamo a chi vive con noi o ha/ha avuto una relazione con noi (e qui mi metto tra i depressi/ansioni et similia) che starci vicino ha un prezzo e spesso è salato, e prendiamoci almeno in parte la responsabilità di tale prezzo.

Cioè Claudia, il tuo ex sta male, e non ne può niente (se non la scelta di curarsi che cmq è soltanto sua), ma gli abbandoni, e soprattutto certi abbandoni, fanno male...e di averti abbandonata così è responsabile lui. Questo non vuole caricarlo di questa responsabilità, anche perchè al di fuori dell'ambito di un percorso terapeutico di qualsiasi tipo sarebbe solo un peso inutile, però proprio ai fini del distacco assumere tale atteggiamento ti aiuterebbe molto, soprattutto se riuscissi a chiudere il discorso colpa/non colpa, adeguatezza/inadeguatezza. Raramente ci sono colpe, nel caso del disagio psichico forse possiamo anche dire mai, ma le responsabilità restano.

Tanto più che tu adesso ti stai curando, in primo luogo per star meglio, ma la tua cura ti permetterà un domani anche di costruire una relazione sana con un'altra persona, una relazione in cui questa esperienza che stai vivendo abbia solo il giusto peso e non la infici eccessivamente. Quindi tu la responsabilità del tuo stato te la sei presa, e anche, volente o nolente, la responsabilità delle tue relazioni con gli altri.

È un discorso spesso antipatico in un forum di depressi, e io non sono nella condizione di salire su un pulpito e insegnare agli altri, però ci tengo, forse per le mie esperienze di vita (e sicuramente per la litigatona di ieri sera) a farlo questo distinguo. c'è chi ne esce e chi non ne esce, ma c'è, soprattutto, chi si prende la responsabilità dell'uscirne e chi se la prende un po' meno, o un po' più tardi, o a singhiozzo oppure non se la prende proprio, e allora forse non ha senso tentare di costruirci qualcosa.

Sperando di non aver ferito nessuno...merla
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Messaggio  anthea Mar Ott 13, 2009 12:03 pm

Merla, non offendi proprio nessuno. Anzi è sacrosanta verità quello che hai detto.

Non è facile vivere vicino ad un depresso, come non è facile con un alcolizzato, drogato ecc.
Tutti sappiamo che si tratta di malattie, ma questo non giustifica il male fatto e gli errori.

In effetti, cara ragazza, sembra quasi che tu ti voglia addossare tutte le responsabilità del rapporto andato male. Vorresti quasi che tutti ti dicessimo che la colpa è tua se tutto è andato storto e che potresti rimediare.

In realtà quando si parla di due persone, si parla di due esseri distinti e pensanti. Non puoi in alcun modo far cambiare idea a un individuo se non è lui medesimo a cercare il cambiamento.
I tuoi sforzi e le tue paranoie servono solamente ad affossarti sempre di più.

Se poi devo dirti la verità, dagli sprazzi che ho letto, non mi pare neppure che il signore in questione fosse così malato.
Un depresso, come dice Merla, è depresso sempre. Se è in crisi, spesso si isola, gira con una faccia da zombie, evita le compagnie e non sorride mai; non è che con te sta malissimo e poi se ne va in giro a baciare e ridere insieme ad altri appena volti l'angolo.
Tu come ti senti ora? Te ne vai in giro a sorridere felice con Caio, e con Sempronio no?!
E poi la lontananza è un fattore importante per la conoscenza di una persona. Facile apparire per come non si è, facile avere una doppia vita, facile inventare scuse. Quanto conosci di lui? Te lo sei mai chiesta? Hai mai incontrato o parlato con i suoi amici? I genitori?
Un poco di scetticismo, alla mia età, è d'uopo.

Ovviamente io parlo per mia esperienza e quindi ciò che scrivo lo devi prendere come tale, però anch'io sono stata male quando ero giovane ed avevo appena iniziato il rapporto con quello che ora è mio marito.
Ero talmente depressa che lo volevo lasciare perchè ne avevo timore e nello stesso tempo non volevo farlo soffrire.
Ma l'amore per lui era talmente forte che non ho potuto farlo e mi sono fatta aiutare da lui.

Se tu sei importante per quell'uomo, sarebbe ritornato da te di sua spontanea volontà. Se non torna è perchè i suoi problemi erano più forti del suo affetto, oppure perchè ti ha presa in giro.

In tutti e due i casi, è questa la persona che vuoi veramente vicino a te?
E se anche fosse, vuoi annullare la tua vita futura per un rifiuto?
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Messaggio  Ospite Lun Ott 19, 2009 12:38 pm

Ciao Anthea e ciao Merla, grazie per le vostre risposte.

