Ciclicamente mi assale la bestia nera

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Messaggio  alinea Gio Mar 06, 2014 3:39 pm

Rieccomi.
Finchè sto bene, mi reggo in piedi e vado avanti: una cosa dietro l'altra, dietro l'altra, e via così, e i pensieri lontani, nascosti nel mio cuore. Tento di seppellirli sotto una coltre di sabbia, ma rimangono sempre lì, come brace sotto la cenere.
Rido, scherzo, cerco di vedere il lato ironico delle cose, ma sento sempre una nota minore in me, come se ridessi tra le lacrime.
E poi, un piccolo avvenimento, una cosa insignificante che per me risulta insormontabile, dolorosissima, e ripiombo nella mia immensa tristezza.
Non valgo nulla, non sono nulla. Non ho una mia strada, mi sono lasciata rasportare dalla corrente, senza mai davvero oppormi o cercare di rimanere a galla; se mi è rimasta aria nei polmoni, è solo per fortuna e non grazie a me, perchè istinto di sopravvivenza o impulso al mantenimento della vita non ne ho. Soffro di vertigini, perchè mi sento risucchiata dal nulla, dalle altezze, da sempre. Una volta che andai a fumare una sigaretta sul balcone da un mio amico al 12o piano, dovetti sedermi per terra perchè mi sentivo richiamare con tanta forza dal vuoto, che ho temuto di buttarmici senza rendermene conto.
Scusate, sto scrivendo cose senza senso, pensieri che si affollano nella mia mente, sofferenza che proviene da me, sempre e solo da dentro me....
Non sono capace di vivere, non so se in questo mondo o anche in altri, non sono capace, non lo sono........
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Messaggio  piquemal Gio Mar 06, 2014 5:18 pm

Mi spiace leggere questa insoddisfazione. Ho avvertito in passato l'impulso di saltare nel vuoto, pareva così facile, più per ricongiungermi a tutto piuttosto che per entrare nel niente. Evitavo i balconi e le alture, chiamavo il mio disagio vertigine quando era qualcos'altro. Col tempo, anche grazie all'analisi e lavorando su tutt'altro, si sono verificati dei cambiamenti. Il fatto che non mi si blocchino più le gambe e lo stomaco di fronte alle altezze, al mondo sotto i miei piedi e a portata di mano, lo trovo un valido indicatore di qualche miglioramento.
Non sottovaluterei queste tue tentazioni, però il fatto di accorgertene mi sembra un primo passo per parlarne, per tirar fuori quello che esprimono. Magari anche per toccare un fondo di maggior consapevolezza di sé da cui ripartire.

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Messaggio  alinea Gio Mar 06, 2014 6:11 pm

Ho provato ad andare da uno psicologo da maggio scorso fino ad ottobre...solo che non appena sto meglio, chi mi è vicino mi convince: "Ma perchè vai a pagare qualcuno per sentirti dire cose che già sai? Ma non riesci a trovare dentro di te la forza di vivere? Ma non sei capace di tirare avanti come fanno tutti?" E allora mi sento ancora più incapace che mai, e dico "Sì, è vero, sono una buona a nulla, che persino per vivere ha bisogno di appoggiarsi a qualcuno, che ha bisogno di pagare qualcuno che la convinca a rimanere in vita"
Dio, dico cose terribili, ma le penso, accidenti se le penso.
Penso che forse è tutto andato, che non c'è più nulla per cui lottare, eprchè è ciò che sono io che non vale la pena. Nemmeno se facessi un reset riuscirei a migliorare tutto ciò che ho lasciato andare a rotoli nella mia vita...che riguarda me e solo me...perchè per gli altri, mi sono sempre spesa e impegnata e fatta in quattro...Per gli altri vale combattere, per me no. Ho incisa dentro di me questa realtà e non c'è nulla che riesca a scalfirla.
E poi...mio figlio. Il mio amore, la mia unica luce, la mia gioia....so che dovrei fare qualcosa almeno per lui, che i miei unici tentativi sono dovuti a lui, che nond eve soffrire come già io ho sofferto in vita mia per la sofferenza di mia madre....Ma non riesco a togliermi dalla testa di essere solo un cattivo esempio, una brutta presenza, per lui. Cosa può imparare da una madre come me??? Come puòimparare la felicità da una madre che si porta dentro la tenebra, il desiderio di annullarsi????
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Messaggio  jeanluc Gio Mar 06, 2014 6:53 pm

