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Messaggio  sinner86 Mer Dic 15, 2010 1:27 am

ciao a tutti
non so da dove cominciare, cmq mi chiamo stefano ho 24 anni mi sto laureando in biologia...
Da 2 anni soffro di depressione anche se ne ho preso coscienza solo da 1 mesetto, quando ho cominciato ad avere crisi di pianto immotivate a sentirmi escluso dal mondo a non riuscire a sentirmi a mio agio con le persone a non sentirmi capito e sentire un muro invisibile tra me e le persone.
Dopo una storia di 3 anni in cui ho perdonato 2 tradimenti a luglio scorso ho scoperto 7 tradimenti fatti quando eravamo ancora insieme..unita alla perdita di molti amici.... dopo una fase acuta di dolore e una successiva apparente forza di recupero da settembre è un crescere di angoscia costante di sentirmi sempre + fuori dal mondo.
A 15 anni ho sofferto di anoressia restrittiva per circa 3 anni... e ho raggiunto i 42 chili....
quando avevo 12 anni invece ho sofferto da ansia di separazione superata co fevarin assunto per 6 mesi.
La settimana scorsa dopo una visita dalla psichiatra che mi aveva seguito quando nn mangiavo mi ha prescritto 10 mg al giorno di cipralex e lo sto assumento da 4 giorni. il risultato è che stamattina per la prima volta alle 5 mi sn svegliato con una tristezza assurda immotivata mi sentivo stranissimo avevo pensieri assurdi vedevo tutto inutile privo di senso.. sentivo il tempo scorrere in modo innaturale... è stata una sensazione bruttissima.. ora le giornate scorrono in modo strane, nn trovo + lo stesso piacere che provavo un tempo a fare le cose mi sento solo mi sento che nn riuscirò + a essere felice a credere nelle persone e a sentirmi sereno...

Qualcuno di voi mi può capire?

sinner86

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Messaggio  suggestione Mer Dic 15, 2010 6:40 am

certo che ti capisco e di certo la tua vita affettiva ti ha segnato profondamente e forse quello che stai maturando attraverso la tua tristezza è l'inaffidabilità dei rapporti umani.
Probabilmente passerai varie fasi, tristezza, rabbia, cinismo, solitudine, paranoia e altro ancora, fino a quando arriverà il momento di voltare pagina e ricominciare a vivere.
Ti devi abituare all'idea che l'uomo è condannato per sua natura all'inganno e al tradimento.

Sono troppo cinico?
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Messaggio  marco7 Mer Dic 15, 2010 8:03 am

Butta faccenda che ti segna già da giovane. Anche io ero già depresso nell'adolescenza e non lo sapevo. Penso che sia buono che ora hai la diagnosi con cui confrontarti e fare una terapia.

Se pensi di avere effetti collaterali dal farmaco parlane con lo psichiatra, anche io presi il cipralex e fu difficile capier se ebbi effetti collaterali o se ebbi effetti benefici, forse entrambi ma non in maniera chiara. È individuale come si reagisce ai medicamenti.

Penso di capirti, perchè anche io ho avuto una brutta gioventù, diversa naturalmente dalla tua.

Nel passato il mio psichiatra mi spieghò che le malattie dei disturbi alimentari come l'anoressia fanno parte di uno spetto di malattie imparentate con la depressione, in questo senso l'anoressia che hai avuto era forse un aspetto della tua predisponibilità verso queste malattie. Per questo forse quando ti sarai un po' rimesso dalla attuale fase devi sempre stare attento ad eventuali segnali premonitori che inicherebbero una nuova fase depressiva o un riacutizzarsi della situazione e correre per tempo dallo psichiatra, prima che passa molto tempo.

alla fine la depressione è una malattia e va meglio se riconosciuta e curata per tempo......

penso che la tua sfiducia verso il mondo e le persone possa essere naturalmente dovuta alle tue brutte esperienze ma sopprattutto anche essere un sintomo della malattia stessa.. Penso che quando la depressione migliorerà anche questa sfiducia nel mondo, la lontananza dal mondo ed l'inerzia con cui tu trascini nelle giornate.

