è solo questione di tempo...

non so chi di voi ,come me soffre di una depressione cronica di media gravità da molti anni,perchè secondo me un conto è avere un episodio depressivo anche forte ma limitato ad alcune settimane,e poi si riprende la vita e ci si dimentica della brutta esperienza,un conto è averci a che fare tutti i giorni,seppur alternando settimane discrete a settimane con sintomi piuttosto pronunciati...
io vivo costantemente così ormai da anni e penso che fino alla fine sarà così...gia a 15-20 anni mi capitava spesso di essere triste e svogliato senza motivo...ma ora è tutto chiaro direi...sono biologicamente predisposto alla depressione e la mia fragilità e sensibilità fanno da ciliegina sulla torta.
ho 41 anni e vorrei andare a vivere da solo,ma il solo pensiero mi mette sconforto,angoscia e pensieri ricorrenti di morte...vorrei cambiar lavoro ma non ho la grinta e l'energia necessaria...sono sempre stanco...vorrei mettermi in gioco con una ragazza ma il solo pensiero di destabilizza e mi fa aumentare i sintomi depressivi mi manca l'entusiasmo e la gioia di vivere e tutto è come se fosse filtrato da un telo grigio... stare troppo solo mi abbatte,stare troppo in compagnia mi angoscia perchè vedere gli altri pieni di energia e vitalità mi fa sentire più malato e inferiore...
venerdi andrò a roma con alcuni amici a vedere gli internazionali di tennis e vi viene male a pensarci,mentre i miei amici sono carichi e felici...tutte situazioni che mi fanno sentire umiliato e inferiore...il problema grosso è che non mi manca niente e dovrei essere felicissimo...invece mi sento sprofondare sotto terra...è solo questione di tempo,perchè se tutto sommato adesso vivacchio decentemente,seppur con i limiti sopra citati(che non è roba da poco)..quando succederà qualcosa di grave come un lutto o la perdita del lavoro,rischio seriamente di sprofondare all'inferno e di beccarmi la depressione maggiore,e non oso immaginare le conseguenze...LA VERITà è CHE HO PAURA DI QUESTO,e non so se avrò la forza di superare i momenti di sofferenza ,che si sommeranno con la sofferenza già esistente a causa di questa malattia...
solo dio può aiutarmi....

Caro Lorenzo, capisco bene le sensazioni che stai provando, ed è difficile trovare insieme una soluzione. È giusto - ed anche ammirevole - che tu pensi ad andare a vivere da solo, a trovare una ragazza, a uscire e gioire con gli amici, perché sono tutte cose che farebbero di te una persona che guarisce, che si allontana sempre più dalla sua malattia per avvicinarsi alla normalità. Tuttavia sono convinto di una cosa, che potresti anche non condividere e non apprezzare : nella vita se non riesci a fare qualcosa perché l'azione è bloccata da una condizione esistenziale invalidante, e agire ti fa stare tanto male perché non ti riesce spontaneo né ti viene dal cuore, allora perché dovresti muoverti e fare forza a te stesso? Non puoi essere il persecutore di te stesso, e costringerti a fare cose che ti rendono ansioso, ti danno pensieri di morte e ti allontanano da chi ti vuole bene (mi riferisco al fatto di andare a vivere da solo, che è l'aspetto che più mi ha colpito, e tocca anche a me nel profondo). Anche la presenza degli altri nella propria vita deve essere una condizione che ci dà gioia naturalmente e spontaneamente, e se vedere “la massa” che si diverte e ride in allegria ti fa stare male, che cosa aspetti ad allontanarla? Andare con i tuoi amici a Roma invece potrebbe essere una buona cosa, perché gli AMICI veri non ti giudicano, neanche se tieni il muso per tutto il tempo. Ti servirebbe un po' per distrarti – fare un viaggetto è sempre qualcosa che in misura minima aiuta noi depressi: non a guarire, ma a sperimentare brevi istanti di leggerezza dovuti al fatto che siamo lontani dai problemi, e in un certo senso stiamo scappando da una realtà che quotidianamente ci ferisce. Anche io mi sono forzato letteralmente a fare un viaggio con un mio amico, mi sono riempito di tranquillanti  (non ti dico come stavo in aereo) e non ho parlato per una settimana con nessuno se non con lui. È stato lui che mi ha fatto da guida, che mi ha portato e trascinato a vedere i posti di interesse. Sono consapevole che la mia condizione non è cambiata dopo la vacanza, perché da queste patologie non si guarisce facilmente, ma credimi, il viaggio fa sempre stare un pochino meglio – se lo fai con qualcuno che ti vuole bene e non ti giudica. Però per non essere contraddittorio rispetto a sopra ti consiglio, se proprio non te la senti di andare, di rimanere a casa, facendo attenzione però che non ti vengano ripensamenti. Spero di aver dato un contributo quanto meno comprensibile al tuo punto di vista. Buona giornata

(Ti sono vicino)

(Ti lascio un forte incoraggiamento)

Posso capire come 'staccare' e andare con gli amici in questo viaggio possa creare in te una grandissima ansia.

