Due tipi di Depressione?

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Messaggio  Pavely Ven Mag 21, 2010 12:17 pm

Merla ha scritto una frase che mi ha fatto riflettere.

In breve: scrive che quando si è Depressi non si cerca nessuno.

In più, precisa che non si cercano, assolutamente, persone Narcisiste...

Mi sono interrogato, allora, sulla mia opinione personale. Che è contraria.

E vorrei, quì, prima provare a spiegarmi e poi lasciare una domanda (per me, importante).

Io mi sono interrogato molto sull'origine della Depressione. Ho letto molti libri. Ho preso appunti e poi, d'improvviso, mi sono bloccato nella mia ricerca.

Ho capito che non sono un Medico. Ho capito che non ho nessun diritto di leggere pagine di Medicina... di Psicologia... così, d'improvviso, mi sono visto come una Persona.

Una Persona, con tutta la sua semplicità e con le sue idee. Forse troppo femminili, forse stupide e banali, ma idee di una persona, Pavél, che esiste. Io sono quì. In questa casa... a Roma... e scrivo. Scrivo su questo schermo.

Provo a spiegarmi... il termine Depressione non mi piace. Capisco che ciò che provo è un sentimento che è stato ed in parte è assimilabile a quello che in Medicina si chiama Depressione. Ma usare tecnicismi è per me l'errore più grande. Non voglio farlo, non lo faccio ora, non lo farò mai più.

Dunque: io mi faccio una domanda. Cos'è la Depressione? So che la Depressione è una malattia. A tutti gli effetti. I medici ne parlano da molti anni... l'hanno identificata; con ogni mezzo lottano per debellarla. E' un universo di emozioni: tristezza, angoscia, ansia, melanconia... ecc ecc. E se cercassi la ragione... beh... di certo non la troverei...

Bene.

Ragionando su cosa sia la Depressione per me, io sono arrivato ad una conclusione.

La conclusione a cui sono arrivato è questa: nella Depressione, io non vedo una sola malattia, ne vedo, bensì, due.

Chiamerò, con un mio proprio vocabolario, la prima malattia "Disturbo dell'Ottimismo". Chiamerò la seconda malattia "Disturbo della Fiducia in Sè stessi".

La Depressione/"Disturbo dell'ottimismo" descrive chi, depresso, è sempre pessimista. Chi non ha fiducia negli altri, chi critica costantemente il mondo, chi non ha speranza nel futuro, chi vede ogni cosa nera, chi prova rabbia, angoscia, tensione interiore. Chi soffre di un "disturbo dell'ottimismo" non riesce a vedere la bellezza del mondo, non riesce a gioire delle conquiste dell'Umanità. Davanti ad un'asserzione molto semplice... ad esempio: "Sono 65 anni che in Italia non c'è una Guerra e questo non era mai accaduto nella storia e beh... ciò dimostra che andiamo sempre meglio e che il mondo progredisce"... il Depresso ride amaramente E parla del Governo, della mancanza di libertà, della tristezza dei sentimenti di oggi, della crisi economica, dei disastri ambientali. E fà male sentirlo. Ma non giudichiamo... (non bisogna mai giudicare). Ciò che però ci colpisce è questo: questo tipo di depresso ci appare triste, melanconico, e pure non parla di sé. Parla della propria storia. Parla della storia che vede. E' pessimista... ci dice che non c'è alcuna speranza. Ma ciò che a lui interessa è il M o n d o. Il Mondo con i suoi eventi, i suoi fatti, la sua realtà, i suoi micro-aspetti quotidiani.

La Depressione/"Disturbo della fiducia in sé stessi", pur essendo una profonda Melanconia, una profonda Tristezza esistenziale, invece, è in relazione con persone che non criticano il mondo. Non disprezzano il mondo che vedono... non hanno parole amare, aspri sentimenti dell'anima, per descrivere la Realtà. Anzi: la realtà appare ai loro occhi bellissima. Tutti appaiono innamorati, felici. La luce inonda i parchi di Roma, i monumenti, le foglie d'acanto al Mellini. Tutto è meraviglioso... e in questa bellezza si innesta un profondo disprezzo per sé stessi e per la vita. Ci si sente "odiosi", falliti, miserevoli, emarginati, senza amore e senza amicizia. Laddove chi soffre di un Disturbo dell'Ottimismo non spera più nel futuro, non crede più a nulla, chi soffre di un Disturbo della Fiducia in sè stessi, spera. E la cosa che mi colpisce è, appunto, questa: è proprio la Speranza a fare male.



Bon...

Io voglio allora lasciare questa domanda.

Ci sono due tipi di Depressi secondo voi?

Depressi "pessimisti" che non cercano più nessuno... (da cui il tipo descritto da Merla) e depressi "senza fiducia in Sé" che, al contrario, sperano e dalla speranza traggono un profondo dolore (perché questa speranza è sempre "tradita")?

Rileggendo le parole di Momo... io penso questo: io so di essere un Depresso "senza la Fiducia nel sé".

Non ho fiducia in me stesso e a ragione di questo commetto Errori su Errori.

Ma non sono pessimista.

Osserviamo bene: io sono melanconico, poetico, romantico, odioso quando scrivo... (perché negarlo?)... ma so di appartenere alla categoria dei Depressi "sfiduciati di sé".

I Depressi "pessimisti" invece hanno una prosa asciutta, aggressiva, veloce, diretta. E lapidaria.

Ovviamente... non c'è alcun giudizio... quì.

Il dolore è un dolore condiviso.

La "tristezza"... è uguale in tutte e due le categorie.

Solo che i Depressi-pessimisti "reagiscono". Con rabbia... mentre invece i Depressi-Senza fiducia in sé non reagiscono.

Ed io non reagisco... non agisco.

Ha un senso?

Ha un senso ciò che scrivo?
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Messaggio  anthea Ven Mag 21, 2010 3:32 pm

Pavely è strano per me che tu dica di non voler neppure parlare di depressione per non creare etichette, e poi sia così preciso nel dividere ed eviscerare le forme depressive.

Io ritengo che esistano una marea di forme depressive diverse e che molte vengano catalogate secondo sintomi comuni al solo fine di studiarle ed essere più incisivi sulla cura.
Io caratterialmente non sono pessimista e neppure sfiduciata. Tutti quelli che mi conoscono mi definiscono equilibrata, ragionevole e socievole. Eppure sono caduta in depressione e quando sto male divento pessimista e pure insicura di me. Probabilmente ci saranno una predisposizione personale, un insieme di tratti caratteriali, una causa scatenante (sicuramente) che hanno influito molto sulla mia malattia, ma neppure io riesco a dirti esattamente cosa sono in quei momenti.
L'unica cosa che so è che sto malissimo. Che la mia voglia di vivere se ne va, come la mia allegria e la mia ironia; che non mangio più; che tutto mi sembra senza senso ed inutile; che la vita sia solo dolore... che io sia uno zombie in mezzo ai viventi.
Alla fine rimane un essere che non sono "io"; alieno in tutti i sensi.