Purtroppo non accade in poco tempo il miglioramento e ci vuole tempo, anche coi medicamenti, ma anche questo penso sia individuale.

L'importante è che tu sai che ti trovi in questa situazione strana a causa della malattia e che quando la malattia migliorerà migliora anche la percezione del mondo che hai. Devi tenere un po' duro ora in questa fase difficile.

Se ti da aiuto o sostegno parlare come ti va ogni tanto puoi scrivere nel forum, anche la solidarietà e l'empatia fa bene.

marco7

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Messaggio  sinner86 Mer Dic 15, 2010 3:40 pm

Grazie per le vostre parole,
sono sempre stato un ragazzo fuori dalla norma ho sempre avuto una sensibilità un po diversa dalla media ho sempre trovato una sorta di magia in quello che mi circondava fin da piccolo , soprattutto nei confronti della natura, sn cresciuto in campagna fino ai 6 anni e mi ricordo che quando mio padre tagliava un albero io piangevo chiedendo di nn farlo perche l'albero era vivo.... ho sempre creduto nei rapporti tra le persone nella sincerità ho sempre dato tutto me stesso nei rapporti fin da piccolo creavo certi rapporti molto profondi con una persona affine al mio animo... non sono mai stato portato per i giochi di squadra.
Le scuole medie mi hanno segnato profondamente in quanto trovai una classe ostile a parte 1 solo compagno che era dalla mia parte era un continuo sentirmi attaccare con diversi atti di bullismo, fu quello il periodo in cui ebb l'ansia da separazione in cui stavo mezz'ora al citofono chiedendo a mia madre di nn buttarmi via nulla di quello che avevo in camera di nn toccare niente e poi passavo ore al telefono a scuola, convinto che mi lasciassero da solo e di non trovare + nessuno al rientro.
Fino ai 14 anni ero un po grassottello e forse questo ha inciso sul fatto che tutte le ragazze con cui ci provavo mi rifiutassero, a 15 anni conobbi una ragazza che mi contraccambiò , tempo 2 settimane e venne fuori che era stata con me solo per fare ingelosire l'ex e nello stesso momento persi il mio migliore amico la mia migliore amica e i miei si separarono tutto nello stesso mese di dicembre 2001.... fu quella la causa scatenante che mi fece piombare nell'anoressia nervosa restrittiva... è stata un esperienza che solo a pensarci mi vengono gli occhi lucidi avevo un mostro dentro che mi diceva che non potevo essere felice, che nn meritavo di mangiare e dovevo stare male infatti se qualcuno mi diceva come stai bene... digiunavo per 2 giorni, fino al 2005 ovvero dopo 3 anni di malattia, durante la fase in cui stavo facendo progressi, conobbi un ragazzo che mi accettò per quello che ero che riusci a farmi amare , era un ragazzo di roma e abbiamo avuto una storia di circa un anno negli ultimi 2 mesi però era diventato violento e nn sapete che sofferenza ho dovuto attraversare visto che ero davvero innamorato... alle superiori mi feci un amico con cui riuscivamo a ridere per qualsiasi cavolata dalla terza superiore fino al 2006 circa ovvero per 5 anni eravamo quasi in simbiosi ci capivamo con uno sguardo senza parlare poi nel 2006 cosi da un momento all'altro si è trasformato ed è arrivato a dirmi che doveva frequentare persone che rispettassero + la sua classe sociale... avevo abbastanza maturità per capire la bassezza di certe affermazioni e la cosa mi fece soffrire ma fino a un certo punto, anche se cmq ero molto legato a questa persona amichevolmente parlando. fino al 2007 in cui conobbi un ragazzo che diceva di essere interessato a me ci siamo messi insieme, dopo 2 settimane è tornato con l'ex ma mi teneva dcendo che voleva lasciarlo e per 3 mesi ho accettato una sorta di triangolo , e poi è iniziata la serie di tradimenti che hanno fatto maturare in me una agonia crescente un rifiuto del mondo , una sorta di cinismo verso di me e verso le persone

