Non vedo la luce alla fine del tunnel

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Messaggio  simonfire Dom Mag 29, 2016 5:56 pm

Ciao a tutti, sono un ragazzo di 22 anni e da circa un anno e mezzo sono caduto in un buco nero da cui non riesco ad uscire. Tutto è iniziato maggio scorso con una serie di disturbi psicosomatici fortemente disabilitanti (tachicardia, forti mal di gambe, tremori, sudorazione eccessiva, grave stanchezza e sonnolenza). Ho iniziato a fare una serie di visite mediche ed esami ravvicinati, perchè sono MOLTO ipocondriaco quindi trovavo corrispondenze tra il mio stato e una serie di malattie, che di volta in volta ero SICURO di avere (SLA, sclerosi multipla, sindrome da stanchezza cronica, tumori vari).
Intanto ho iniziato a sviluppare un senso di impotenza e sfiducia in me stesso. Il futuro mi appariva sempre più nero, quando addirittura non ero convinto di morire in poco tempo. Nonostante i miei genitori e la mia ragazza mi fossero vicini non mi sentivo capito. Il lavoro era un'impresa.
Più gli esami medici davano risultati negativi, più ero spaventato di avere qualcosa di ancora più grave e mi sentivo "sbagliato" (cos'ho che non va che nessun medico riesce a capire?), a volte avrei preferito essere malato per essere compreso e avere un supporto affettivo più sincero da parte di medici e conoscenti. Spesso avevo crisi di pianto (erano tantissimi anni che non piangevo).
Sono arrivato al punto di non riuscire a muovermi in casa stessa, sentendomi stanco morto e a luglio dopo 3 giorni al mare con la mia fidanzata sono dovuto tornare a casa, perchè non riuscivo a muovermi dall'hotel alla spiaggia. Concentrarmi era diventato difficile e paura e disperazione erano le uniche emozioni che riuscivo a provare.
A fine luglio ho visto per la prima volta uno psichiatra, che mi ha diagnosticato depressione con sintomi psicosomatici e grazie ai farmaci i sintomi fisici si sono un po' alleviati, ma non sono mai passati del tutto e l'umore non si è mai risollevato. Finalmente riuscivo a non dovermi sdraiare dopo aver percorso 20 metri, ma gli sforzi fisici anche più banali mi costano ancora il doppio della fatica (con tanto di sudorazione raddoppiata agli sforzi), non mi sento mai riposato e al mattino alzarmi è una vera impresa (mi sveglio alle 11:00 e mi sento stanco e stordito come se mi fossi svegliato alle 4:00 di notte). Non vedo nulla di entusiasmante anche se provo a fare cose divertenti. Non ho mai voglia di uscire.
Ho cambiato diversi antidepressivi e stabilizzanti per l'umore e ho cambiato anche lo psichiatra. Sono in psicoterapia da 9 mesi, ma mi sento sempre più un fallito e un peso. Il futuro per me non esiste più, prima ero ossessionato dal crearmi un futuro ora mi interessa solo la settimana corrente. Le persone intorno a me iniziano a stufarsi e a volte mi trattano male o cercano inutilmente di spronarmi, non credono possibile una depressione che dura da più di un anno.
Intanto nonostante tutti i soldi sprecati in visite inutili, la mia ipocondria continua a farmi credere di essere malato (adesso penso di avere un linfoma per colpa di un linfonodo ingrossato da diverso tempo) e l' ansia mi accompagna costantemente. Il senso di stanchezza mi terrorizza (alcuni giorni va un po' meglio, ma solo alcune volte). Gli obiettivi della vita, che prima mi davano la forza di andare avanti, come andare a convivere con la mia ragazza ora non mi sembrano valere la pena. Niente sembra valere la pena di questo stare male. Per fortuna non ho mai avuto pensieri suicidi, perchè la morte mi spaventa terribilmente, anche se spesso desidero non essere mai nato. Qualcuno è passato da questo calvario così lungo e continuo? Di cosa soffro, di distimia? (perchè la depressione con la terapia farmacologica dovrebbe passare). Tra poco devo riprendere a lavorare dopo diversi mesi a casa e non credo di potercela fare, oltre che psicologicamente anche e soprattutto fisicamente (sono operaio).
Vorrei sentire qualche esperienza che possa farmi pensare che esiste una fine dell'incubo.