Se non mi fossi curata, io non saprei neppure più chi sono veramente.
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Messaggio  momo Ven Mag 21, 2010 3:43 pm

Secondo me ciò che scrivi ha un senso eccome, ma personalmente mi ritrovo in entrambe le categorie. Come ho detto nell'altro topic, ormai ho smesso di odiarmi, comunque per un sacco di tempo ho odiato me stessa e il mondo contemporaneamente. E ti dirò di più, visto che la tua riflessione parte dal chiederti se è vero che un depresso non cerca nessuno. Io non cerco nessuno, e contemporaneamente cerco qualcuno. In altre parole, credo che tutto sommato sarei infelice anche con qualcuno accanto, eppure continuo a sperare che un giorno ci sarà.
Quello che volevo dire alla fine è che sì, secondo me si può fare una differenziazione tra due (o più) tipi di depressione, ma per quanto mi riguarda in me hanno convissuto entrambe quelle che hai descritto, sebbene l'una sia praticamente l'opposto dell'altra.
Ora come ora mi inserirei nel primo gruppo.
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Messaggio  merla Ven Mag 21, 2010 5:25 pm

Ma a che pro sta domanda?

Non ti vanno bene i tecniciscmi e cerchi altre definizioni meno tecnica, ma in tutta onestà a che serve? a te, a noi a momo e a chiunque altro?

io ti parlo apertamente perché qui stiamo solo iniziando la solita trafila già fatta altre volte e sinceramente da moderatore non ho voglia di ricominciare, perchè ci si perde del tempo e so già come si continuerà.

Tu senti un malessere che non voglio per forza far rientrare in una o nell'altra definizione medica. Per qualche tua ragione, per me insondabile, non vuoi/non sei pronto o chissà che altro a curarti. Ma ami ritrovarti ciclicamente in una o nell'altra definizione, oppure nel crearti tu le tue definizioni. Why? (puoi anche rispondermi Why not? se ti aggrada)

Perché devi arrivare e ricominciare a sparare diagnosi a caso, a cercare sempre le stesse definizioni, e a fare sempre lo stesso discorso che fai da anni con le persone che non ti conoscono?
Dov'è che ti apri? dov'è che cambi?
Riproponi sempre lo stesso discorso, in salsa cambiata, a persone che non ti conoscono, e se non sono le bouganville del Canada è l'oceano in tempesta del Tirreno. La conclusione di questa trafila la sappiamo già, o almeno chi ti conosce la sa già.

Mi illumini su cosa ti spinge a reiterare all'infinito questo schema di comportamento? C'è meno polemica di quanto non sembri, ma m'incuriosce davvero conoscere le tue motivazioni.

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Messaggio  Pavely Ven Mag 21, 2010 5:50 pm

Ciò di cui parlo non sono tecnicismi.

Sono opinioni personali.

Tutto quì.

§

Per Merla: una curiosità... osserva la tua reply.

Ti dico cosa ho provato leggendoti. Rabbia. Frustrazione. Disagio.

Così, stavo cadendo nella trappola di giudicarti, di essere "intollerante" verso ciò che hai scritto.

Sarebbe stato un errore. Io capisco perfettamente che le mie parole, la femminilità delle mie frasi, ti danno fastidio.

In ciò che scrivo sicuramente metto molta poesia. E la poesia ti fà male. Tu odi sentir parlare delle Tempeste del Tirreno o delle Bouganville del Canada.

Merla: tu provi proprio fastidio, rabbia, frustrazione. Cos'è che provi se un giorno leggi le mie parole? Io penso questo: ti viene davvero voglia di venirmi accanto e tirarmi un ceffone o darmi un calcio?

Sicuramente, quando scrivo ti do sui nervi. Ma perché? Perché Merla il mio modo di scrivere è così fastidioso per te? Osserviamo bene, allora, i miei sentimenti. Io sono partito dall'idea di soffrire per come mi avevi risposto.

Ma a ben vedere, io non ho il diritto di essere a Disagio per ciò che mi scrivi. E non ne ho il diritto perché non sei tu ad agire, sono io. Tu reagisci. Reagisci a ciò che scrivo e lo fai sottolineando il mio modo di essere, sottolineando i miei errori e sottolineando la mia "stasi", il mio non evolvere, il mio rimanere sempre uguale a me stesso e odioso.

Quindi, subentra una lettura.

Sono io che ti do fastidio?

Perchè?

Le risposte sono molte.

Ma io mi chiedo: Merla, tu mi conosci?

Cosa sai della mia vita?

Cosa sai di Roma?

Cosa sai delle scuole che ho fatto, degli affetti che ho avuto, di cosa ho visto, di cosa faccio?

Sinceramente, Merla, cosa sai di me?

Così, mi appare evidente una domanda: perché ti è così odioso ciò che scrivo?

E non ho una risposta.

Ciò che so, però, è questo: io vorrei dirti una cosa.

Non aprirò post su post.

Te lo assicuro.

Oggi... ho aperto un post.

E l'ho aperto perché mi sono fatto una domanda.

Stupida quanto vuoi... ma una domanda.

Filosofia.

Pensiero.

Merla, io ti chiedo di riflettere su di una cosa.

Io non sono né meglio né peggio di tante persone lì fuori.

Però, davvero dovresti interrogarti sull'Irritazione che provi leggendomi.

Quindi... per rispondere alla tua domanda... sì, sono molto speculativo. Sì, mi piace pensare.

Sì, ho un disagio evidente.

E se ti chiedi l'origine del mio comportamento, questo và cercato nel comportamento di mio padre e di mia madre. Persone che tu non hai conosciuto

Ti lascio con una domanda.

Sai che sono andato dallo Psicologo?

Sai che per un periodo ho preso le Medicine?

Sai che sono "esploso" più volte?

Sono andato per tre mesi.

E uscivo ogni volta piangendo.

E piangevo, Merla, perché avevo la percezione di parlare con uno Stupido.

Io non ho risposte, Merla.

Ho solo domande.

E se tu mi fai una domanda, l'unica risposta che ti posso dare è questa: non lo so.
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Messaggio  merla Ven Mag 21, 2010 6:05 pm

a me basta che non apri post su post che poi qualcun altro deve andare a controllare, come è andata a finire tutte le altre volte.

Prendo per buono che stavolta avrai un atteggiamento diverso, e ti ringrazio.

ciao
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Messaggio  Pavely Ven Mag 21, 2010 6:57 pm

Merla: assolutamente no.

Non aprirò post su post.

Oggi, 21 maggio 2010, ho piena coscienza del mio disagio.

Soprattutto: ho piena coscienza che l a v o r i. Che hai delle responsabilità. Oggi, posso dirti che lo capisco.

§

Però... ti prego: cerchiamo di affrontare la "Signora D.".

Cerchiamo di capire.