è un po un riassunto della mia vita ,ho tralasciato molte cose ovviamente però diciamo che sono le cose che è mi hanno segnato e hanno creato quello che sn ora... come se non bastasse adesso quest'ultimo ragazzo continua a essere presente vorrebbe avere un ennessima possibilità che nn mi sento di dare ma allo stesso tempo non riesco ad allontanare del tutto, perche quando ci provo, sento un senso di angoscia disperazione e mi sento perduto... e nn so come uscirne... ho paura anche perche mi manca un esame alla laurea e nn riesco a studiare come vorrei... e anche stamattina mi sn svegliato molte volte =( =(

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Messaggio  merla Mer Dic 15, 2010 4:52 pm

Ciao sinner :-)
e benvenuto.

Sostanzialmente non ho niente da aggiungere a quanto scritto da marco, il mio post è solo rafforzativo.

Datti un po' di tempo, adesso stai male e sicuramente le tue proiezioni non sono le stesse che faresti se stessi bene. O meglio, magari sono le stessi ma vedresti strade e possibilità che adesso non vedi.
Quindi porta un po' di pazienza, i farmaci danno l'energia e la chiarezza mentale necessarie ad affrontare le difficoltà, poi dopo le difficoltà si affrontano e si superano, compreso l'ultimo esame.
magari ora non riesci a studiare come vorresti, ma non ti affannare. Purtroppo ti è capitata questa depressione in questo momento e non puoi pretendere troppo da stesso. Puoi stabilirti un programma di studio non troppo intenso finché i farmaci non avranno fatto del tutto effetto e poi se ce la fai entro febbraio bene, sennò vorrà dire che sarà giugno. Cambia poco e l'importante è che tu stia bene.

A parte questo, visto che hai già avuto episodi di malessere psichico, è probabile come dice marco che tu abbia una sorta di fragilità intrinseca (come quasi tutti noi per altro, non è uno stigma), quindi cerca appunto di cautelarti per il futuro. Impara a riconoscere i sintomi, i segni di malessere e trovati delle soluzioni a portata di mano (lo psichiatra da chiamare quando non va, ecc. ecc.).
Le fragilità le abbiamo tutti, sono una nostra caratteristica in quanto persone e non c'è niente di male. Si tratta solo di conoscersi e non far finta che non ci siano, e quindi di correre ai ripari per tempo.

Scrivi quanto vuoi, siamo pochi, ma siamo qui.

Ale
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Messaggio  marco7 Gio Dic 16, 2010 1:52 pm

per sinner:

desidero scriverti ancora dopo aver letto il tuo secondo intervento. Quel che ti scrivo non devi interpretarlo come "consigli" o simile da parte mia ma semplicemente come la mia opinione, che ti scrivo semplicemente per dirti ciò che penso e non per dirti ciò che devi fare. Io ho 42 anni e sono gay e da 4 anni ho la mia prima relazione con un uomo, prima desideravo pure avere una relazione con un uomo ma per motivi che mi sfuggono totalmente non c'è mai stata. Questo per dirti che a volte situazioni che sembrano fossilizzate possono anche cambiare.

università: secondo me visto che hai quasi finito dovresti terminarla. Se ora non stai bene, magari hai difficoltà di memoria o di concentrazione, depresso,.... sei malato e lo puoi rimandare credo, non so come funziona in italia perchè io non abito in italia e non sono italiano. Se necessario fatti scrivere dal medico malato o se non è necessario puoi anche solo rimandare l'esame che ti manca, ma io trovo che dovresti terminarle l'università anche se ora magari per qualche motivo pensi che tanto non ti serve, ma la laurea è meglio averla che non averla sepcialmente se manca poco a terminare.

Prima dell'esame forse dovresti stare meglio altrimenti è un po' difficile.

dovresti evitare di metterti in situazioni difficili che non sono veramente ok per te come quel triangolo in cui non ti sentivi a tuo agio. Non adattarti a situazioni in cui soffri e non stai bene.