alinea ha scritto:Ho provato ad andare da uno psicologo da maggio scorso fino ad ottobre...solo che non appena sto meglio, chi mi è vicino mi convince: "Ma perchè vai a pagare qualcuno per sentirti dire cose che già sai? Ma non riesci a trovare dentro di te la forza di vivere? Ma non sei capace di tirare avanti come fanno tutti?" E allora  mi sento ancora più incapace che mai, e dico "Sì, è vero, sono una buona a nulla, che persino per vivere ha bisogno di appoggiarsi a qualcuno, che ha bisogno di pagare qualcuno che la convinca a rimanere in vita"
Dio, dico cose terribili, ma le penso, accidenti se le penso.
Penso che forse è tutto andato, che non c'è più nulla per cui lottare, eprchè è ciò che sono io che non vale la pena. Nemmeno se facessi un reset riuscirei a migliorare tutto ciò che ho lasciato andare a rotoli nella mia vita...che riguarda me e solo me...perchè per gli altri, mi sono sempre spesa e impegnata e fatta in quattro...Per gli altri vale combattere, per me no. Ho incisa dentro di me questa realtà e non c'è nulla che riesca a scalfirla.
E poi...mio figlio. Il mio amore, la mia unica luce, la mia gioia....so che dovrei fare qualcosa almeno per lui, che i miei unici tentativi sono dovuti a lui, che nond eve soffrire come già io ho sofferto in vita mia per la sofferenza di mia madre....Ma non riesco a togliermi dalla testa di essere solo un cattivo esempio, una brutta presenza, per lui. Cosa può imparare da una madre come me??? Come puòimparare la felicità da una madre che si porta dentro la tenebra, il desiderio di annullarsi????

Forse dovresti tornare dallo psicologo. Spesso le persone, anche se ci vogliono bene, dicono cose che possono ferire persone nella nostra condizione.
Penso a mia madre, che mi dice di "alzare il culo" quando non riesco a uscire di casa e passo le giornate tra letto e divano. Chissà quanto sta male nel vedermi in quel modo, e cerca di scuotermi, lo fa in buona fede, anche se mi fa solo sentire più in colpa, più inadeguato, più inutile.

Siamo malati, perché dovremmo sentirci in colpa se abbiamo bisogno di uno psicologo, uno psichiatra, una medicina?
Non vedo malati di cancro sentirsi in colpa perché cercano di curarsi, e di nessun'altra malattia!

Non farti problemi, fai ciò che ti fa star bene.

Tuo figlio è l'opportunità di mostrare la parte migliore di te, o comunque di non mollare mai... Esiste un esempio migliore di questo?  Smile
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Messaggio  piquemal Ven Mar 07, 2014 1:49 pm

Alinea, non ho figli e non riesco bene a immaginare le naturali preoccupazioni (e gioie) che ne possono derivare. Però mi chiedo se non puoi pensare di doverti dare un benessere per te stessa, benessere che comunque ricadrebbe su tuo figlio. Forse far dipendere il tuo benessere esclusivamente dal dovere verso tuo figlio, come mi è parso di aver capito dalla tua risposta (magari fraintendendo), ti pone subito un carico di possibile stress da prestazione, da conformità ad un ruolo, a cui non mi sembra affatto semplice adeguarsi. Non che sia tanto più semplice pensare al benessere verso se stessi, ma è un modo diverso di circoscrivere un disagio.

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Messaggio  Joy Ven Mar 07, 2014 11:26 pm

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Ultima modifica di Joy il Dom Mag 11, 2014 5:51 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  alinea Lun Mar 10, 2014 10:49 am

