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Messaggio  roberto66 Sab Nov 23, 2013 6:15 am

Non sò se è la parola giusta, i realismo
E' un po di tempo che mi capita, uscire per andare al lavoro o altro, e quando esco mi sembra che tutto sia irreale, che tutto sia distaccato, è difficile da spiegarlo bene, qualche volta è come se sentissi che non è  una sensazione nuova, come se fosse un deshavu, ma non è una cosa che dura frazione di secondo come il classico deshavu, e una cosa che persiste per parecchio tempo
Ed è una sensazione stranissima, vorrei dire, di malessere, stordimento, ma non è proprio così, non la sò descrivere
Qualcuno di voi ha gia provato cose simili
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Messaggio  canterel II Sab Nov 23, 2013 6:14 pm

forse puoi dire proprio "irrealismo", attaccando il prefisso alla parola realismo piuttosto che lasciandolo separato. il sostantivo "irrealtà" e l'aggettivo "irreale" sono già in uso, se ne può derivare l' -ismo corrispondente.

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/I/irrealta.shtml

déjà vu è la locuzione francese che sta per "già visto".
la condizione che descrivi mi sembra interessante - dall'esterno, fatto salvo che probabilmente intendi riferirti a una condizione spiacevole per cui non vorrei dare l'impressione di anteporre la mia curiosità rispetto all'empatia che è giusto e sano manifestarti.
forse puoi approfondire l'introspezione di questa qualità dell'esperienza cercando di circoscrivere in modo più preciso gli aspetti che ricadono in questo senso di irrealtà e di già visto.
forse un modo per analizzare questa percezione e darle concretezza è anche provare a identificare il suo contrario: quali sono le esperienze, i dettagli, le situazioni, che normalmente percepisci come pienamente originali e che secondo te spezzano il clima di irrealtà? quale sarebbe l'opposto dell'irrealtà, se ti viene in mente e puoi fare il confronto?
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Messaggio  roberto66 Sab Nov 23, 2013 7:51 pm

La parola irrealismo che microsoft word me la dava come errore ( non ci si puo piu fidare neppure della microsoft )
canterel porta pasienza è un post scritto alle 6 di mattina dopo una notte insonne
Non credo che questo sia dovuto a esperienze o situazioni, ma credo piuttosto si tratti, di stati interiori a me, e non dovuti a fattori esterni
Ritornerò sull'argomento, perche non riesco a spiegarlo....è un'ora che tento di scrivere qualcosa
sò che quando capita per un momento, è come cosa gia vista o vissuta, però poi questa situazione rimane
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Messaggio  canterel II Dom Nov 24, 2013 12:46 am

roberto66 ha scritto:La parola irrealismo che microsoft word me la dava come errore ( non ci si puo piu fidare neppure della microsoft )
canterel porta pasienza è un post scritto alle 6 di mattina dopo una notte insonne
Non credo che questo sia dovuto a esperienze o situazioni, ma credo piuttosto si tratti, di stati interiori a me, e non dovuti a fattori esterni
Ritornerò sull'argomento, perche non riesco a spiegarlo....è un'ora che tento di scrivere qualcosa
sò che quando capita per un momento, è come cosa gia vista o vissuta, però poi questa situazione rimane
se posso consigliare: diffida del correttore di microsoft word, le lingue sono vive e e lottano insieme a noi.
irrealismo forse è un lemma ancora non usato, ma la sua costruzione è corretta: prefisso (in) + tema (real) + suffisso (ismo). secondo lo stesso schema sono diffusi altri termini come surrealismo, iperrealismo, etc.

Quanto al fatto che attribuisci la percezione a stati interiori: certamente si tratta di un'esperienza tua, interiore. esternamente alla tua soggettività c'è il far west delle altre soggettività disseminate nel brodo del caos primordiale, o geometricamente disposte secondo la musica delle sfere.
puoi considerare che la tua interiorità è in comunicazione con gli stimoli esterni attraverso le connessioni nervose, e che tu elabori le forme e i significati delle situazioni in cui ti trovi. tale elaborazione è distribuita su diversi livelli, e ciascuno di noi è pilota cosciente del proprio adattamento ad alcuni di questi livelli di elaborazione (vedo che intorno a me si festeggia e mi dispongo al sorriso sociale), mentre reagisce in automatico ad altri livelli (vedo una suora e senza pensarci stringo i muscoli della faccia e del sedere).

