Qualcosa non va

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Messaggio  annaghiaccio Lun Ott 10, 2016 9:34 pm

Buonasera a tutti,

ho diciannove anni, ho iniziato l'università da circa un mesetto e mi sono trasferita nella città in cui ha sede.

Mi sento parecchio sola...probabilmente è normale, lo immagino, però sentivo il bisogno di dirlo a qualcuno, per questo motivo scrivo qua. Non ne ho parlato con la mia migliore amica perchè ultimamente è stressata per motivi suoi quindi non voglio assillarla ulteriormente; nè con i miei genitori perchè con mio padre non parlo molto anche se ci vado abbastanza d'accordo, mentre se lo dicessi a mia madre si trasferirebbe con me o starebbe in pensiero più di quanto fa di solito.

Ho spesso nostalgia di casa, dell'estate, della mia vita al liceo...cose normali (non so perchè continuo a ripetermelo, forse per autoconvincermi..).

Mi sento sotto stress senza motivo, non riesco a rilassarmi...ci riuscivo fumando, ma non so bene perchè ho deciso di smettere e una mattina ho buttato le sigarette.

Ho preso una cotta per un ragazzo che frequentavo quest'estate...mi manca veramente tanto e mi fa sentire triste il fatto che sia già impegnato (era impegnato anche prima che iniziassimo a frequentarci, ma è una storia complicata che tralascerei).

Mi sento S O L A...e non riesco a credere che faccia così male, sento come se nessuno tenesse a me...il fatto di trovarmi ora in una città molto più grande rispetto al paesino dal quale vengo mi da proprio una sensazione fisica orribile, come se da qualunque parte io mi giri vedessi il nulla, nessun amico, nessun parente, nessuno su cui contare, solo me...e qui l'asse scricchiola...spesso mi sono chiesta: "io conto su di me? o quanto conto su di me?".

Io da sola non mi basto. Mi è difficile ammetterlo perchè sono una parecchio orgogliosa anche se non lo faccio notare granchè...ma è vero.
Comincio a capire di aver bisogno di amore nella mia vita, di riceverlo si, ma anche di donarlo...sento come se la mia vita sia in qualche modo vuota, arida, povera... Dico "comincio" perchè fino al liceo, stando a casa, nel mio piccolo paese con la mia compagnia di sempre, davo per scontato che queste cose ci sarebbero sempre state e così non ho dato loro importanza...rimanevo distante, riservata, non mostravo mai i miei sentimenti, cercavo di non "legarmi", credevo di non aver bisogno di nessuno.

Forse mi sono dilungata troppo...avevo (ho) bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarmi in qualche modo...sono un po'...no senza "un po'", sono triste. E (cosa che non capisco bene) ho paura di essere triste.


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Messaggio  canterel II Mar Ott 11, 2016 11:13 pm

direi che i cambiamenti recenti nella tua vita, l'università, il trasferimento in una grande città, possono avere plausibilmente determinato lo stress, l'inquietudine e il senso di solitudine che descrivi. ricordo bene di essermi sentito come te alla tua età e nella tua condizione, e anche in seguito. vorrei dirti di non farti spaventare dalle percezioni anche forti e un po' disorientanti che il cambiamento porta con sé, soprattutto un primo grande cambiamento come la vita lontano dalla casa famigliare. e di non sentirti neanche in imbarazzo: se hai qualche amico di cui ti fidi, puoi anche provare a condividere i tuoi stati d'animo, parlandone serenamente.
forse una chiave è proprio questa: si tratta di percezioni che non vanno minimizzate ma che non necessariamente devono essere presentate agli altri come un assillo, come qualcosa di allarmante o di contagioso, di fastidioso.
ad esempio forse potresti telefonare più spesso a tua madre e dirle molto semplicemente che senti la sua mancanza. se gliene parli con tatto e affettuosamente, non è detto che la spaventi e che lei pensi di doversi precipitare da te. magari anzi le fa piacere.
per distendere i nervi e diluire l'emotività è utile raccontare il vissuto quotidiano a qualcuno che ha voglia di ascoltarci perché semplicemente ci vuole bene ed è contento di sentire la nostra voce. gli episodi anche banali della settimana trascorsa, la pianificazione dei nostri atti e le nostre aspettative.
se non parli a nessuno della tua quotidianità, probabilmente la città nuova e grande in cui vivi appare più disorientante, o almeno così era per me.
se riesci a stare senza sigarette, tanto meglio. ma due chiacchiere con la mamma e con la mia amica proverei a farle, se fossi in te.
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Messaggio  annaghiaccio Mer Ott 12, 2016 2:37 pm

Grazie per i consigli, probabilmente hai ragione, dovrei parlarne...ma non ho mai parlato di me con mia mamma o comunque non ho mai avuto un dialogo che riguardasse ciò che provo, senti che se lo facessi scoppierei a piangere a telefono o di fronte a lei e non riuscirei a parlare e a spiegarmi. Piangere è normale forse, il punto è che fin da piccola ogni volta che piangevo lo facevo di nascosto perché ho sempre avuto la percezione che lei si arrabbiasse o che la trovasse una cosa inutile e da deboli...
Una cosa "positiva" che ho riscontrato vivendo da sola è proprio questa "libertà" di piangere, e purtroppo piango ogni giorno per ore, per qualsiasi ragione piccola o grande che sia, come se piangessi per tutte le volte in cui ho trattenuto le lacrime fino a quel momento. E non so cosa fare. Non so come posso non essere triste. Non so se continuare a piangere e lasciar sfogo a tutto ciò che sento (per quanto male faccia) o continuare a fare ciò che ho sempre fatto ossia reprimere tutto, ingoiare il rospo, non darci importanza, convincermi che piangere non serva a nulla..

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Messaggio  merla Mer Ott 12, 2016 5:19 pm

Guarda, reprimere non serve mai a niente, salvo a tenersi dentro tutto, a rischio che poi salti fuori nel modo e nel momento sbagliato; a volte anche ad ammalarsi.

Potresti provare a parlare con tua mamma e sfogarti, se te la senti; dipende un po', se non hai troppo paura di sostenere una sua possibile reazione, magari di preoccupazione (o magari anche di giudizio, non lo so).
Oppure se non ti senti tanto solida, potresti cercarti un qualche centro di ascolto (se sei andata a vivere in una città ci saranno dei servizi, o magari presso l'università è attivato un qualche servizio di supporto psicologico).

Sicuramente un trasferimento può essere duro e doloroso, e magari avere anche smesso di fumare (che è un bene) ha aumentato un po' il tuo carico di stress.
Però piangere tutti i giorni per ore è davvero faticoso e pesante, e senza per forza doverlo rendere un sintomo, non c'è ragione per obbligarti a sopportarlo da sola.

merla

PS: Nessuno si basta da solo, stai tranquilla. Smile
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