Tieni duro.

Andare, secondo me, è la scelta giusta.

E anche se ti stancherai, tornando a casa sarai felice di essere andato.

(Forza!)

Ti capisco , so cosa provi e tutte le sensazioni di disagio e stanchezza perenne e di paura di buttarsi..
Però se guardi c'è qualcosa che dovresti vedere come positivo... I tuoi amici hanno organizzato e ti hanno invitato, ciò significa che, paranoie tue a parte, a loro farebbe piacere la tua compagnia e non pensano quello che pensi tu altrimenti se ti considerassero inferiore o fastidioso non ti avrebbero voluto con loro, no? Quindi vai e cerca di pensare a questo quando sopraggiungono le crisi..
Il lavoro è difficile da cambiare, soprattutto se vorresti lanciarti in qualcosa di nuovo ma incerto nella durata, mentre quello attuale è magari più brutto o non è quello sognato ma è stabile (dico di contratto e a livello economico), io ad esempio non posso farlo perchè se andasse male, vivo da sola, finchè non trovo altro come campo? Le spese cosa faccio torno indietro dai miei a piangere soldi perchè ho voluto provare? No.. ma il tuo lavoro è stabile? se non lo è tanto vale provare altro mal che va almeno hai provato qualcosa che ti ispirava, poi ho letto che non vivi da solo quindi potresti tentare non rimarresti col "culo" scoperto, giusto?
Spero che le ansie non ti annebbino del tutto le possibilità e le cose buone che hai, perchè se ci pensi bene si trovano :-)
Auguri, un abbraccio

Vi ringrazio per le risposte e la pazienza dimostrata...vorrei anche precisare che quello che mi preoccupa do più é il senso di apatia e mancanza di entusiasmo in generale...perché è piuttosto difficile da gestire...voi a livello di apatia come siete messi e come la affrontate?

L'apatia è una costante quando non c'è il culmine della tristezza, non la gestisco e mi pesa parecchio purtroppo ...

Io accetto il fatto di essere spesso apatico.

Ho un'idea di quello che voglio fare, cerco di manovrare le cose in modo che
(nei limiti del possibile e di quello che mi va e di quello che ritengo giusto),
vadano nella direzione in cui credo sia quella che mi piace di più,
e tengo duro, vado avanti ora dopo ora giorno dopo giorno anno dopo anno, inesorabile,
come il tempo come lo scorrere degli eventi così sono io,
volente o nolente, so che gettando la spugna non migliorerebbe niente,
comunque se cado sto a terra quanto mi serve per riprendermi e poi mi rialzo,
cerco di capire cosa potrebbe stimolarmi, cosa mi potrebbe interessare, e cerco di fare in modo che si realizzi,
se non va, pazienza vado avanti,
non pretendo niente da questa vita,
cerco di fare quello che mi pare da fare, che risponda canoni di utilità, a bisogno di senso, a gusti estetici, non lo so, formalizzandolo, astraendolo lo si limiterebbe.

Sono apatico e vivo lo stesso.

Il concetto dietro la parola "nonostante" è uno dei miei favoriti. Dà un potere incredibile.

Ad esempio, nonostante non abbia niente da ridere, rido.

Nonostante io conosca tizio, non lo saluto. Nonostante io non conosca caio, lo saluto.

Nonostante sempronio sia un fannullone, un viziato, un maleducato ecc... mi sta simpatico, nonostante quell'altro sia un grande non mi fa piacere frequentarlo.

Nonostante l'apatia si vive.

new new...
come sempre ,tu sei una roccia,quelli come te hanno una forza d'animo incredibile...i miei più sinceri complimenti

grazie

perche pensi , non oso pensare a quello che potrebbe accadermi se ci fosse un lutto o la perdita del lavoro , dato che ora non hai questi problemi non devi fasciarti la testa prima di rompertela , allora io dovrei dire .. oh mamma e se mi viene una malattia ?
gia abbiamo abbastanza di cose che bollono in pentola , se poi ci mettiamo anche le cose che ci potrebbero capitare se .... non ce la caviamo piu '

Grazie Petra...hai ragione..però io ho questa fissa della morte e non me la levo mai di dosso...che stupido che sono...meno male che ho il tennis che mi da un po' di sollievo...tu invece che mi dici di bello?