è difficile stabilire con sicurezza la natura autonoma e solo intrapsichica di uno stato interiore. se il contesto esterno a te non influenza per niente le percezioni di cui riferisci, allora dovresti addebitarle a qualche strano cortocircuito tutto interno al tuo sistema nervoso centrale, che comincia a etichettare erroneamente e sistematicamente le percezioni attuali come ricordi, come déjà vu.
in questo senso non capisco se, quando parli di déjà vu, usi una metafora per tradurre uno stato emotivo, sentimentale (per esempio: la noia della ripetizione, il senso di estraneità emotiva a cose che ti succedono), o se davvero ti sembra che prolungate sequenze di percezioni attuali siano già state vissute, e corrispondano alle impressioni dei ricordi.

a me è sembrato che tu ricorressi al déjà vu come a una metafora per descrivere una condizione sentimentale più che percettiva. in questo senso ho immaginato che forse gli effetti particolari della tua esperienza, benché interiori e soggettivi, potessero collegarsi a una tua reazione a stimoli esterni, e ai significati che emergono dall'elaborazione delle immagini della tua esistenza presente. questo mi ha portato a suggerirti di analizzare gli elementi delle situazioni che percepisci come irreali, e magari a immaginare il contrario di una situazione irreale, per provare a individuare alcuni degli stimoli e delle situazioni che favoriscono l'esperienza che stai provando a definire.
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Messaggio  roberto66 Dom Nov 24, 2013 12:15 pm

canterel II ha scritto:  se il contesto esterno a te non influenza per niente le percezioni di cui riferisci,  
No in realtà io non dico questo, dico che non ci sono cose ben definite, tangibili, che generano questo  déjà vu
Es.. vado a Milano, vedo la piazza e il Duomo, e ho un déjà vu, come se lì io ci fossi già stato, riconosco la piazza, so che dietro l’angolo c’è un bar ecc…
La vista della piazza e del Duomo ( cose tangibili e ben definite ) hanno dato origine a questo déjà vu
( che poi magari si spiega, avendole viste magari su una foto o su un documentario, cose rimaste nella mente ma dimenticate )

L’unica cosa tangibile è, che io esco, sento questo malessere di irrealismo, e per un istante ho questo déjà vu, ma senza che io veda o faccia cose ben precise
Sembra quasi che sia l’irrealismo a generare questo déjà vu
Ma al di là del déjà vu, che è relativo, è questa orribile e strana sensazione che mi preoccupa
Era già successo, ma non ci ho dato molto peso, ma ora diventa un pò piu frequente, intenso e duraturo

E’ come se io stessi camminando in un sogno, vedo le cose, le persone, ma è come se in realtà io lì non ci fossi, e anche le cose che faccio non hanno interesse ne significato, e un qualcosa dentro che mi dice " ma che stai facendo "
E tutto questo poi mi fa star male
In realtà non è proprio così, ho scritto tante frasi tutte cancellate, perche non si addicevano proprio all’esperienza  ma questa è quella che piu dà l’idea della cosa

Spero che questo sia una cosa passeggera perché oltre ai stati d’animo che mi genera, comincio un po a preoccuparmi
Io sono sempre stato logico e razionale, o sempre cercato soluzioni ai problemi alle cose in maniera chiara, vedendo tutti gli aspetti, il davanti e il rovescio della medaglia

Sono depresso, stressato OK cerco di accettarlo e nello stesso tempo combatterlo, porvi rimedio, ma a questo irrealismo, come posso reagire, o meglio, cosa mi porterà la perdita di questa cognizione di realismo
Non sono mai andato da psichiatri per paura dei farmaci perche prendendoli ho paura di non essere piu io
Non parlo di farmaci in genere perche ne ho presi per una malattia, di molto pesanti, e per molto tempo, sempre sopportato tutto con la forza della mia mente del mio io, e conosco tanti che hanno sospeso la terapia perche non piu in grado di sopportarli
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Messaggio  canterel II Dom Nov 24, 2013 7:08 pm