Sono rimasta molto colpita dalle vostre parole, soprattutto perché ho visto centrate in pieno le mie problematiche.
E' vero, il mio problema è proprio che mi riesce molto più semplice addossarmi tutte le colpe, sentire di essere stata inadeguata alla situazione, piuttosto che riconoscere che se lui mi volesse, o mi avesse voluto, si comporterebbe diversamente. Questo è, appunto, un mio problema, amplificato dalle sue parole, da tutte le volte in cui mi ha definito "egoista" perché gli chiedevo di scendere sotto casa, o di vederci qualche ora piuttosto che andare via magari 10 giorni da solo non si sa nemmeno bene con chi e a fare cosa. Alla fine io mi sono convinta che potesse aver ragione, ovvero mi sono fidata delle sue parole in maniera davvero cieca, non so se per amore o per che cos'altro.
Ricordo con tanto dolore tutto il periodo in cui mi sbattevo a destra e a sinistra, e il mio pensiero fisso ogni giorno era decidere che fare, come comportarmi, chiamare o non chiamare... Avevo spesso la sensazione che la storia esistesse solo nella mia mente, ma poi bastava un minimo gesto da parte di lui per farmi cambiare idea. Un sms con scritto "mi manchi", "non ti voglio perdere", e tutto riacquistava un senso, dentro di me. Ma stavo già male, perché in realtà ero già sola, però insistevo e mi dicevo che dovevo essere forte e aspettare, che poi sarebbe andata meglio. Lui mi scriveva "stai tranquilla, poi passerà". Per quasi un anno è andata avanti così.
E poi l'"abbandono", appunto improvviso. Due giorni prima avevamo fatto l'amore e l'avevo per un attimo sentito ancora vicino... invece le cose sono andate così.
Però non riesco a provare rancore, vorrei un po' di rabbia ma non la trovo, anzi, una parte di me vive nell'attesa che lui compia qualche gesto verso di me, nell'attesa di poter sapere come sta perché io gli voglio comunque bene.
In certi momenti mi sembra tutto chiaro, fin troppo, in altri penso ancora: "e se avesse avuto ragione lui? magari l'ho soffocato con il mio volerlo aiutare e invece sarebbe bastato stare un po' più in disparte"...
In ogni caso è vero che non è la persona per me, ma non riesco a sradicare quello che provo, né a superare certe cose accadute fra noi.
Una parte di me vuole attribuire tutta la responsabilità alla depressione, ma probabilmente è per non accettare le cose per come sono... per trovare scusanti all'indifferenza, alla freddezza, al modo in cui mi ha lasciata.
Mi fa male anche rendermi conto, che, anche ora e nonostante tutto, basterebbe una sua parola per farmi rientrare in una storia che mi ha causato molto dolore.

Scusate la lunghezza Smile
Un abbraccio.

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Messaggio  merla Mar Ott 20, 2009 10:12 am

1) per anthea: a quanto ho capito il suo ex soffre di disturbo bipolare, quindi alterna fasi di depressione a fasi maniacali, per cui quello che diremmo di un depresso, che se è depresso è depresso, nel suo caso non vale.

2) per claudia: continua a farti aiutare. a volte capita (a me era capitato) di iniziare delle relazioni """sbagliate""" (triple virgolette) in cui ci si fa coinvolgere molto per un sms, per una sera a far l'amore etc. etc.
Però, senza volerti criticare, è una visione un po' Beautiful, il principe azzurro, la metà della mela etc. etc. Sai probabilmente benissimo anche tu che una relazione non si basa su certe cose. All'inizio (e anche dopo in realtà) possono esserci un coinvolgimento forte, forti sensazioni etc. etc., ma non può basarsi su quello, e tanto meno su un più o meno esplicito ricatto morale.
Una relazione per durare ed essere una relazione sana, si basa sul rispetto, sulla stima, sull'impegno reciproco ad affrontare i momenti di difficoltà, e sulla capacità di riconoscere le differenze reciproche e trovare un punto d'incontro (la metà della mela non esiste, siamo noi che in due, limiamo i punti in cui la mela è stata tagliata in modo non tanto corrispondente e con il tempo, forse, facciamo combaciare le due metà).
E soprattutto uno deve stare MEGLIO in una relazione, nonostante i momenti difficili, che da solo. Se sta peggio la relazione non ha senso. Non stai con qualcuno per soffrire: si sta tanto bene da soli, senza dover dire a nessuno cosa fai, con chi lo fai, dove sei....perché impegolarsi in quella condizione se non ti dà modo di star meglio?

Magari cerca di capire (se vai in terapia l'aiuto dello psico sarà ottimo) perchè hai continuato per tanto tempo un relazione che ti faceva star male. Ci sono sicuramente delle ragioni tue intime da portare a galla e forse da superare.
E poi porta pazienza, il tempo è la miglior cura per gli abbandoni.
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mi aiutate? Empty franchezza..