Di trovare il coraggio di parlarne.

Ti prometto, in questo, educazione.
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Messaggio  anthea Ven Mag 21, 2010 7:16 pm

E' diverse volte che tu inserisci il concetto di femminile riferito al tuo modo di scrivere.
Ma forse non è il vocabolo giusto per la tua prosa. In effetti io sono femmina ma non scrivo come te. Merla anche. E pure Momo. Anche Keoma..... Alla fine è più poetico mmm di noi femminucce! Laughing

Quando dici che hai una parte femminile, cosa vuoi dire? Si evince dai tuoi discorsi che questa parte di te da un lato ti piace e dall'altro ritieni ti renda più fragile. Spiega cosa intendi per femminilità.
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Messaggio  Pavely Ven Mag 21, 2010 8:21 pm

Allora, io penso che sia possibile dire il Genere per le persone.

Ad esempio: se abbiamo davanti un essere umano, possiamo dire se questo sia donna o sia uomo.

Personalmente, io credo fermamente però che ogni essere umano sia composto di quattro parti, indipendenti tra di loro. E su di ognuna di queste parti, è possibile dire il Genere.

Queste parti sono:
- Il corpo.
- Il cervello.
- Il centro del cervello preposto all'immaginario erotico.
- Il centro del cervello preposto al comportamento sessuale.

Di solito, queste parti coincidono.

Raramente, però, avviene il contrario.

Io penso che il mio cervello abbia forti connotazioni femminili. Il mio comportamento sessuale, il mio immaginario, il mio corpo al contrario, li considero maschili.

Cosìcché sono espressione della complessità della Natura.

L'immaginario erotico e il comportamento sessuale appartengono all'intimità di ciascuno di noi. E quindi, quì diamo il massimo rispetto.

Ora... sicuramente ho un cervello femminile.

E la domanda è: cos'è femminile e cos'è maschile?

In breve, è impossibile da dire. So che a tutt'oggi è stato dimostrato che esistono capacità, statisticamente presenti in maggioranza in chi ha Corpi femminili, che danno un'Identità di Genere.

Provo a spiegarmi con un esempio: le donne statisticamente amano fare domande. Amano capire. Spesso, amano alzare la mano per chiedere o se vedono una persona in difficoltà, e questa si rivolge a loro, hanno una maggiore tendenza ad aiutare ad essere disponibili.

Gli uomini, al contrario, spesso odiano fare domande. Lo trovano umiliante. Ad esempio: statisticamente, se si perdono con la macchina, odiano fermarsi a chiedere la strada. E ciò in modo contrario alle donne.

Perché ciò accada è un vero mistero della natura: inspiegabile.

Ora... avere un corpo femminile non vuol dire avere un cervello femminile. Anzi. Così come non vuol dire assolutamente coordinare il corpo al cervello.

Sicuramente esistono donne con un cervello maschile. Donne assolutamente femminili, che amano essere femminili, ma che, ad esempio, amano passare interi pomeriggi a giocare (cosa che in maggioranza gli uomini amano fare e le donne no) o a curare la macchina.

Soprattutto: ci sono donne che amano fare le cose che fanno gli uomini (e sanno farle meglio di parecchi uomini) e pure sono perfettamente femminili, hanno un immaginario erotico femminile e, soprattutto, hanno un comportamento sessuale perfettamente femminile.

In tutto queste non c'è nulla di strano.

E' chiaro: se un uomo ha un immaginario erotico femminile e un comportamento erotico femminile molto accentuato sarà chiamato "omosessuale". (Che a ben vedere è davvero un'etichetta stupida).

Oggi, proprio a dimostrazione di quanto stò dicendo, omosessuali e transessuali sono considerati perfettamente sani e la loro condizione è perfettamente naturale.



La mia condizione è appunto quella di avere un cervello fisicamente femminile.

Amo tutto ciò che è femminile.

La dolcezza, la poesia, i controsensi, le emozioni.

Statisticamente, ad esempio, le donne ottengono punteggi più bassi nell'amore per la tecnologia. (Ma ciò non vuol dire che non esistano delle persone biologicamente donne che la adorano... mai generalizzare... mai generalizzare).

La mia sessualità è fortemente maschile. Così come il mio immaginario.

Il mio corpo è mediamente maschile. (Molto poco...).

Il mio cervello no.

Provo a spiegarmi: io sono eterosessuale.

E pur essendo eterosessuale, mi piacerebbe follemente ricamare.

O passare pomeriggi a parlare.

Mi piace la Gentilezza, la Dolcezza, l'Altruismo.

Ma soprattutto: odio la coerenza.

In un modo molto femminile, ad esempio, potrei anche amare la Durezza, l'Amarezza, il Sarcasmo.

Le donne sono naturalmente contraddittorie...
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Messaggio  momo Ven Mag 21, 2010 10:18 pm

Pavely ha scritto:La mia condizione è appunto quella di avere un cervello fisicamente femminile.
Ho capito tutto quello che hai detto, tranne questo. Che vuol dire che il tuo cervello è fisicamente femminile?
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Messaggio  mmm Sab Mag 22, 2010 5:28 am

Vediamo, stiamo parlando di depressione, la depressione, conosciuta già nell'antichità, dal medioevo, nella Grecia classica, e molto probabilmente ancora prima... la tristizia, l'accidia, il peggiore dei vizi capitali... mica bruscolini...

La depressione è un termine che viene usato con significati diversi, descrive un insieme di sintomi. Dire che una persona è depressa è come dire che una persona non ci vede bene: la descrizione calza a miopi, ipermetropi, astigmatici, strabici, ipovedenti e cechi.... però ognuna di queste condizioni è diversa nei sintomi, nelle cause e nei percorsi di cura o di compensazione...

Tu parli di soli due tipi di depressione, quando la sola wikipedia fa esempio di almeno sei tipi... cioè la depressione maggiore e altri tipi di disturbi depressivi...

Secondo me quello a cui tu ti riferisci potremmo chiamarli come due tipi di depressione "esistenziale", cioè gente che sta male per problemi esistenziali, il "mal di vivere", chi è sempre stato così vuoi per via della genetica, vuoi per come si è formato caratterialmente, per la sua storia, il suo bagaglio sociale e culturale.

Comunque, io a monte di questa tua differenziazione ne metterei almeno un'altra, cioè la depressione clinica, quella che si cura con i farmaci, quella per cui si deve andare dallo psichiatra e dallo psicologo, quella di cui parlano i medici, quella causata da carenze chimiche o traumi ecc... e poi l'altra, quella di cui credo parliamo io e te, che io chiamo "esistenziale".

Ora, io tendenzialmente evito di mettere il becco quando si parla del primo tipo di depressione, perché non mi ci riconosco, non è il mio pane, invece se vogliamo parlare del secondo tipo allora qualcosina da dire ce l'ho.

