Non so più dove sbattere l'Anima...

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Messaggio  Frammento Mer Giu 21, 2017 2:20 am

Non so da dove cominciare se non dicendo che sto davvero male e questo a pochi giorni dal mio matrimonio. L'anno scorso ho vissuto una fortissima depressione che mi ha portata a perdere il lavoro. Pensavo di essere sulla strada buona per uscirne, ma le continue critiche ed il continuo giudizio di chi mi sta intorno e mi ha vissuta l'anno scorso mi hanno portata ad un'ulteriore ricaduta. Sono un peso economico ed emozionale per il mio compagno ed a 40 anni non essere indipendente economicamente non aiuta la mia autostima, essendo sempre stata invece una donna che si affidava solo ed esclusivamente sulle proprie forze. Una situazione di continuo stress ed un pensiero sempre più tartassante in testa... Ho cercato comprensione, aiuto, umanità, ma ho trovato principalmente persone pronte a giudicarmi e basta, se non addirittura a sentirmi dire che non stavo male, che non ero in depressione. Non sento più di avere le forze per continuare ad andare avanti...

Frammento

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Messaggio  Ospite Mer Giu 21, 2017 8:53 am

Ciao Frammento..
Io ho 24 anni, quindi forse la differenza tra noi è tanta e non posso capire del tutto come ti senti o come sia fatto il tuo mondo, ma posso dirti che sto vivendo una situazione analoga alla tua, per quanto riguarda l'essere indipendente e criticata.
So cosa si prova quando tutti ti giudicano perché non fai questo o quello, come se stessi commettendo chissà quale crimine, quando invece sono solamente loro a non sapersi fare gli affari propri e non capire quando uno sta soffrendo. Da dove nasce esattamente il tuo disagio? Riusciresti a ricollegarlo ad un momento preciso della tua vita? Prima della depressione che tipo di persona eri e come occupavi le tue giornate?
Se vuoi approfondire scrivimi pure un messaggio privato, sono qui per qualsiasi cosa. Non sei sola.

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Messaggio  Frammento Mer Giu 21, 2017 9:24 am