Il fatto è...che ho scritto di getto e non ho espresso il punto fondamentale. Ho parlato per metafore aggirando il nodo.
Voglio morire.
E quando parlo di "ciò che devo a mio figlio", in realtà parlo del fatto di stringere i denti e rimanere qui. Nonostante questa pulsione a farla finita, a non obbligarmi ulteriormente ad accettare cose che non sopporto più, di me, di altri, di tutto ciò che chiamo "la mia vita", ma in realtà è una vita che non mi appartiene: una vita di sacrifici dedicati, anzi "regalati" ad altri, per amore, per senso di responsabilità, ma che non bastano mai...perchè quegli altri li hanno fagocitati e non hanno mai detto, nè mai diranno "grazie"....perchè sono talmente egoisti da non averne mai abbastanza.
E allora...io devo solo a mio figlio la mia resistenza, qui. Perchè nonostante tutto, mi ama tantissimo, sono il suo punto di riferimento....solo che io so. So di essere una nullità, schiacciata dalla prepotenza altrui. So che non ho mai reagito e non saprei farlo...e tutto ciò che mi hanno tolto, io a mia volta l'ho tolto a lui: il tempo, la gioia, la serenità.........
Sono davvero arrivata al capolinea.
Resisto solo perchè so che la morte della madre è devastante, e non voglio fargli questo.
Ma io sono una morta dentro. Nella forma sono qua, ma nell'animo sono ormai nel mondo dei morti.
E' tutto distrutto, tutto andato: i miei progetti, le mie aspirazioni, i miei sogni...tutto sacrificato sull'altare votivo della famiglia.
Che di me non alcun rispetto.
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Messaggio  piquemal Lun Mar 10, 2014 1:35 pm

Il suicidio in generale è devastante per i sopravvissuti. Crea solchi nelle famiglie, apre voragini di incomprensioni e di silenzi assordanti, se si viene a capo è solo con tempo e fatica.
D'altra parte può capitare di pensare alla propria morte, di voler morire, di provare una certa attrazione all'idea della propria morte. Penso capiti più o meno a tutti in alcuni momenti della propria vita, più o meno consapevolmente. Purtroppo è uno stato d'animo pericoloso per chi soffre di depressione, perché il pensiero si avvicina molto pericolosamente al gesto.
In questi periodi dovresti cercare degli strumenti per ritrovare fiducia in te stessa senza affondare nei bilanci e nelle agre autoanalisi, che per quanto si avvicinino alla tua verità vengono enfatizzati, come fossero occhiali con lenti scure. E questi strumenti sono vari, dentro e fuori di te. Entro certi limiti puoi discuterne con un amico, oltre con un analista, o puoi ricorrere a farmaci che fanno da tampone in un momento di gravità. Sono soluzioni via via più drastiche a situazioni eccezionali. Se la situazione è davvero insostenibile non credo che pensare di chiedere aiuto sia un momento di debolezza, anzi, chiedere aiuto può essere un gesto di forte responsabilità.

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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:22 pm

In effetti una figura di riferimento, una figura guida, è utile se non necessaria, e nel contempo se occorre, anche la figura dello specialista psichiatra per la depressione e le medicine. Le due persone hanno compiti diversi ma si completano a vicenda. Curarsi e prendersi cura di sé, questo è vivere, amare, o sopravvivere: comunque è il da farsi.
Se la depressione è una malattia (e purtroppo lo è) allora non è una colpa. Tutto ciò che di negativo pensiamo, tutto ciò che non riusciamo a fare, è normale. Voglio dire che non siamo dei falliti, non facciamo schifo, non abbiamo sbagliato tutto, ed è normale che non viviamo la vita, o che non viviamo "la nostra" vita.
"Io non sono degno", è questo che sentiamo dentro anche senza dircelo, e che spiega tante cose. Da questo derivano tante cose: "Io sono inutile", "Tutto serve a niente" (qualsiasi cosa non serve a niente), "non serve vivere" e tanto altro.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:24 pm

Comunque riporto alcuni criteri per acertare la depressione, sono molto sintetici e schematici. Servono per vedere che tipo di depressione è.

Vuoi fare diagnosi di DEPRESSIONE MAGGIORE?
cinque o più dei seguenti sintomi devono essere presenti durante un periodo di almeno due settimane, devono caratterizzare la maggior parte della giornata ed esser presenti quasi quotidianamente:

1. Umore depresso;
2. Diminuzione di piacere o interesse per tutte le attività;
3. Perdita di peso (5% peso corporeo), diminuzione appetito;
4. Insonnia o ipersonnìa;
5. Agitazione o rallentamento psicomotorio;
6. Facile affaticabilità;
7. Autosvalutazione o sentimenti eccessivi di colpa;
8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, indecisione;
9. Ricorrenti pensieri di morte.