Ora, veniamo alle tue due classificazioni. Detto ermeticamente dividi in chi individua "il problema" nel Mondo, e chi lo individua dentro se stesso.

Pavely ha scritto:Chiamerò, con un mio proprio vocabolario, la prima malattia "Disturbo dell'Ottimismo". Chiamerò la seconda malattia "Disturbo della Fiducia in Sè stessi".

La Depressione/"Disturbo dell'ottimismo" descrive chi, depresso, è sempre pessimista. Chi non ha fiducia negli altri, chi critica costantemente il mondo, chi non ha speranza nel futuro, chi vede ogni cosa nera, chi prova rabbia, angoscia, tensione interiore. Chi soffre di un "disturbo dell'ottimismo" non riesce a vedere la bellezza del mondo, non riesce a gioire delle conquiste dell'Umanità. Davanti ad un'asserzione molto semplice... ad esempio: "Sono 65 anni che in Italia non c'è una Guerra e questo non era mai accaduto nella storia e beh... ciò dimostra che andiamo sempre meglio e che il mondo progredisce"... il Depresso ride amaramente E parla del Governo, della mancanza di libertà, della tristezza dei sentimenti di oggi, della crisi economica, dei disastri ambientali. E fà male sentirlo. Ma non giudichiamo... (non bisogna mai giudicare). Ciò che però ci colpisce è questo: questo tipo di depresso ci appare triste, melanconico, e pure non parla di sé. Parla della propria storia. Parla della storia che vede. E' pessimista... ci dice che non c'è alcuna speranza. Ma ciò che a lui interessa è il M o n d o. Il Mondo con i suoi eventi, i suoi fatti, la sua realtà, i suoi micro-aspetti quotidiani.

La Depressione/"Disturbo della fiducia in sé stessi", pur essendo una profonda Melanconia, una profonda Tristezza esistenziale, invece, è in relazione con persone che non criticano il mondo. Non disprezzano il mondo che vedono... non hanno parole amare, aspri sentimenti dell'anima, per descrivere la Realtà. Anzi: la realtà appare ai loro occhi bellissima. Tutti appaiono innamorati, felici. La luce inonda i parchi di Roma, i monumenti, le foglie d'acanto al Mellini. Tutto è meraviglioso... e in questa bellezza si innesta un profondo disprezzo per sé stessi e per la vita. Ci si sente "odiosi", falliti, miserevoli, emarginati, senza amore e senza amicizia. Laddove chi soffre di un Disturbo dell'Ottimismo non spera più nel futuro, non crede più a nulla, chi soffre di un Disturbo della Fiducia in sè stessi, spera. E la cosa che mi colpisce è, appunto, questa: è proprio la Speranza a fare male.

[/b]

Bon...

Io voglio allora lasciare questa domanda.

Ci sono due tipi di Depressi secondo voi?

Depressi "pessimisti" che non cercano più nessuno... (da cui il tipo descritto da Merla) e depressi "senza fiducia in Sé" che, al contrario, sperano e dalla speranza traggono un profondo dolore (perché questa speranza è sempre "tradita")?

Rileggendo le parole di Momo... io penso questo: io so di essere un Depresso "senza la Fiducia nel sé".

Leggendo le parole di Momo ti è venuta l'impressione che non avete la stessa malattia... se è così anch'io l'ho avuta quell'impressione e quindi ho deciso di lasciarla alle "cure" di Merla e degli altri che invece magari sono più vicini alla sua situazione o comunque riescono a capire maggiormente quello che le passa per la testa ;-)

Pavely ha scritto:Non ho fiducia in me stesso e a ragione di questo commetto Errori su Errori.

Ma non sono pessimista.

Osserviamo bene: io sono melanconico, poetico, romantico, odioso quando scrivo... (perché negarlo?)... ma so di appartenere alla categoria dei Depressi "sfiduciati di sé".

I Depressi "pessimisti" invece hanno una prosa asciutta, aggressiva, veloce, diretta. E lapidaria.

Ovviamente... non c'è alcun giudizio... quì.

Il dolore è un dolore condiviso.

La "tristezza"... è uguale in tutte e due le categorie.

Solo che i Depressi-pessimisti "reagiscono". Con rabbia... mentre invece i Depressi-Senza fiducia in sé non reagiscono.

Ed io non reagisco... non agisco.

Ha un senso?

Ha un senso ciò che scrivo?

Probabilmente esiste una depressione diversa per ogni depresso... esistono casi simili tra loro, puoi organizzarli in gruppi, sottogruppi e gerarchie ad albero, ma secondo me la cosa che conta è capire da che parte sta la tua condizione. Cioè è naturale cercare di avere una visione d'insieme, ma bisogna accettare di non comprendere tutti i dettagli, soprattutto per quanto riguarda la condizione altrui.




Aggiungo una cosa che mi è venuta in mente prima, anche se è fuori tema.

Lo sai che l'anemia mediterranea è un tratto evolutivo, dal momento che i portatori sani, avendo i globuli rossi più piccoli del normale, avevano più possibilità di sopravvivere alle epidemia di malaria, frequenti in alcune epoche e in alcuni luoghi, e questo compensava anche per la cattiva sorte dei portatori malati? (in termini di sopravvivenza della specie ovvero di trasmissione del patrimonio genetico mutato)

Lo sai che hanno scoperto di recente che i soggetti allergici sono meno propensi a sviluppare il cancro, dal momento che il loro sistema immunitario è più aggressivo? Quindi anche le allergie potrebbero essere un tratto evolutivo.

Che c'azzecca tutto questo? Bhe forse anche la depressione, seppure con evidenti svantaggi, nei grandi numeri dà dei vantaggi che le hanno permesso di trasmettersi fino a noi. Forse esistono dei "portatori sani" di depressione e dei "portatori malati", e le nostre sofferenze sono il prezzo da pagare per il bene maggiore.

mmm

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Messaggio  suggestione Sab Mag 22, 2010 8:07 am

Ognuno ha la sua depressione, e l'errore comune dei medici, anche se consapevoli dei limiti del pensiero umano, è quello di mettere sotto categorie una malattia.
Come sapete diventa necessario suddividere e ridurre in concetti semplici, meccanismi complessi come appunto il funzionamento del cervello.
Per questo ogni medico ha le sue specializzazioni, pur conoscendo tutto il resto del corpo umano.
Quindi ogni analisi che si intenda fare si perde nei limiti dell'umana possibilità di conoscenza.

Ognuno è medico di se stesso, ognuno si interroga giornalmente sul proprio stato di salute, e spesso inconsapevolmente trova da se le soluzioni ai propri malesseri.
Chi si avvicina a questo forum, diventa medico di se stesso, ma anche per gli altri, ricevendo e donando esperienze personali, facendo domande e chiedendo risposte, quindi a tutti gli effetti si fa ricerca.