Ciao Marika, ho dei trascorsi sicuramente non facili coi quali ho dovuto sempre combattere. Prima di rimanere disoccupata facevo l'impiegata ed ero fuori dalle 7 del mattino alle 7.30 di sera. Vivevo da sola, mi mantenevo da sola, avevo (e ho anche ora) un compagno.
Non vedevo mia madre più da anni per una questione di sopravvivenza perché, ovviamente, da stereotipo quale sono, arrivo da una famiglia estremamente disagiata (padre alcolizzato che picchiava mia madre che, a sua volta, se la rifaceva su di me). Nel 2015 ho cominciato a creare qualche piccolo evento, in concomitanza sono venuta a sapere che mia madre era stata ricoverata in condizioni critiche e da quel momento è rientrata nella mia vita. In sostanza dopo uscivo alle 5 del mattino per rientrare a mezzanotte passata per accudire una madre che fino all'età di 15 anni mi aveva picchiata e che, anche in età adulta, mi aveva provocato non pochi problemi. Sul mio posto di lavoro non mi permettevano di stare a casa, nonostante comunque fosse precisato che in quel periodo aveva bisogno di assistenza. Ho provveduto alle spese di qualcuno che almeno durante la settimana provvedesse a lei durante il giorno, perché la sera comunque c'ero sempre io e la mattina presto anche, ma non ero nelle condizioni economiche di potermi assumere anche questa responsabilità e la sa pensione non permetteva altro se non pagare l'affitto e fare la spesa mensile, quindi bollette e tutto il resto, anche quelle sono state a carico mio.
Aggiungiamo che in passato le avevo fatto una firma come garante per la casa che le è poi stata pignorata e, di conseguenza, io ci sono andata di mezzo, quindi la mia banca non mi concedeva più il fido che mi permetteva di non dover arrivare con l'acqua alla gola a fine mese.
Ai tempi il mio compagno abitava altrove e ha cercato di sostenermi economicamente, ma nessuno dei due navigava e naviga attualmente nell'oro, per poi avere a che fare con una donna che a Santo Stefano di due anni fa mi ha mandata a casa piangendo.
Tutta una serie di cose per cui, pian piano, cominciando dal non riuscire a dormire ad altri tanti problemi di salute, ho cominciato a stare sempre peggio. L'anno scorso a settembre la mia dottoressa voleva farmi ricoverare perché, nonostante i farmaci ed il continuo aumento del dosaggio, le cose non accennavano a migliorare. In tutto questo mi ero presa degli impegni a cui non ho voluto e potuto rinunciare, nella speranza di costruirmi qualcosa di mio fuori da un posto di lavoro dove la comprensione era sotto la suola delle scarpe. Impegni che hanno gravato ulteriormente sulla mia stanchezza fisica, ma anche mentale ed emotiva, per non parlare del lato economico. La maggior parte della gente che ho avuto accanto non ha mai, nonostante tutto, preso seriamente il mio stato depressivo, ben documentato. Erano capricci, io mi stavo lamentando, io esageravo, io dovevo darmi una regolata, io volevo attirare l'attenzione, io ero insopportabile, io avevo un carattere di cacchina, io facevo finta. Perché sì, mi è anche stato detto che fingevo.
Ad un certo punto ho deciso di tornare a prendere le distanze da mia madre per tornare a salvaguardare me e ho cominciato, pian pianino, a tornare a dormire, potendo così eliminare i farmaci vari relativi ad attacchi di panico e problemi del sonno. Gli stessi dei quali avevo abusato dopo il crollo definitivo l'anno scorso. Ho un compagno che mi è stato accanto, ha fatto tutto quello che poteva e che può, ma sapete anche voi che capire realmente una persona in depressione o che sta cercando di risalire, non è cosa facile, quindi anche lui spesso e volentieri incappa in atteggiamenti ed uscite verbali che vanno a toccare corde tese, oltre al fatto che sì mi è stato vicino, ma l'ha fatto quando già stavo male seriamente, mentre io l'aiuto gliel'avevo chiesto più e più volte e molto chiaramente nei mesi precedenti, come lo stesso ho fatto con chi mi stava accanto, ma non sono mai stata presa sul serio, perché in me si è sempre vista la donna forte, quella che si è sempre gestita da sola e mi è sempre stato risposto che io potevo farcela.
No cazzo, io ero culo a terra, sentivo di affondare ed avevo bisogno di qualcuno che mi prendesse sul serio e ne avrei seriamente bisogno ancora ora ma, ancora ora, non è così. Io non voglio essere vista per la mia depressione, non voglio che mi si continui a vedere per come ero l'anno scorso, vorrei che la gente la smettesse di sottolineare come ero l'anno scorso, considerando anche il fatto che per questo mi sono scusata più e più volte, anche pubblicamente. In questi giorni ci sono state problematiche che mi hanno portata nuovamente a stare male. Sembra che le persone siano portate a credermi pazza, che le persone siano portate a non credermi per come mi hanno vista a pezzi, ma allo stesso tempo rifiutano di credere che davvero stessi male. Sono io che mi sono cercata questo stato, sono io che mi lamento, sono io che mi devo dare una mossa e tanto altro ancora.
Come può una persona uscire dalla depressione se ha accanto persone che, in continuazione, la attaccano per come stava? Io so come sono, so chi sono e so benissimo quanto fosse deformata la mia persona l'anno scorso, ma so altrettanto bene che salvo rarissime eccezioni, non ci sono stati tatto, delicatezza e comprensione nei miei confronti, ma solo attacchi e giudizi continui.
Ieri sera ho detto al mio compagno durante una lite proprio perché continuo imperterrita a chiedere aiuto, nuovamente, ma nuovamente sento che non mi viene dato, che sto ancora pensando al suicidio e quasi ogni giorno, ed è vero.
Mi sento peso, ed io non sono abituata a sentirmi un peso.
Ho sempre lavorato da che ero una ragazzina, nonostante la mia terza media, data dal fatto che ho dovuto smettere di lavorare per aiutare mia madre a mantenerci, sono finita a lavorare in posti impiegatizi ed in studi conosciuti nella mia città. Quando ho potuto ho evitare di chiedere soldi, perché non amo dipendere da nessuno. Me la sono sempre cavata da sola e non ho mai cercato la compassione altrui, motivo per cui difficilmente parlavo di me e dei miei trascorsi. Ora sono stanca, è come se dovessi sfagiolare tutto ma non ci fosse un posto in cui poter mettere tutto lo schifo che ho alle spalle e tutto il malessere che ho ora, come se dovessi stare zitta ed avere una museruola, perché ogni volta che parlo e provo a spiegare come sto, non ottengo altro che critiche e giudizi.
Sono stanca, pesantemente stanca ed anche ora, mentre scrivo, le lacrime non fanno altro che scendere... Sento solo che, davvero, vorrei chiudere gli occhi e dormire, senza più pensare assolutamente a nulla ed a nessuno.

