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Messaggio  mmm Ven Ott 24, 2014 10:58 pm

vedo tanta arroganza in giro
che mi viene da pensare
che forse è un bene
che ci sia la crisi
la crisi è tutto quello di cui abbiamo bisogno
abbiamo bisogno di una lunghissima crisi
che ci pieghi
e che ci spezzi
e che ci liberi
dalla convinzione
di dover valere qualcosa

mmm

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Messaggio  johnnyboy88 Sab Ott 25, 2014 12:51 pm

mmm la crisi non centra tutti valiamo qualcosa,ma la società vuole tutti uguali e chi non entra nel cliche è inevitabilmente escluso.Bisognerebbe creare una nuova società con altri valori dove verrebbe premiata l'amicizia e il rispetto verso gli altri.

johnnyboy88

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Messaggio  quantum Sab Ott 25, 2014 3:09 pm

Si, caro sconosciuto, spero che la crisi distrugga rapidamente questo paese e mostri a tutti quanto e' prezioso quello che chi ci ha lasciato chi ci ha preceduto. L'unico modo di rendersene conto e' purtroppo restare senza. La crisi e' nel cervello della gente che non ha voglia di lavorare e sacrificarsi, o se lo fa e' arrecando danno alla società e quindi peggiorandone il bilancio complessivo.

Perche' a volercela fare ce la si puo fare, con o senza crisi e ce lo insegnano tedeschi e americani che durante la nostra di crisi ne hanno sopportate e superate diverse. Ma noi la crisi ce l'abbiamo nel cervello e siccome non si puo sterminare la gente, allora e' giusto che qualcuno muoia di fame e qualcun altro per non morire di fame tiri fuori i teste di rapa e restituisca un po' di onore al nostro paese. ( anche andarsene via da sta cacchina e', comunque, un'ottima alternativa IMHO )

Pero' non sono daccordo con te sul fatto che si deve 'perdere la convinzione di valere qualcosa' . Secondo me la fiducia in se stessi e' l'unica ancora, l'unico punto di riferimento in quei momenti dove tutti ti dicono ( direttamente o no ) che non vali un cazzo. Senza convinzione di valere qualcosa dovremmo suicidarci tutti ma nel dubbio...fallo prima tu che magari poi si sta un po piu' larghi.

EDIT: non ti conosco e forse mi sono espresso male: intendo che chi la dura la vince quindi lunga vita a chi crede di valere qualcosa.

quantum

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Messaggio  canterel II Sab Ott 25, 2014 3:59 pm

quantum ha scritto:Si, caro sconosciuto, spero che la crisi distrugga rapidamente questo paese e mostri a tutti quanto e' prezioso quello che chi ci ha lasciato chi ci ha preceduto. L'unico modo di rendersene conto e' purtroppo restare senza. La crisi e' nel cervello della gente che non ha voglia di lavorare e sacrificarsi, o se lo fa e' arrecando danno alla società e quindi peggiorandone il bilancio complessivo.
Perche' a volercela fare ce la si puo fare, con o senza crisi e ce lo insegnano tedeschi e americani che durante la nostra di crisi ne hanno sopportate e superate diverse. Ma noi la crisi ce l'abbiamo nel cervello e siccome non si puo sterminare la gente, allora e' giusto che qualcuno muoia di fame e qualcun altro per non morire di fame tiri fuori i teste di rapa e restituisca un po' di onore al nostro paese. ( anche andarsene via da sta cacchina e', comunque, un'ottima alternativa IMHO )

ho un po' meno fiducia di te nel senso dell'onore come motore della riscossa, e anche nel fatto che non si prenda in considerazione lo sterminio tra le opzioni (ucraina, libia, siria, iraq...).
la crisi non mi sembra nella testa delle persone, per lo meno non all'origine: poi è chiaro che a forza di sentire imprenditori disperati perché non possono più sognare alla grande senza riportare le relazioni con la manodopera alle buone pratiche in uso nel diciannovesimo secolo, e politici che si riempiono la bocca di voglia di lavorare e di sacrificio, anche tra le masse si insinua un certo senso di colpa e un po' di stacanovismo del terrore, che farà forse la gioia di squinzi.
io vedo più che altro la solerzia dei cravattari e la rissa fra potenze per la spartizione del mercato come fattori della crisi, anche perché con tutta la voglia di lavorare e sacrificarsi, se i posti di lavoro sono bruciati si resta a casa lo stesso. e in questo senso le virtù di stati uniti o germania non rilevano un granché: è facile fare la formichina operosa e guardare con compassione le cicale che puzzano di aglio e suonano il piffero, quando i rapporti di forza consentono a te di proteggere le manifatture e ti danno mano libera per costringere i concorrenti a chiuderle.
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Messaggio  quantum Sab Ott 25, 2014 4:20 pm

canterel II ha scritto:
quantum ha scritto:Si, caro sconosciuto, spero che la crisi distrugga rapidamente questo paese e mostri a tutti quanto e' prezioso quello che chi ci ha lasciato chi ci ha preceduto. L'unico modo di rendersene conto e' purtroppo restare senza. La crisi e' nel cervello della gente che non ha voglia di lavorare e sacrificarsi, o se lo fa e' arrecando danno alla società e quindi peggiorandone il bilancio complessivo.
Perche' a volercela fare ce la si puo fare, con o senza crisi e ce lo insegnano tedeschi e americani che durante la nostra di crisi ne hanno sopportate e superate diverse. Ma noi la crisi ce l'abbiamo nel cervello e siccome non si puo sterminare la gente, allora e' giusto che qualcuno muoia di fame e qualcun altro per non morire di fame tiri fuori i teste di rapa e restituisca un po' di onore al nostro paese. ( anche andarsene via da sta cacchina e', comunque, un'ottima alternativa IMHO )