La mia esperienza mi suggerisce di incoraggiarvi a cercare più soluzioni e di praticarle contemporaneamente.
La pillola da sola non è sufficiente, come non lo è solamente lo psicologo, o le discipline sportive e le discipline olistiche, proprio perchè ognuna agisce ad un livello preciso, mai sufficiente per raggiungere l'equilibrio.

Poi c'è da domandarsi cosa sia l'equilibrio, se non quello stato che ci permette di dosare intelligentemente le nostre risorse a seconda dalle circostanze che si presentano durante la nostra vita.
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Messaggio  Pavely Sab Mag 22, 2010 11:34 am

momo ha scritto:
Pavely ha scritto:La mia condizione è appunto quella di avere un cervello fisicamente femminile.
Ho capito tutto quello che hai detto, tranne questo. Che vuol dire che il tuo cervello è fisicamente femminile?

Così come il corpo maschile è fisicamente diverso da quello femminile, così ogni organo interno è diverso.

Le ossa, i muscoli, il cuore, i polmoni, sono diversi se si tratta di uomini o donne.

Io so che un corpo, se esteriormente maschile, ha organi maschili e, in caso analogo, le donne... ma questo con due importanti eccezioni.

Parlo del Cervello e di una parte del Cervello localizzata sotto l'Ipotalamo.

In breve: può perfettamente accadere che un essere umano, fisicamente maschile, abbia un cervello fisicamente femminile.

Provo a spiegarmi con un esempio.

Sappiamo che il cervello ha due emisferi.

Questi emisferi sono collegati da una struttura. Questa struttura è chiamata corpo calloso.

In modo statisticamente significativo, il corpo calloso delle persone biologicamente femminili è molto più grande di quello maschile.

Ciò spiega perché, in modo statisticamente significativo, le donne sono più brave nei lavoro "di fino" con le mani, parlano in modo più complesso e vario dell'uomo, dicono più parole (la media femminile è di 20.000 vocaboli contro i neanche 8.000 della media maschile), trovano intollerabile il silenzio che associano all'idea di "punizione" (contrariamente agli uomini, per cui "ascoltare" è un premio) , riescono a cercare qualcosa senza muovere il capo in più direzioni e così via.

In breve: Madre Natura ha fatto sì che alcuni uomini nascessero con un cervello femminile.

La spiegazione, in breve, è data dal fatto che in un'ipotetica societa arcaica e preistorica, la popolazione femminile poteva essere sterminata per malattie, aggressioni, guerre... Così, Madre Natura fece in modo di far nascere, ogni tanto, uomini con un cervello biologicamente femminile, capaci cioè di fare le cose in cui le donne, in maggioranza statistica, sono più brave.

Questo fenomeno, assolutamente naturale, è stato odiato, disprezzato, represso.

Ad esempio: le donne amano ridere.

E per ridere, tra di loro, creano un sentimento che io, nel mio vocabolario, chiamerò Commedia.

Il sentimento della Commedia, dell'Ironia, del Sorriso, è molto comune tra le donne. Anzi: la capacità di far "ridere" è sicuramente una delle qualità più apprezzate tra donne che si considerano amiche.

Nel Medioevo e per tantissimi secoli, i Maschi istrioni e commedianti, cioè esseri umani con un cervello molto femminile, furono disprezzati. Ad esempio: nel Medioevo era proibito "seppellire" gli attori nei Cimiteri.

Sia chiaro: comprendere questo è un passo fondamentale della Scienza.

Neanche Oscar Wilde, ad esempio, che visse questa realtà, pur essendo un uomo di straordinaria intelligenza, la comprese appieno (e non per questo si vergognò di vivere appieno l'identità femminile del suo cervello da adulto).

E, sicuramente, non bisogna fare mai alcuna generalizzazione.

Noi siamo Persone ed esseri umani aldilà della caratterizzazione di genere del nostro cervello e del nostro corpo.
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Due tipi di Depressione? Empty Re: Due tipi di Depressione?

Messaggio  Pavely Sab Mag 22, 2010 12:08 pm

(Per Mmm...).

Io vorrei dire una cosa...

Sono completamente d'accordo con te sulla distinzione tra Depressione Clinica e un secondo tipo di Depressione.

E ciò che oggi so è che occorre un rispetto straordinario per il lavoro dei Medici e degli Psichiatri.

Il problema è, dunque, un secondo. Questo è un forum sulla Depressione. Noi siamo persone Depresse. E dunque, penso, crediamo che sia importante parlarne.

Ma sicuramente, parlandone, dobbiamo sempre rendere chiaro che esprimiamo opinioni personali, punti di vista, e, soprattutto, dobbiamo lasciare da parte Tecnicismi.

Bene: tu Mmm scrivi delle distinzioni che fà Wikipedia.

Io ti rispondo questo: quando la scienza parla, io ascolto. E stò in silenzio.

Soprattutto: non replico nulla.

La Scienza ha ragione e i suoi progressi, la coscienza dell'Ottimismo che la informa, mi fà stare bene.

Però, per me, è fondamentale dire e ribadire sempre che esprimiamo opinioni personali.

Nostre idee.

E' importante sempre chiarire che non siamo medici.

Averlo presente è importantissimo...

Però, anche se non siamo medici, siamo esseri senzienti. Abbiamo il diritto di capire e abbiamo il doveredi affidarci, poi, ai Medici stessi.

Capire la Medicina, studiarla, senza arroganza, senza supponenza, è fondamentale nel concetto di Alleanza Terapeutica con il medico.

Cioè: è importante per fare in modo che noi possiamo collaborare attivamente con tutte quelle forze necessarie al nostro miglioramento sia fisico che psicologico... ecco


Ma di base... però... deve sempre rimanere una grandissima umiltà di fronte a quelle persone che la Medicina l'hanno studiato in modo approfondito e con impegno.

§

Aldilà di questo...

Tu Mmm ti interroghi se possa esistere una "spiegazione" naturale all'esistenza della Depressione...

E' un passo importante.

E mi spingi a riflettere...

Mi viene in mente questo: gli esseri umani hanno una propensione naturale per le notizie "gravi" e "pericolose".

Ad esempio: so che è stato dimostrato scientificamente che le "cattive notizie" hanno una Audience ben più alta delle "buone notizie".


Molti psicologi si sono interrogati sul perché (non sul come) ciò avvenga. E la spiegazione che ne hanno dato è questa.

Le cattive notizie sono essenziali all'elaborazione di Strategie di sopravvivenza

Provo a fare un esempio pratico: immaginiamo, in un'ipotetica società preistorica, che venga un messo da fuori.

Questo messo porta una cattiva notizia: il villaggio stà per essere attaccato da una spedizione di una Tribù avversa.

C'è un pericolo reale e ne và della vita di tutti. Bene: questa notizia avrà, in questo villaggio preistorico, una Audience altissima: è interesse dei membri, ad esempio, sopravvivere.