L'altro amico che faceva storie perchè non eri della classe sociale giusta è lui prigionierio di convenzioni o condizionamenti famigliari / di amici che nulla hanno a che fare con l'amore e quello non adeguato alla vostra relazione era lui che non ti accetta come sei e non tu che eri di una classe sociale "inadeguata" a suo giudizio.

Purtroppo viviamo tutti con preconcetti e condizionamenti che ci limitano nel mostro essere vero e nella nostra libertà.

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Messaggio  sinner86 Gio Dic 16, 2010 2:12 pm

Intanto scusate la maleducazione non mi sono presentato mi chiamo Stefano =)

Grazie Marco e Merla per la risposta....

Spero davvero che il cipralex possa aiutarmi ad affrontare la cosa in modo + responsabile, Ieri ho avuto la conferma che qualcosa davvero non va dentro di me..
Nonostante abbia diverse proposte e dichiarazioni di interesse da parte di diverse persone , persone che un tempo mi avrebbero fatto perdere la testa ho un blocco dentro assurdo vedo tutto cosi inutile precario tutto appeso a un filo vedo tutto come un illusione una cosa che poi finirà, ecco un illusione non riesco a essere felice nn riesco a emozionarmi come un tempo... è veramente bruttissimo =(

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Messaggio  marco7 Gio Dic 16, 2010 4:23 pm

riguardo il cipralex:

io l'ho preso per tanti anni (4-6 ?), all'inizio non volevo prendere antidepressivi ma poi l'ho provato. Ora l'ho smesso e non so ancora se lo riprendo o no.

Il cipralex è un buon medicamento perchè funziona con molte persone e da pochi o zero effetti collaterali spesso. Proprio per evitare effetti collaterali io avevo iniziato con un dosaggio molto basso aumentandolo poco per volta. Lo svantaggio a iniziare con una dose molto bassa è che anche l'effetto desiderato lo si ottiene lentamente. Se si inizia con la dose normale si ha prima l'effetto anntidepressivo ma magari anche qualche effetto collaterale che di solito sparisce dopo un po.

Importante è non credere che la pillola risolve tutto.

io ancora ora non so con certezza se il cipralex su di me funzionava o no, molto è anche effetto placebo come in tutti i medicamenti.

Si dice che da quando inizi a prednere il cipralex ci vogliono almeno 2 settimana per vedere i primi effetti, la mia impressione è che per avere l'effetto massimo del medicamento ci vogliano 6 mesi. Poi anche il dosaggio gioca un ruolo, il dosaggio usuale è di 10 mg al giorno (se ricordo giusto), per alcuni anni presi il doppio perchè mi sembrava funzionasse meglio, ma come già scrissi alla fine non son sicuro che abbia avuto veramente un effetto su di me e che non fosse solamente un effetto placebo.

le terapie contro la depressione generalmente sono due:

- antidepressivi

- colloqui col terapeuta

si può fare l'una o l'altra ma quel che si sa è che i risultati migliori si ottengono se si fanno entrambe, dunque antidepressivi con un sostengno terapeutico di uno psicologo o uno psichiatra.

Molto importante è che il rapporto paziente - perapeuta sia buono e che ti senti a tuo agio con lui / lei.

Altrimenti perdi solo tempo ed è meglio che cerchi un altro terapeuta.

La mia impressione è che quel che mi aiuta di più sia il mio amico e i due cani che abbiamo Very Happy , ma anche questo è soggettivo.

Devi darti tempo e non avere l'illusione che tutto si risolverà in due settimane, um mese. In passato hai avuto anoressia e penso che sei particolarmente vulnerabile, per questo devi trattarti bene e avere cura di te stesso.

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Messaggio  seal Gio Dic 16, 2010 10:33 pm

Posso dirti una cosa?

Il perdonare è un problema.
Non un problema di per se', ma lo diviene.

Anch'io sono uno di quelli che 'perdona', che 'capisce', che è fermamente certo e sicuro nelle proprie convinzioni...