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Messaggio  Ospite Mer Giu 21, 2017 10:05 am

Riguardo ai problemi con la propria famiglia, madre in particolare, ne so qualcosa pure io. Purtroppo non è facile e la tua situazione non è certamente rosea, è perfino assurdo che nessuno ti creda o arrivi a dire che sia tu quella che si mette in testa certe cose, però per esperienza so che fanno così.
E' esattamente ciò che tutti pensano e dicono di me. Forse perché non provando quel disagio, non riescono ad arrivare più in là di ciò che vedono in superficie e una crisi delle nostre viene scambiata per un capriccio da bambini. Io questo non lo so e non lo posso sapere, penso che non lo scoprirò mai, ancora oggi mi chiedo il perché di tanta cattiveria, ma almeno da quello che mi dici tu hai avuto il tuo periodo di forza e indipendenza, nel quale ti facevi coraggio. Trovare un buon terapeuta che ti ascolti è la soluzione migliore (anche se devi fare attenzione, non tutti fanno gli psicologi per vocazione) per ritrovare un po' di quella grinta che ti contraddistingueva in passato.
Quando hai scritto che a un certo punto hai allontanato nuovamente tua madre per pensare a te stessa, beh, meriti un applauso. Spesso, per quanto male ci faccia la nostra famiglia, tendiamo a rimanere nei paraggi quando hanno bisogno. La famiglia è famiglia e non c'è niente di male in questo, ma è anche vero che se la barca affonda non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo affondare con lei.
Hai fatto quello che potevi e mi pare di capire che hai fatto forse anche più del necessario, trascurandoti troppo. Hai perfino scritto di esserti scusata. Ma scusata di che? Di essere troppo buona? Di aver dato tutto a gente che non lo meritava? Di essere caduta in depressione? Assolutamente no. Non hai nulla di cui scusarti, questa è una delle poche cose che ho capito anch'io.
Scusarsi equivale a dar loro ragione e non ce l'hanno! Per quanto possiamo esserci comportate (o comportarci) come mostri, non lo facciamo per sport o perché un mattino ci svegliamo e decidiamo di dar di matto, ma perché abbiamo un disagio e chi non lo comprende sai che può fare? Pedalare! Lontano!
Non dobbiamo sentirci colpevoli, semmai è chi ci ha ferito a doversi sentire tale, ma se aspettiamo loro, fidati, non accadrà mai.
Il tuo compagno, logicamente, non è un santo e capisco anche quello, a volte è frustrante dover vivere accanto a qualcuno che ha questo tipo di problemi, ma se davvero ti ama e ci tiene a te capirà che darti addosso è solo peggio. Per quanto però ci stiano vicini, il passo dobbiamo farlo noi.
Se tu vuoi aiuto devi prendertelo. Contatta uno psicologo, prova a fare una terapia (anche se in passato magari hai già tentato), cerca le tue risposte perché hai il diritto di averle.
Niente e nessuno potrà cancellare il nostro passato doloroso, ma possiamo sicuramente partire da quei nodi, sciogliendoli piano piano, per costruire un futuro un po' più sereno.
Il suicidio non è la soluzione. Per come la vedo io sarebbe ancora una volta darla vinta a quella gente.
Tu non stai fingendo. Siamo in tanti a stare male, ogni giorno, in tutto il mondo.
Stai male e devi prendere atto di questa tua realtà, chiedere aiuto ed ottenerlo! Tramite un medico, uno psicologo, un centro che si occupa di queste cose. Le soluzioni ci sono. Piccole, ma ci sono.
E non sempre potrai contare sul supporto degli altri, compagno incluso. Spesso dovrai scegliere tu ciò che è meglio per te e che senti che possa giovare alla tua situazione, senza aspettare il consenso altrui.
Eri una donna forte e quella donna forte non se n'è mai andata, fidati di me. E' ancora lì che aspetta che tu le dia il giusto spazio. Adesso quel momento è arrivato. Fallo con i tuoi tempi, ma fallo.
E, soprattutto, smettila di scusarti, perché loro con noi non l'hanno mai fatto.