Soprattutto, si scoprirà che le "donne" del Villaggio amano parlare più degli uomini. "Parlare", "ascoltare" le notizie, infatti, è essenziale alla comprensione dei pericoli che possono pervenire a loro sia dai Maschi del Villaggio, che dalla Natura, che da fuori.

Questa "attenzione" alle cattive notizie spiega, dunque, due cose.

Primo la genesi della Depressione: se il flusso delle cattive notizie è troppo "alto" e "frequente", allora, la reazione a queste si "cronicizza". Cosicché le persone non riescono più a ritornare in uno stato di "felicità" quando le situazioni di pericolo finiscono. Non ci riescono... perché se il flusso di notizie pericolose è troppo frequente, il cervello crede "che non finirà mai"

Secondo punto: c'è un preciso legame tra lo stato di "scoramento", di "tristezza", seguente ad una notizia cattiva, e la Depressione.

In breve: quando il Villaggio preistorico "riceve" una notizia pericolosa, gli Uomini sono "programmati" da Madre Natura a "reagire". Le donne invece sono programmate a tenere "comportamenti tristi e melanconici" per incoraggiare gli Uomini ad reagire.

Se si osservano le statistiche, infatti, si scopre che le donne soffrono di Depressione in modo molto maggiore rispetto agli uomini.


Dunque... la Depressione per questa mia teoria è la "patologizzazione", la "cronicizzazione", di una reazione perfettamente naturale.


§

Riassumiamo:

Rispondere in modo "depressivo" a notizie potenzialmente pericolose è, dunque, in teoria, perfettamente naturale. Gli uomini sono programmati, da Madre Natura, a difendere, proteggere e aiutare le donne che manifestano comportamenti "depressivi".

Il problema, quì, è questo: la specie umana si stà dimostrando, in breve, più forte di Madre Natura stessa

Cioè: nel mondo attuale, non ci sono poi così tante brutte notizie tali da leggittimare manifestazione di scoraggiamento, melanconia, luotto e depressione.

L'Italia ad esempio non vede una guerra sul suo terreno da oltre 65 anni.

Ma questo, Madre Natura lo sà?

Beh: no.

Però, accade che non sapendolo Madre Natura comunque instilla nei cuori delle persone la Depressione. Lo fà perché si aspetta che nel 2010 noi uomini ci comportiamo come gli appartenenti all'ipotetico villaggio preistorico.

Ma se nella preistoria, durante gli scontri armati morivano il 50% delle persone... se nella seconda guerra mondiale è morto il 10% della popolazione... attualmente, (penso all'Afghanistan) non muore neanche lo 0,0001 della popolazione maschile.

Cosicché Madre Natura non ci capisce più nulla.

E la Depressione, la quale aveva perfettamente senso millenni fà, oggi non ne ha più.

Ma rimane.

Fisicamente, rimane.

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Messaggio  Pavely Sab Mag 22, 2010 12:16 pm

suggestione ha scritto:Ognuno ha la sua depressione, e l'errore comune dei medici, anche se consapevoli dei limiti del pensiero umano, è quello di mettere sotto categorie una malattia.
Come sapete diventa necessario suddividere e ridurre in concetti semplici, meccanismi complessi come appunto il funzionamento del cervello.
Per questo ogni medico ha le sue specializzazioni, pur conoscendo tutto il resto del corpo umano.
Quindi ogni analisi che si intenda fare si perde nei limiti dell'umana possibilità di conoscenza.

Ognuno è medico di se stesso, ognuno si interroga giornalmente sul proprio stato di salute, e spesso inconsapevolmente trova da se le soluzioni ai propri malesseri.
Chi si avvicina a questo forum, diventa medico di se stesso, ma anche per gli altri, ricevendo e donando esperienze personali, facendo domande e chiedendo risposte, quindi a tutti gli effetti si fa ricerca.

La mia esperienza mi suggerisce di incoraggiarvi a cercare più soluzioni e di praticarle contemporaneamente.
La pillola da sola non è sufficiente, come non lo è solamente lo psicologo, o le discipline sportive e le discipline olistiche, proprio perchè ognuna agisce ad un livello preciso, mai sufficiente per raggiungere l'equilibrio.

Poi c'è da domandarsi cosa sia l'equilibrio, se non quello stato che ci permette di dosare intelligentemente le nostre risorse a seconda dalle circostanze che si presentano durante la nostra vita.


Smile

Quoto.

Sono proprio d'accordo...

Sì, la penso così. Il dolore che dà la Depressione è enorme... indescrivibile.

A tutt'oggi, la Scienza medica fà passi da gigante. Però, penso, non è ancora arrivata alla realizzazione di una "cura" definitiva contro la Depressione.

Proviamo a trovare una strada.

Cercandola giorno per giorno.
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Messaggio  mmm Lun Mag 24, 2010 1:37 am

Non sono convinto dalla tua teoria sull'origine della depressione Wink

Senza nemmeno entrare nel merito della teoria (che non condivido), voler tirare fuori dal cilindro la spiegazione dell'origine di tutte le depressioni, di punto in bianco, mi sembra, a dire poco, un po' avventato... Wink e poi comunque non mi pare così necessaria come cosa...

Pavely ha scritto:Il problema, quì, è questo: la specie umana si stà dimostrando, in breve, più forte di Madre Natura stessa

Sicuro che ci siamo noi da una parte e la Natura dall'altra? Secondo me siamo parte di essa come lo sono le rane ad esempio.

mmm

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Messaggio  merla Lun Mag 24, 2010 8:45 am

rispondo a mmm: che la depressione (e l'ansia) derivino da reazioni che implicano la capacità dell'essere umano di adattarsi all'ambiente che lo circonda credo che sia quasi una cosa assodata.
Quindi, già in sé sono in un certo simili all'esempio che riportavi tu dell'anemia mediterranea e della talassemia. Mentre la prima, credo che sia dimostrato, è una risposta adattativa delle popolazioni che vivevano/vivono in zone malariche, la talassemia è il lato brutto della medaglia.
Allo stesso modo si può immaginare che sviluppare un carattere depressivo o ansioso, sia una forma di adattamento alle condizioni circostanti, anche al tipo di evoluzione societaria che si sta prendendo.
Del resto è un dato di fatto che la tensione, entro certi limiti, migliora la concentrazione e la capacità di rispondere agli stimoli esterni (mi vengono in mente proprio banalmente esami universitari, in prossimità dei quali uno si trova a studiare, anche in modo proficuo, per 12-16 ore al giorno senza pausa, cosa che 3 mesi prima dell'esame non si riesce fisicamente e mentalmente a fare).
come un periodo depressivo scatenato da un evento, può essere un modo normalissimo per elaborare un dolore forte. Dopo un lutto, un divorzio o un licenziamento ad esempio, credo sia normale sentirti ""depressi"" e vedere tutto male, per poter rielaborare la cosa e poi ripartire.
Poi, come invece accade per la talassemia, ci sono persone o situazioni, in cui l'ansia e la depressione diventano patologiche, quindi non c'è più la situazione di stress a cui è necessario adattarsi, ma la psiche (e i nostri neurotrasmettitori) si sono come dire, bloccati, su quel tipo di reazione, a prescindere dagli eventi esterni.
Non lo so eh, ma potrebbe essere un po' come dici tu.
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Messaggio  Pavely Lun Mag 24, 2010 6:10 pm

mmm ha scritto:Non sono convinto dalla tua teoria sull'origine della depressione Wink

Senza nemmeno entrare nel merito della teoria (che non condivido), voler tirare fuori dal cilindro la spiegazione dell'origine di tutte le depressioni, di punto in bianco, mi sembra, a dire poco, un po' avventato... Wink e poi comunque non mi pare così necessaria come cosa...