Ma questa strada, ora sono sui 40, mi sono reso conto troppo tardi che non porta da nessuna parte.

Anch'io mi sento 'bene' con me stesso quando comprendo, quando perdono, fa restare in pace con se stessi. Ma ci si rovina sempre di più la vita.

Un rapporto che si basa sull'aver perdonato qualcuno, instaura un tipo di rapporto differente da quello originario, da uno 'sano' (in senso lato); gli equilibri impazziscono, l'affetto si vela di condiscendenza, arrivando anche a distorcersi in quanto comune sentire.

Io sono come te, a me piace fare le cose, passo sopra mille cose, comprendo, perdono e tiro avanti.
Se avessi capito anni fa che questa strada non porta a nulla se non al quasi totale annientamento del proprio ego, e alla maggior parte dei 'problemi' conseguenti, avrei sbraitato di più e mi sarei incazzato molto di più.

Forse invece di fare ciò che faccio ora farei tutt'altro, o forse l'avrei fatto prima e meglio.

Ma il 'perdonare' e comprendere gli altri è solo una virtù cristiana.
Che altro non fa che accumulare pesi sulle spalle negli anni.

Ma che in una società come la nostra attuale non porta concretamente a nulla.

Per me ormai cambiare modo di vivere è impossibile.

Se qualcuno, o magari anche tu che hai messo il messaggio originale, dovesse leggere e fosse ancora in tempo, lo sappia; perdonare segna la propria vita in modo irreversibile. E' parente del 'fare uno strappo per', in cui alla fine ci si incunea senza più uscita.

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Messaggio  reneli Mer Dic 22, 2010 10:25 am

sinner86 ha scritto:ciao a tutti
non so da dove cominciare, cmq mi chiamo stefano ho 24 anni mi sto laureando in biologia...
Da 2 anni soffro di depressione anche se ne ho preso coscienza solo da 1 mesetto, quando ho cominciato ad avere crisi di pianto immotivate a sentirmi escluso dal mondo a non riuscire a sentirmi a mio agio con le persone a non sentirmi capito e sentire un muro invisibile tra me e le persone.
Dopo una storia di 3 anni in cui ho perdonato 2 tradimenti a luglio scorso ho scoperto 7 tradimenti fatti quando eravamo ancora insieme..unita alla perdita di molti amici.... dopo una fase acuta di dolore e una successiva apparente forza di recupero da settembre è un crescere di angoscia costante di sentirmi sempre + fuori dal mondo.
A 15 anni ho sofferto di anoressia restrittiva per circa 3 anni... e ho raggiunto i 42 chili....
quando avevo 12 anni invece ho sofferto da ansia di separazione superata co fevarin assunto per 6 mesi.
La settimana scorsa dopo una visita dalla psichiatra che mi aveva seguito quando nn mangiavo mi ha prescritto 10 mg al giorno di cipralex e lo sto assumento da 4 giorni. il risultato è che stamattina per la prima volta alle 5 mi sn svegliato con una tristezza assurda immotivata mi sentivo stranissimo avevo pensieri assurdi vedevo tutto inutile privo di senso.. sentivo il tempo scorrere in modo innaturale... è stata una sensazione bruttissima.. ora le giornate scorrono in modo strane, nn trovo + lo stesso piacere che provavo un tempo a fare le cose mi sento solo mi sento che nn riuscirò + a essere felice a credere nelle persone e a sentirmi sereno...

Qualcuno di voi mi può capire?

Ciao Ste, sono anche le mie amiche le mie crisi di pianto, e tante sensazioni immotivate. Ma le crisi di pianto non sono immotivate.

reneli

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Messaggio  mmm Gio Dic 23, 2010 12:32 am

seal ha scritto:...
Io sono come te, a me piace fare le cose, passo sopra mille cose, comprendo, perdono e tiro avanti.
Se avessi capito anni fa che questa strada non porta a nulla se non al quasi totale annientamento del proprio ego, e alla maggior parte dei 'problemi' conseguenti, avrei sbraitato di più e mi sarei incazzato molto di più.