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Messaggio  Frammento Mer Giu 21, 2017 10:57 am

Sì, mi sono scusata per come ero mentre stavo male, l'ho fatto più e più volte, perché ha avuto ripercussioni su più persone e non era giusto.
Ho tentato di cercare aiuto nella mia città, ma non è così facile.
Non posso permettermi un terapeuta privato, qua la prima volta mi avevano presa in carico, ma dopo due visite scaricate perché non troppo grave e per non troppo grave intendo che non avevo disturbi borderline o di altro tipo, ma ero "solo" in depressione. Solo su insistenza della mia dottoressa, sono stata nuovamente ripresa in carico, ma la terapeuta di sicuro non era quella che faceva per me.
In passato, quando ho potuto permettermelo, sono stata seguita da una psicologa privata ed aveva funzionato, ma ora non ci sono i soldi. Il mio compagno lavora a provvigioni e mantiene entrambi. E, come sopra, qui se non sei un caso grave i tempi sono lunghissimi, sempre che ti calcolino. In sostanza, ora che la struttura si degni di decidere se prendermi in carico o meno, io posso anche crepare ed è per questo che, disperata, stanotte ho cercato un posto dove scrivere. Non voglio assolutamente tornare a stare come l'anno scorso, ma sento che se non faccio qualcosa, ci ritornerò e non sarò nemmeno più in grado di rialzarmi di nuovo, perché non ne troverò le motivazioni.

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Messaggio  Ospite Mer Giu 21, 2017 11:05 am

Hai provato con il consultorio? Lì dovrebbe essere gratuito e comunque chiedere non guasta, magari possono indirizzarti da qualche parte! O provare su internet a cercare altro. Ora non so bene come funzioni da te, ma qualcosa ci dovrà pur essere, non è che uno debba davvero aspettare di crepare... anche se so bene che se non hai disturbi gravi ti fanno quasi sentire un peso...

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Messaggio  Frammento Mer Giu 21, 2017 11:11 am

Lo stesso vale per il consultorio qua da noi, non cambia nulla: prima che ti prendano in carico ci sono tempi lunghi e la mia dottoressa di base l'ha confermato.
Avevo trovato un volantino di un gruppo di auto mutuo aiuto, ma non hanno mai nemmeno risposto ai miei messaggi, quindi può anche essere che non esista nemmeno più.

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