roberto66 ha scritto:
L’unica cosa tangibile è, che io esco, sento questo malessere di irrealismo, e per un istante ho questo déjà vu, ma senza che io veda o faccia cose ben precise
ciao roberto66,
se e quando ti va di proseguire l'introspezione, questa tua frase che cito sopra potrebbe forse dare un elemento distintivo del contesto per precisare un po' i fattori dell'esperienza che descrivi.
ecco, mi è sembrato rilevante che tu abbia scritto "io esco": che tu ricordi, l'irrealismo di cui parliamo riguarda anche momenti in cui sei nel tuo ambiente domestico, o piuttosto si fa sentire quando "esci" per lavorare, passeggiare, fare la spesa etc?
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Messaggio  roberto66 Dom Nov 24, 2013 8:16 pm

Questo accade quando esco, o sono ingiro, non è mai successo a casa, anche se poi tornato a casa non è che tutto passi, ma questo stato permane, e si accentua purtroppo
Ti ringrazio canterel, sento che mi ha fatto bene parlarne e seguire un po i tuoi ragionamenti
Vediamo se ricapita, o se magari è una cosa passegera dovuta magari ad un aumento di stress, o magari cercando di ignorare questa cosa e darci meno peso ( cosa un po difficile ma ci provo ) potrebbe anche attenuarsi, speriamo
Stiamo a vedere
Grazie Ciao
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Messaggio  roberto66 Lun Gen 06, 2014 11:51 am

Tornando un pò su questo argomento
No che mi sia riaccaduto
Ma mi è capitato casualmente di leggere qualcosa al riguardo
In nome corretto del fenomeno è derealizzazione..riporto qualche articolo al riguardo

Derealizzazione  non sono allucinazioni ma sentimenti, spesso spiacevoli, che l´esperienza del sè o della realtà circostante non sia vera o sia alterata. Non indicano l´inizio di una psicosi o di insanità mentale. Questo tipo di sintomatologia ansiosa è anzi abbastanza comune (anche nella popolazione generale in situazioni di grande stress emotivo) ed è una risposta fisiologica dell´organismo per richiamare l´attenzione e salvaguardare la psiche. -

Essere “derealizzato” significa sentirsi fuori dalla realtà, come su un piano diverso, di non-appartenenza di ciò che si fa, si dice. L’identità è come congelata, fissata in un punto che non coincide, non combacia con ciò che accade, che ricordiamo, che diciamo. Ci si sente come se ci si guardasse o sentisse da fuori, come se il mondo di fronte fosse una specie di maxischermo, o di illusione.

Derealizzazione:
la sensazione che l´ambiente circostante sia irreale
la sensazione di guardare il mondo attraverso un velo od una nebbia
la sensazione che il mondo circostante sia un sogno od un´allucinazione

Sono un po piu tranquillo, visto che questo tipo di sintomatologia ansiosa è anzi abbastanza comune.  Non indicana l´inizio di una psicosi o di insanità mentale  
http://www.spazioasperger.it/index.php?q=articoli-divulgativi&f=33-depersonalizzazione-e-derealizzazione
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Anche se poi continuando al leggere su altri siti

E’ comune durante o dopo gli attacchi di panico, e può persistere per ore o giorni insieme alla paura di un nuovo attacco o con uno stato di debolezza e demoralizzazione. Può essere una condizione premonitrice di crisi psicotiche, specialmente in questo caso associata ad uno stato di perplessità, in cui la persona è assorbita dall’idea di dover mettere a fuoco qualcosa: la realtà si scompone per lasciare il posto ad una nuova configurazione, rimane sospeso come chi deve attendere il momento giusto per capire qualcosa.

E’ molto frequente che uno stato di derealizzazione continuo si sviluppi come espressione di un disturbo ossessivo. Negli stati di preoccupazione ossessiva per le proprie funzioni mentali, o per elementi riguardanti le proprie emozioni, i propri rapporti con gli altri e la giustezza delle proprie azioni, nel tempo la persona tende a vivere in una specie di “binario” ossessivo che lo tiene separato dalla realtà.

http://www.psichiatriaedipendenze.it/sintomi-disturbi/derealizzazione-e-depersonalizzazione/

Ho capito che ci sono molte scuole di pensiero anche quì
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Messaggio  tic tac Mar Gen 07, 2014 10:50 pm

Molto interessante l 'argomento, Roberto.

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