Forse invece di fare ciò che faccio ora farei tutt'altro, o forse l'avrei fatto prima e meglio.

Ma il 'perdonare' e comprendere gli altri è solo una virtù cristiana.
Che altro non fa che accumulare pesi sulle spalle negli anni.

Ma che in una società come la nostra attuale non porta concretamente a nulla.

Per me ormai cambiare modo di vivere è impossibile.

Se qualcuno, o magari anche tu che hai messo il messaggio originale, dovesse leggere e fosse ancora in tempo, lo sappia; perdonare segna la propria vita in modo irreversibile. E' parente del 'fare uno strappo per', in cui alla fine ci si incunea senza più uscita.

che discussioncina che mi sono perso...

davvero credi che incazzandoti di più sarebbe cambiato qualcosa? e cosa?

se tu riuscissi a evitare di lasciarti usare dagli altri per interessi non tuoi, e invece riuscissi ad attingere alle tue relazioni con loro per il bene comune (che può essere anche solo farsi una grigliata insieme in tutta spensieratezza), sicuramente è più utile un amico inaffidabile che un ... non amico!

rinunciare agli altri non serve a niente, devi però saper dire di NO, saperti guardare le spalle, e saper mettere i tuoi interessi al primo posto (perché nessun altro lo farà!). cioè non dico che devi usare gli altri (quasi se vogliamo fare i cinici... io do' una mano a te e tu una a me, ma evito di farti troppo credito...), però, essendo cosciente dei propri interessi, una mano lava l'altra e un amico traditore può ancora essere una risorsa, di seconda scelta ma pur sempre una risorsa che al momento giusto potrebbe essere disponibile.

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Messaggio  Ospite Gio Dic 23, 2010 10:34 pm

se qualcuno è sul baratro mi chiama a fargli compagnia?

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Messaggio  Ospite Ven Dic 24, 2010 8:02 pm

che fine ha fatto questo sinnear86?

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Messaggio  seal Mer Dic 29, 2010 2:20 am

mmm ha scritto:
seal ha scritto:...
Io sono come te, a me piace fare le cose, passo sopra mille cose, comprendo, perdono e tiro avanti.
Se avessi capito anni fa che questa strada non porta a nulla se non al quasi totale annientamento del proprio ego, e alla maggior parte dei 'problemi' conseguenti, avrei sbraitato di più e mi sarei incazzato molto di più.

Forse invece di fare ciò che faccio ora farei tutt'altro, o forse l'avrei fatto prima e meglio.

Ma il 'perdonare' e comprendere gli altri è solo una virtù cristiana.
Che altro non fa che accumulare pesi sulle spalle negli anni.

Ma che in una società come la nostra attuale non porta concretamente a nulla.

Per me ormai cambiare modo di vivere è impossibile.

Se qualcuno, o magari anche tu che hai messo il messaggio originale, dovesse leggere e fosse ancora in tempo, lo sappia; perdonare segna la propria vita in modo irreversibile. E' parente del 'fare uno strappo per', in cui alla fine ci si incunea senza più uscita.

che discussioncina che mi sono perso...

davvero credi che incazzandoti di più sarebbe cambiato qualcosa? e cosa?

se tu riuscissi a evitare di lasciarti usare dagli altri per interessi non tuoi, e invece riuscissi ad attingere alle tue relazioni con loro per il bene comune (che può essere anche solo farsi una grigliata insieme in tutta spensieratezza), sicuramente è più utile un amico inaffidabile che un ... non amico!

rinunciare agli altri non serve a niente, devi però saper dire di NO, saperti guardare le spalle, e saper mettere i tuoi interessi al primo posto (perché nessun altro lo farà!). cioè non dico che devi usare gli altri (quasi se vogliamo fare i cinici... io do' una mano a te e tu una a me, ma evito di farti troppo credito...), però, essendo cosciente dei propri interessi, una mano lava l'altra e un amico traditore può ancora essere una risorsa, di seconda scelta ma pur sempre una risorsa che al momento giusto potrebbe essere disponibile.