Messaggio  anthea Mar Ott 20, 2009 11:05 am

Tu hai parlato con molta franchezza delle tue debolezze, che sono insite in ognuno di noi. Ed io ti risponderò con altrettanta franchezza.

Prendi questa esperienza come un punto di partenza e non di fine. Prendila come un percorso liberatorio.
L'unica cosa positiva che ha fatto questa persona nei tuoi confronti è stato quello di troncare definitivamente. Un regalo che non devi sprecare, perchè da qui puoi ricominciare una vita diversa.
Io non conosco la depressione maniacale e quindi non posso giudicare i comportamenti del tuo ex. Rimango comunque della mia idea che più che depresso, quello mi sembra molto edonista ed egoista. O forse entrambi. Non è detto che tutti i depressi siano persone sensibili e amorevoli... questo mi sembra un luogo comune.

Il fatto che poi tu non riesca neppure ad essere in collera con lui, ma sfoghi tutto su te stessa a me pare quasi una specie di mobbing familiare. Cioè quando uno continuamente ti continua a ripetere che la colpa è tua se sta male, che tu non capisci, che tu non.... finisci per crederci davvero. In realtà lui vuole addossare anche le sue colpe su di te.
Se ne libera e ottiene due risultati: tutti i suoi brutti atteggiamenti vengono scusati e la tua stima si indebolisce mentre la sua si rafforza, ha il completo controllo del vostro legame che può gestire come gli pare.

Lascia perdere come ti dovresti sentire e smettila di darti colpe. La storia è andata, voltati e fai di tutto perchè non si possa ripetere mai più.
Raccogli il consiglio di Merla e vai da uno psi che ti aiuti a capire come fare.

Auguri sinceri.
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Messaggio  Ospite Gio Ott 22, 2009 10:38 am

Care Merla e Anthea,
grazie ancora per i consigli e le risposte.

Mettermi in discussione e leggere anche possibili "critiche" su di me e sui miei comportamenti non mi crea nessun problema, se non volessi mettermi in discussione non scriverei nulla qui né andrei da una psico per cercare di risolvere i miei problemi Smile

Volevo soltanto aggiungere che, anche se così può sembrare dalle mie parole, non ho una visione da telenovela dei rapporti di coppia, so su cosa si basa una relazione reale.
Il mio coinvolgimento emotivo, il mio "sopravvalutare" un sms, un piccolo gesto, un bacio o una sola parola dolce sono stati ANCHE la conseguenza di tutto ciò che ho voluto studiare e leggere sul disturbo bipolare.
Senza voler approfondire... il fatto è che mi sono confrontata con medici e anche con persone che soffrono di questo disturbo, che colpisce proprio la sfera affettiva. Così mi è stato detto che i comportamenti del mio ex erano completamente compatibili col suo disturbo, anche il fatto di respingermi. Io di certo ho voluto credere anche ciò che non mi convinceva, però in quella situazione, per me, era praticamente impossibile comprendere il confine della malattia. Anche per questo una telefonata dopo dieci giorni di silenzio mi sembrava un segnale forte.
Anche per questo ho portato avanti per tanto tempo una relazione che mi faceva stare male. Poi, inoltre, ci sono altre ragioni, appunto "intime", che ancora non conosco ma che ho tutta la volontà di comprendere, sto facendo un percorso in questo senso.

Grazie, un abbraccio.

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mi aiutate? Empty Re: mi aiutate?

Messaggio  JulianRoss981 Gio Nov 19, 2009 7:45 pm

Ciao Claudia,
grazie, ti ho sentita molto vicina nel post che mi hai scritto. Ho letto anche io tutti i post della tua discussione per sapere qualcosa di più della tua storia. Con le dovute differenze ci sono però tanti punti in cui mi riconosco. In svariate cose abbiamo avuto lo stesso tipo di reazione. L'abbandono improvviso di qualcuno su cui hai basato la tua vita è qualcosa che ti taglia le gambe e fa affiorare anche un malessere "sommerso" che magari non sapevi di provare. Ho letto che tu hai trovato la forza di farti aiutare da qualcuno per cercare di uscirne, io ci sto pensando seriamente e spero di farlo non appena avrò recuparato un minimo di "concentrazione". Sono ancora troppo frastornato...
Non mi libererò mai da questo pensiero, ma spero un giorno di riuscire ad elaborarlo in maniera meno emotiva e un pò più razionale. Anche se di razionale in tutta la storia mi rendo conto che ci sia ben poco, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui l'ho affronata in questi anni.
Un abbraccio

JulianRoss981

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