Ultima modifica di Stef il Mer Mar 12, 2014 11:32 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:24 pm

Vedere anche il "ICD 10" da F30 a F39
www.openicf.it/openicf/Index?q=icf/icd10_tree/CLS%3DICD10/ID%3D2463


Ultima modifica di Stef il Mer Mar 12, 2014 11:33 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:25 pm

DISTIMIA

Si parla di distimia quando la depressione dell’umore perdura quasi quotidianamente e pressoché ininterrottamente per un periodo di almeno due anni.
I soggetti avvertono per mesi, anni o addirittura decenni un senso di perenne stanchezza, abbattimento e tristezza e sono spesso di umore cupo e lamentoso. Essi sviluppano col tempo una serie di timori e di ansie accompagnati da una sensazione di sostanziale inadeguatezza: quasi tutto li affatica e quasi nulla dà loro gioia o soddisfazione.
La distimia può portare all’alcolismo e alla droga.
La distimia è una forma particolare di depressione cronica.
Elementi caratteristici della distimia sono:

1. Scarso appetito o aumento eccessivo dell’appetito (cioccolata, dolci, spuntini).
2. Insonnia o sonno eccessivo.
3. Scarsa energia o astenia debolezza eccessiva.
4. Bassa autostima, cioè scarsa considerazione di sé.
5. Difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni.
6. Sentimenti di disperazione.


Ultima modifica di Stef il Mer Mar 12, 2014 11:34 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:25 pm

CICLOTIMIA

La ciclotimia è un disturbo cronico dell'umore caratterizzato dall'alternanza di periodi di umore depresso, a periodi di episodi ipomaniacali, per un lungo lasso di tempo (almeno due anni).
Gli stati di malessere possono essere intervallati da periodi di sollievo, che non si protraggono mai oltre i due mesi.
La ciclotimia è una sorta di disturbo bipolare che si manifesta in forma attenuata con conseguenze meno gravi per il paziente, alcune volte può essere difficile distinguere la ciclotimia da un episodio bipolare vero e proprio.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:26 pm

LIDAP - Lega Italiana contro i Disturbi d'ansia, agorafobia, attacchi di panico
www.lidap.it
Email: info@lidap.it
Telefono: 0521-46.34.47 (Lunedì-Mercoledì-Venerdì dalle 9,30 alle 12,30)
Cellulare: 331-43.55.216

FONDAZIONE IDEA – Istituto per la ricerca e la prevenzione della Depressione e dell'Ansia
Depressione, Ansia, attacchi di Panico, gruppi di Auto Aiuto, Aiuto telefonico 800-538.438
dal Lun al Ven: 10:00 / 18:00


Ultima modifica di Stef il Mer Mar 12, 2014 11:34 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:29 pm

Si sentono cronicamente depressi, tristi, svuotati, scoraggiati e piangono
spesso
Non provano interesse o piacere nel praticare attività che in passato consideravano
piacevoli
Mangiano più o meno del solito e ingrassano oppure perdono peso
Dormono male o molto più a lungo del solito
Si sentono rallentati nei movimenti o irrequieti
Sono stanchi, apatici e senza forze
Si sentono impotenti, disperati e inutili
Faticano a concentrarsi
Sono meno efficienti o produttivi rispetto al passato
Hanno difficoltà a pensare con lucidità o a prendere decisioni
Hanno problemi di memoria
Pensano continuamente alla morte o al suicidio
Hanno una cattiva opinione di sé, si abbattono, si sentono inadeguati
Rimuginano spesso sul passato
Non mostrano interesse per il sesso o hanno un'attività sessuale meno intensa del
solito
Si chiudono in se stessi
Sviluppano sintomi fisici quali cefalea, problemi digestivi, dolori diffusi.

Maggiore è il numero di caselle che avete barrato, più ragioni avete di temere di soffrire di disturbi depressivi, soprattutto nel caso in cui vari sintomi durino da almeno due settimane o vi sentiate depressi da parecchio tempo.

Schema adottato il 26-01-2004
DEPRESSIONE SECONDO DOTT. M. CANNAVO'
Centro per la Cura della Depressione
Universita' degli Studi di Catania Facolta' di Medicina e Chirurgia di Catania
Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche
Sezione di Psichiatria
Direttore Prof. V. Rapisarda
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Messaggio  Stef Mer Mar 12, 2014 11:31 pm

DEPRESSIONE SECONDO ALESSANDRA MAGGIA E ROBERTO MUSIARI

La depressione può essere diangosticata attraverso l'anamnesi quando sono presenti alcuni dei seguenti sintomi:
1) Anedonia-incapacità di provare piacere.
2) Allontanamento dagli amici e dalla famiglia.
3) Assenza di motivazioni, ridotta tolleranza alle frustrazioni.
4) Segni vegetativi:
a) Perdita della libido.
b) Perdita di peso e anoressia.
c) Aumento di peso e iperfagia.
d) Scarsa energia; facile affaticabilità.
e) Anomalie del ciclo mestruale.
f) Precoce risveglio mattutino (insonnia tardiva); il 75 % circa dei pazienti depressi ha difficoltà
con sonno, insonnia o ipersonnia.
g) Variazioni dei sintomi nell'arco della giornata (peggiorano al mattino).
5) Stipsi.
6) Secchezza delle fauci.
7) Cefalea.