Credo tu non abbia ben compreso il senso della mia affermazione precedente.

Non sto dicendo affatto che 'mi faccio usare' o che 'non mi faccio gli affari miei'.

E' differente.

Io sto dicendo che (appunto come del resto dici anche tu nella risposta) e' facile, dannatamente facile, 'passare' sopra comportamenti di altri *per fare i propri interessi*.

Non è una contraddizione.

SE una persona ho il sospetto/so che dice un sacco di balle, o non mantiene la parola una o più volte, MA con la pazienza riesci poi a 'usare' tale conoscenza nonostante tutto per fare ciò che vuoi, almeno in parte, stai 'perdonando' per quanto da lui fatto in precedenza SOLO in quanto vuoi proseguire in qualunque modo lungo la tua strada.

SOLO che sulla distanza, in un misto singolare tra perdonare le mancanze e l'andare avanti, ti rendi conto che l'aver lasciato andare, dove sembrava potesse servire anche per proseguire in ciò che fai, ha lasciato irrisolte tutta una serie di situazioni, e soprattutto di mancati confronti. Che alla lunga poi avveleneranno ciò che sei riuscito ad ottenere, accumuli rancore in qualche modo non sopito.

Perdonare è una virtù molto bella, ancora più bello è il farlo a prescindere dal'essere cosciente la controparte di aver sbagliato o di essere in errore: "Si, non preoccuparti, ti capisco, non l'ha potuto fare per quella situazione", ma nella realtà, nella vita, non porta ad altro che ad un qualche tipo di rimpianto.

Il rimpianto del "se non avessi voluto comunque passare sopra a molte cose, in quanto credevo fosse la scelta migliore per realizzare ciò che auspicavo di fare" e delle strade che comunque in qualche modo si sarebbero potute percorrere.

Senza passare sopra a tante, tante cose, dono del "perdonare", che poi avvelenano la vita.

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Messaggio  suggestione Mer Dic 29, 2010 7:12 am

Ciao Seal, da over quarantenne posso solo darti ragione.

Quando si perdona però dall'altra parte ci deve essere vero pentimento, se non non è perdono ma debolezza e stupidità, ovviamente parliamo di rapporti affettivi importanti, come il matrimonio e altri tipi di stretti legami famigliari.

Al di fuori di questi tipi di rapporti si devono rispettare le regole vigenti in quel stato, regione, città, azienda, gruppo etc.
Quando queste regole vengono meno, la responsabilità passa a chi e preposto a mantenere e far rispettare le regole.

Se uno al di fuori dal contesto famigliare, xx manca o va oltre al giusto e normale comportamento, molestandomi, o lascio correre perché non ho balle, tempo o ritengo che la situazione non sia conveniente, oppure denuncio il fatto a chi in quel momento è preposto a far rispettare le regole o legge.

Per ritornare sul perdono, tale concetto, che nei secoli si è insediato nei nostri costumi sociali, ha permesso di costruire da esso molti altri concetti più raffinati e regolativi non più dettati dal sentimento ma dalla ragione.

purtroppo chi soffre di depressione e altre forme psicologiche debilitanti spesso non è capace di discernere obbiettivamente e non riesce a gestire la situazione, ma la subisce a suo malgrado.

Ricordo che ci sono comportamento sociali che sono stati presi in considerazione solamente da pochi anni, come può essere il mobbing, il bullismo, la violenza sulle donne, le molestie sessuali, la violenza ai minori, il gossip, lo stolking etc.

Purtroppo molti modi di fare negativi gli abbiamo ereditati dai regimi totalitari, come il fascismo, comunismo e nazismo, che comunque recluta tutt'ora ancora molti seguaci.

Il perdona diventa doveroso qualora i dati, le informazioni pervenuteci dopo indagine e riflessione rendano possibile da parte nostra e da parte dell'agente di aver agito suggerito da errate interpretazioni della realtà o causate da stati psichici alterati.
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