ho un po' meno fiducia di te nel senso dell'onore come motore della riscossa, e anche nel fatto che non si prenda in considerazione lo sterminio tra le opzioni (ucraina, libia, siria, iraq...).
la crisi non mi sembra nella testa delle persone, per lo meno non all'origine: poi è chiaro che a forza di sentire imprenditori disperati perché non possono più sognare alla grande senza riportare le relazioni con la manodopera alle buone pratiche in uso nel diciannovesimo secolo, e politici che si riempiono la bocca di voglia di lavorare e di sacrificio, anche tra le masse si insinua un certo senso di colpa e un po' di stacanovismo del terrore, che farà forse la gioia di squinzi.
io vedo più che altro la solerzia dei cravattari e la rissa fra potenze per la spartizione del mercato come fattori della crisi, anche perché con tutta la voglia di lavorare e sacrificarsi, se i posti di lavoro sono bruciati si resta a casa lo stesso. e in questo senso le virtù di stati uniti o germania non rilevano un granché: è facile fare la formichina operosa e guardare con compassione le cicale che puzzano di aglio e suonano il piffero, quando i rapporti di forza consentono a te di proteggere le manifatture e ti danno mano libera per costringere i concorrenti a chiuderle.

Credo di capire che per te le persone si piegano, quasi sentendosi loro in colpa, di fronte ad un sistema marcio. Per me il sistema non sarebbe mai marcito se in principio non ci fossero quelli che io chiamo I TRONISTI. I tronisti vivono ad ogni livello della scala sociale e sono quelle persone per le quali avanzare di carriera significa poter lavorare meno degli altri, oppure occupare una poltrona comoda prendendo a calci chiunque altro sogna poltrone simili. Mi riferisco a politici, statali, sindacati e professionisti che si chiudono nei loro 'albi' come nel medioevo le corporazioni. Questo tronismo crea stagnazione e impedisce il progresso: i nuovi, poco costosi e volenterosi restano a guardare dall'uscio della porta mentre chi e' prima arrivato si gode il suo alloggio in attesa della pensione e senza sforzarsi troppo. Preferisco un sistema deliziosamente capitalista dove per un impresa i lavoratori valgono direttamente quello che possono produrre OGGI. E domani se non lavori ti levi dai teste di rapa e vai a fare un lavoro piu adatto alle tue capacità.

E non si dica che con la crisi e i posti vacanti a tempo determinato e' gia cosi anche in italia: lo e' solo per noi nuovi mentre chi fa l'operaio analfabeta da 20 anni MA e' in un sindacato ha il diritto di fare sciopero e impedire la chiusura di stabilimenti fatiscenti e antieconomici. Ho scelto l'operaio analfabeta cosi come avrei potuto parlare del politico o dell'imprenditore. Non e' che ce l'ho con gli operai, ce l'ho con i vecchi che peggiorano la vita ai nuovi.

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Messaggio  mmm Sab Ott 25, 2014 7:34 pm

vedo attorno a me un sacco di gente che fa l'elitaria

lasciamo perdere il discorso donne

l'ex ferraiolo che mi racconta che oggi come oggi se non ti laurei e non fai il manager non vai da nessuna parte

l'ex operaio, comunista, socialista, che s'è fatto anche un pochino di legione, che mi racconta che lui suggerisce ai figli di andare al classico, perché tanto finita la scuola non è che troveranno lavoro, ma è meglio essere un idraulico colto che uno ignorante (come se la cultura la si potesse apprendere solo frequentando scuole umanistiche), e più ci parlo più è evidente il disprezzo per il tecnico, per il lavoro, e quanto invece mette sul piedistallo un'intelletualismo che a me pare di un vuoto enorme...

mi racconta - portandola ad esempio - dell'amica di famiglia, che laureata in astrononsacosa, è andata a nonmiricordenbringe, in inghilterra, fa la commessa da non mi ricordo dove, però ha iniziato a fare delle cose con l'osservatorio locale eh... ma sti cazzi!

è patetico vedere i miei pari, PLEBEI, sputare sulla massa, sputare sul popolo, e vedere le loro pretese di essere meglio, di vedere i figlio emergere, dalla feccia che è per loro il resto della società

PATETICI

disprezzano quello che sono e idealizzano quello che non saranno mai

io anche fossi nudo sarei orgoglioso della mia tenacia, del mio istinto di sopravvivenza, delle palle!

probabilmente fa tutto parte di un grande disegno

probabilmente va bene così

è giusto che si illudano

che perdano tempo

e che vengano delusi

però

poveri stolti

loro e la loro cultura fine a se stessa

mmm

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Messaggio  canterel II Sab Ott 25, 2014 7:47 pm

allora: i giovani contro i vecchi (quantum), i tecnici contro i liceali (mmm).
io fossi in te, mmm, proverei ad essere il primo a spezzare questa catena di persone che difendono il proprio valore e il proprio orgoglio rilevando l'inferiorità plebea di qualche categoria estranea. è un meccanismo psicosociale molto comune, e quando si diffonde a macchia d'olio in una fase di conflitto non fa bene a nessuno.

facciamo che siamo tutti plebei, così non ci pensiamo più?

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Messaggio  piquemal Dom Ott 26, 2014 1:18 pm

Il suicidio come forma di igiene sociale mi sembra poco sensata, ha tanti costi aggiuntivi. Può funzionare come battuta in certi ambienti, forse meno in questo.
(Leggo in questi giorni di alcuni utenti che pensano di farla finita, ognuno con le sue vicende, più che una coincidenza forse il cambio di clima facilita un calo dell'umore coi pensieri mortificanti che ne derivano, insomma vi direi di non escluderlo).

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