Pavely ha scritto:Il problema, quì, è questo: la specie umana si stà dimostrando, in breve, più forte di Madre Natura stessa

Sicuro che ci siamo noi da una parte e la Natura dall'altra? Secondo me siamo parte di essa come lo sono le rane ad esempio.

(Grazie Mmm...)

(Ci penserò su...)


Ultima modifica di Pavely il Lun Mag 24, 2010 6:58 pm - modificato 1 volta.
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Due tipi di Depressione? Empty scienza ed emozione

Messaggio  anthea Lun Mag 24, 2010 6:33 pm

Questa divisione a parer mio è un po' stereotipata. Lo scienziato è abituato ad eviscerare misteri sul mondo che ci circonda, ma fa parte della razza umana e come tale soggiace a tutte le emozioni dei "comuni" mortali come noi.
Il suo cercare è indice di una grande umanità; non per nulla la principale caratteristica umana è la curiosità, il desiderio di comprensione.
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Due tipi di Depressione? Empty continuo...

Messaggio  anthea Mar Mag 25, 2010 8:47 am

Definire la depressione "antica" o per meglio dire "atavica" accomunandola con gli istinti primari dell'uomo non credo sia corretto.
Diciamo che i periodi di scoramento dovuti a cause oggettive sono normali sia nel passato che nel presente. E' vero che qui in Italia non ci sono guerre da più di 60 anni, ma le malattie, i lutti, le violenze ecc. quelle persistono. Ci sono tanti tipi di violenza, la più pericolosa è quella che non si vede, quella mentale che non ti lascia segni sulla pelle, ma segni nel cervello che non si possono vedere.

Dato che l'essere umano è ambivalente e racchiude in sè sia il bene che il male, passano gli anni e la società si evolve e si aggiornano pure i metodi per esprimere queste due realtà. Se nella preistoria si prendevano a clavate, oggi ci sono il mobbing, lo stalcking ecc..

....finisco dopo.
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Messaggio  Pavely Mar Mag 25, 2010 11:44 am

Per Anthea: ho modificato il mio post perché mi appariva aggressivo...

E non voglio esserlo.

Essere quì significa imparare ad ascoltare.

(Ed è bello).

§

Fai un accenno alla violenza.

Ed è vero: l'uomo è violento.

Ma la violenza, credo, è legata ad un Universo di persone e di simboli che stà tramontando.

Prima dei nostri anni, la violenza era essenziale alla specie umana. Tutti i maschi adulti erano essenzialmente violenti ed essere educati alla violenza era essenziale.

Oggi non è più così.

Oggi, i maschi per cui la violenza è essenziale si riducono progressivamente.

Ed è strano osservarlo... (ma bello).

Le guerre diminuiscono, la gente smette di criticare in modo soffocante, l'educazione cresce (grazie anche all'apporto femminile), le informazioni circolano con una rapiditià straordinaria...

La scienza fà passi da gigante, aprono nuovi musei, nuove concezioni di città.

C'è, anche in Italia, una rinnovata cultura della "legalità" in contrapposizione alla Macrostoria che invece è di segno opposto. (Quasi come se le persone lo facessero a "dispetto" a comportarsi bene...).

Il mondo migliora.

Ad esempio: anche l'Africa stà migliorando.

Da noi è un dato sconosciuto ma in numerosi centri africani nascono Policlinici all'avanguardia, le guerre diminuiscono, l'Unione Africana (creata su modello dell'Unione Europea) dal 2000 stà avendo un'incidenza sempre maggiore, nascono forze d'intervento internazionali composte di sole truppe africane, i bambini (per ora maschi) cominciano ad andare a scuola, molti intellettuali che hanno studiato in Inghilterra o in Germania tornano nei paesi d'origine, il tribalismo rimane vivo solo in Nigér e in pochi altri stati...

Passi avanti.

Giornali, libri...

Dal 2005 in alcune zone africane, Anthea, si stanno aprendo numerose librerie e biblioteche comunali.

Sono "micro-eventi".

Andarli a cercare è difficile.

Ma sono "micro-eventi" significativi.

Io, Anthea, sono fermamente convinto che Madre Natura non si fermi ad osservarli.

O forse, osserva, è lei a crearli.

(Non lo so).

Ciò che so è che il nostro corpo non evolve con la velocità con cui evolve il mondo.
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Messaggio  suggestione Mar Mag 25, 2010 12:58 pm

C'è bisogno di energia, in qualsiasi forma e con qualsiasi metodo.
L'uomo ha estremamente bisogno di disporre di energia, in quantità pro capite molto elevate, sopratutto nei paesi industrializzati.
La violenza è mutata da fisica a mentale.
L'ansia, la depressione, e tante altre malattie psicofisiche sono frutto di questa continuo stillicidio di violenze mentali.
Per fuggire a questa violenza, si è sempre più alla ricerca di energia, di accumularla e reinvestirla.

La vita biologica non può fuggire a queste leggi, energia= vita= energia
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Due tipi di Depressione? Empty to be continued...

Messaggio  anthea Mar Mag 25, 2010 2:33 pm

Dicevo che la società si è evoluta e magari sono calate le violenze fisiche, ma inequivocabilmente sono in aumento quelle psicologiche e i disagi mentali. Ormai è assodato che il benessere non porta con sé la felicità; felicità intesa come stato duraturo e non come sinonimo di allegria o gioia.
Il fatto è che la cultura odierna ti insegna sin da piccolo che avere è essere, e che più hai con facilità e più sei furbo e ganzo. Purtroppo l’avere ti porta soddisfazioni temporanee e quindi rimani sempre alla ricerca di qualcos’altro, oppure con un gran vuoto dentro. Da qui al “male di vivere” il passo è breve.