Esame delle condizioni mentali (ECM)
1) Aspetto generale e comportamento: rallentamento o agitazione psicomotoria, scarsi contatti oculari, aspetto triste, atteggiamento abbattuto, scarsa cura dell'aspetto personale.
2) Affettività: coartata, intensa.
3) Umore: depresso, irritabile, frustrato, triste.
4) Linguaggio: scarsa o nessuna spontaneità, monosillabico, lunghe pause, tono basso, monotono.
5) Contenuto del pensiero: preoccupazioni ossessive; sentimenti generalizzati di disperazione, inutilità e colpa; preoccupazioni relative alla salute del corpo; indecisione; povertà del contenuto; allucinazioni e deliri; scarsa spontaneità.
6) Sensorio: distraibilità, difficoltà di concentrazione, lamentele, relative a deficit di memoria, evidente disorientamento; pensiero astratto alterato.
7) Introspezione/capacità di giudizio: compromissione dovuta a distorsioni cognitive di indegnità personale.

Caratteristiche cliniche associate
1) La depressione può essere mascherata da sintomi somatici- in particolare disturbi cardiaci, gastrointestinali (GI), genitourinari (GU), ortopedici o dolore alla schiena.
2) Il contenuto dei deliri e delle allucinazioni, quando presenti, tende ad essere congruente con l'umore depresso; i deliri più comuni sono quelli di colpa, di povertà e di persecuzione meritata e anche quelli somatici e nichilistici (fine del mondo).
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Messaggio  alinea Mar Mar 18, 2014 12:28 pm

Ti ringrazio molto Stef. Ringrazio tanto tutti voi che siete sempre pronti a dire una parola di conforto, grazie non sapete quanto vi sia grata di tutto questo. Sono stata molti giorni senza connettermi perchè il mio stato ha provocato una grande lite in azienda(che è anche la mia famiglia). Mi è stato detto che non valgo nulla, di andarmene che di me non se ne fanno nulla...E' stato terribile, anche perchè è sostanzialmente ciò che penso io di me stessa. Ci sono stati giorni di grandi rancori e urla, è difficile essere l'unica donna tra solo uomini in famiglia. Poi però le cose si sono allentate, e ora grazie all'intervento di mio padre PARE che mi portino un po' più di rispetto...
Sono depressa, sì...per motivi interni a me e molti esterni. Non so bene dove sia il bandolo della matassa: cioè se io mi senta così per via del trattamento che ricevo, o se mi trattino così perchè io mi comporto da nullità. Fatto sta che ho provato ad andare via anni fa, ma sono stata ancora peggio.
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Messaggio  Stef Mar Mar 18, 2014 5:49 pm

Da piccoli può succedere che per quanto si è amati, si viene messi su un piano diverso dagli altri fratelli o sorelle. Questa differenza (involontaria) viene percepita come un "essere messi da parte" per cui "non si conta nulla" rispetto agli altri. Agli altri si dice tutto, si parla di tutto, col piccolo (o la femminuccia) si parla lo stesso ma non proprio di "tutto tutto". Allora questo vuol dire che noi non siamo degni, non valiamo nulla e altro simile. Ci costruiamo una vita così, e ciò ci permea e ci condiziona anche tutta la vita. Ma questo non è la verità, perché una persona sensibile come te, che si dà da fare nonostante questo stato depressivo che condiziona e spesso abbatte senza pietà, senza sosta, tu sei una bella persona. Cioè, tu vivi con un handicap pesante eppure riresci a sopravvivere e sei una persona corretta, ti sforzi e riesci a essere giusta, tutto sommato sei in gamba, non trovi? Gli altri che stanno bene... si comportano da stronzi! Pensa un po' te se non hai del positivo. Quindi, appunto, non è vero che non sei degna, sei uno schifo etc. etc.
Scusa il ragionamento articolato, se non hai capito bene qualcosa dillo pure.
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