E’ bello che tu sia convinto che la situazione odierna e futura sia e sarà migliore delle precedenti. Che tu creda in un evoluzione sociale. Io no, almeno per ora.
Questi segnali così incoraggianti io non li vedo. Il medio oriente è una bomba pronta ad esplodere. In Algeria hanno preso il potere i fondamentalisti islamici, in Somalia anche, in Sudan idem, in Bangladesh pure, in Indonesia idem, in Iran non ne parliamo!, in Egitto hanno da tempo eliminato le elezioni perché altrimenti succederebbe la medesima cosa, in Arabia Saudita le donne non possono neppure praticare lo sport (vestite o no) e la libertà religiosa non esiste neppure per gli stranieri, in Corea del Nord c’è la dittatura di quel nano pazzo, in tutta l’Africa, anche dove ora c’è una repubblica, chi la fa da padrone sono le società straniere che hanno in mano il petrolio, il gas, le miniere ecc. dove finanziano squadroni della morte per creare instabilità politica e guerriglie.

Quel qualcosa che si muove ho timore che sarà schiacciato dal fondamentalismo islamico, con cui fra pochi decenni anche noi ci troveremo a fare i conti.

La storia è ciclica; ogni civiltà dopo essere giunta alla sua massima civilizzazione, è inevitabilmente scivolata verso il declino, invasa da popolazioni più forti ed ignoranti.

Nonostante tutto, io credo che ognuno di noi debba fare qualcosa nel suo piccolo per migliorare questo mondo… credo che al posto di tante parole, sia meglio aiutare con i fatti.
Spero ancora nel futuro….. e nella bomba atomica Razz , che di fatto ha fermato il conflitto fra URSS e USA ai tempi che furono.
Ma oramai è superata pure quella.. Quale altra arma ci salverà?? Twisted Evil
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Messaggio  canterel II Mar Mag 25, 2010 3:04 pm

non saprei se la bomba atomica "di fatto ha fermato il conflitto tra urss e usa". mi pare che il conflitto tra urss
e usa sia andato serenamente avanti su tanti tavoli, senza che lo stallo militare della cosiddetta minaccia nucleare lo disturbasse più di tanto, producendo guerre fredde e calde, embarghi, alleanze, aprendo e sciogliendo mercati comuni, affamando popolazioni, sganciando il valore del dollaro dalle riserve auree, finché uno dei due sistemi non è collassato per l'entropia interna e l'incapacità di sostenere la concorrenza esterna. ma probabilmente hai scritto la frase per amore di paradosso, per cui la puntualizzazione è magari inutile.
ad ogni modo, a voler proprio sperare nelle armi nucleari e di distruzione di massa, anche in tempi recenti si sono dimostrate argomenti validi per conformare opinioni pubbliche, forzare la mano a governi, nazioni unite e diplomazie varie, quando si è trattato di imprimere una svolta ai conflitti. per cui ci si può sempre sperare, nel terrorismo (di stato o delle cellule di scoppiati, se fa qualche differenza), quando si tratta di giustificare occupazioni, missioni di pace, crociate e altri spettacoli pirotecnici.

n.b.
quando il sottoscritto fa capolino e interviene in un thread del forum principale, di solito è segno che l'argomento sta acquistando la dignità di essere trasferito di peso nella selva degli off topic... Very Happy
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Messaggio  Pavely Mar Mag 25, 2010 5:52 pm

Leggo l'ultima frase di Canterel II°.

Mmmhhh...

Proviamo un attimo a pensare.

Io ho dato una tesi. Questa tesi si stabilisce su di una struttura.

Provo a renderla più chiara e la espongo in modo matematico. (E' buffo osservare come la mia scrittura sia o p p o s t a a quella di Canterel... quanti spazi bianchi...).

Dunque...

1. L'Apertura all'Esperienza produce Ottimismo.
2. L'Ottimismo produce Fiducia in Sé stessi.
3. La Fiducia in Sé stessi produce Fiducia negli altri.

Io chiamo "Depressione" due dati di fatto: cioè gli eventi in cui la prima e la seconda frase non si realizzano.

Che significa essere "Aperti all'Esperienza"? Significa sentire le proprie emozioni "stabili" quando si ha fiducia in sé stessi (qualunque cosa si possa fare).

Dunque: sicuramente dietro il mio discorso c'è proprio questo concetto: la "stabilità emotiva" non significa "fiducia in Sé". Spesso la gente la confonde e, dunque, sbaglia...

Qual'è la differenza? La differenza consiste in questo: la Stabilità emotiva è quel sentimento che nasce quando si ha "la coscienza a posto". E avendo la "coscienza a posto" non si ha paura di aprirsi a esperienze nuove ed entusiasmanti.

Avere "la coscienza a posto" significa essere stati capaci di Socializzare e di Cooperare con gli altri. La gente, infatti, spesso, non coopera, non socializza, non si affida all'Altro, si rinchiude nella sua vita, prova "a farcela da solo". Per vivere in questo modo (sbagliato), la coscienza si macchia. Ci si rende sempre responsabili di aver messo sé stessi davanti all'altro. Ci si rende colpevoli di Egoismo, di Maleducazione, di Arroganza.

Quando si ha p a u r a dell'Altro, si ha paura non di una persona. Si ha la consapevolezza di essere stati "non-socializzanti". La coscienza allora ci fà male, quì, nel cuore.

Quando invece si socializza, si ha la coscienza a posto.

Sentendo la "coscienza a posto", (quella felicità che ti sorprende dopo che hai passato una giornata meravigliosa con un amico, ad esempio) è bello aprirsi all'Esperienza.

Se ci apriamo all'Esperienza, diventiamo Ottimisti. La vita ci appare meravigliosa.

Mi spiego: da poco, io ho un'amica a cui tengo molto.

Sia chiaro: prima di oggi... io non ho mai avuto né un amico, né un'amica.

Questa persona ha messo in discussione tutte le mie certezze e mi ha fatto capire, radicalmente, questa verità... la "Solitudine" è all'origine della Depressione.

Comunque... dicevo che quando ci apriamo a nuove esperienze diventiamo ottimisti.

Se non accade, si ha il primo modello di Depressione. (Depressione "per pessimismo").

Può anche accadere però che la persona diventi ottimista. Cioè: può accadere che creda nel futuro.

In questo caso, il suo passo, il suo compito successivo, è quello di costruire l'Autostima, la Fiducia in sé stesso.

(Se credo nel futuro, certo, posso credere in me stesso).

Ma questo può non essere possibile: cosicché si crea il secondo modello: Depressione per Disistima, per Mancanza di fiducia in sé stessi.

Il Depresso "pessimista" ad esempio è una persona drammatica, una persona che non crede nel futuro, una persona che è ossessionata dalle disgrazie, dalle congiure, dai problemi.

Il Depresso per "mancata fiducia in sé" invece è una persona che crede nel futuro, che non guarda i problemi del mondo... ma che non si sente parte del mondo e soffre.

Il primo depresso (come ero io) sente di essere in un mondo orribile. Fatto di guerre, fame, crimini morali.

Il secondo depresso (come sono io, oggi) sente di essere lui stesso un "mondo" orribile. Se prima il dolore era fuori, se prima tutto gli appariva brutto, ora il mondo, a "colpa" dell'Ottimismo, si riversato dentro di lui, inondandolo.

La Depressione può essere fuori di noi o dentro di noi.
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