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Messaggio  Madama_Butterfly Lun Mag 30, 2016 5:15 pm

"Ricorda la luce e credi nella luce".
E' una frase che mi ossessiona, sin da quando la lessi la prima volta.
Comunque. Ciao, e benvenuto.
Chiedi di sentire qualche esperienza che possa farti pensare che esista una fine dell'incubo.
Io sono certa che, almeno per alcune persone, una fine dell'incubo esista.
Ma non so quante ne troverai su questo forum, di esperienze del genere.
Non sono iscritta da molto, ma l'idea che mi sono fatta è che tendenzialmente ci sono molte persone, che, come te, si stanno chiedendo se esista una fine dell'incubo, e, ognuno a proprio modo, stanno cercando la maniera di svegliarsi. Quelli che ne sono già fuori non avrebbero alcun motivo di stare qui. Quello che ti voglio dire è che, anche se non so chi ti risponderà dopo di me, e anche se potrei sbagliare, non scoraggiarti se non sentirai di molte esperienze che possano darti fede nelle cose, in quanto è nella natura di questo luogo non averne, o sentire di non poterne avere, molta.
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Messaggio  richarson Lun Mag 30, 2016 10:16 pm

Simonfire scusa ma come fai a sentirti fallito a 22 anni? Cosa ti manca sinceramente?

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Messaggio  Lost_in_a_moment Lun Mag 30, 2016 11:42 pm

richarson ha scritto:Simonfire scusa ma come fai a sentirti fallito a 22 anni? Cosa ti manca sinceramente?

io lo capisco purtroppo, anche se sembra effettivamente assurdo definirsi falliti già da così giovani, quando la vita è a malapena iniziata ed ancora tutte le possibilità sono aperte...
Ma lo comprendo perchè io mi sento un fallimento da quando avevo 16-17 anni, manco maggiorenne, figuriamoci!
e non è una barzelletta ma la sensazione di fallimento è reale e fa star male , solo che è un fallimento ovviamente diverso rispetto a quello di un adulto..
Ci si sente falliti rispetto a quel che circonda la nostra vita, famiglia ecc.. Il fallimento si avverte per esempio nel sentirsi inadeguati o inferiori ai coetanei perfetti, alla scuola, o magari non si raggiungono le aspettative imposte dai genitori... ecco queste cose a me facevano sentire fallita per la mia età e per quel che potevo ma non riuscivo a fare... ma anche se il fallimento è diverso il dolore non è meno forte da affrontare...

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Messaggio  simonfire Mar Mag 31, 2016 1:07 am

Richarson ora ti spiego:
a me non manca nulla, se non fosse che non ho mai trovato un senso alla vita, non mi piace il mondo moderno, odio la societá, sono negato nel socializzare e ho una visione negativa e pessimistica del genere umano e di ogni forma di aggregazione...e questo da molto prima che potessi definirmi depresso. Diciamo che le mie esperienze di vita (per quanto non particolarmente traumatiche) e la mia sensibilitá mi hanno fatto sviluppare questo modo di pensare con cui convivo ormai da 5/6 anni almeno. E devo dire che avevo anche imparato a conviverci abbastanza bene, non sono mai stato la felicitá in persona ne l' "anima della festa" e ho sempre preferito stare a casa che uscire, però per quanto il mio umore fosse tendente al triste, non ero depresso...avevo degli interessi che mi piacevano e soprattutto degli obiettivi che mi davano la forza di andare avanti.
Poi, improvvisamente un anno fa (senza particolari cause scatenanti) è iniziato il calvario che ho raccontato: prima i sintomi fisici, poi la depressione insieme ai sintomo fisici. È un doppio impedimento, perchè quelle poche volte che trovo il coraggio psicologico per cercare di mettermi in gioco e fare qualcosa di buono, il mio corpo me lo impedisce (mi ricorda che al minimo sforzo sono stanco morto, che se mi muovo un po di piu avrò i crampi e gli strappi alle gambe per una settimana e che faccio il doppio della fatica delle altre persone)...e allora il coraggio svanisce e la mia autostima va sempre più giù. Per questo mi sento un fallito, perchè anche quando ci provo non riesco e perchè credo che combattere sia contro il corpo che contro la testa sia impossibile. Ho pensato per tanto tempo di essere malato fisicamente, ma tutti i dottori che ho visto non hanno trovato nulla e mi hanno detto che è tutto collegato alla sfera psicologica. Penso ancora di essere malato fisicamente, ma lo psichiatra dice che sono ipocondriaco, tuttavia anche quelle volte in cui mi convinco di non avere nessuna malattia fisica non va molto meglio.
Madame_butterfly hai ragione ho fatto una domanda stupida: in realtà volevo sapere esperienze simili alla mia, per sapere quantomeno di non essere l'unico anormale.


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Messaggio  richarson Mar Mag 31, 2016 10:28 am

Simonfire, un po' mi rivedo in te quando ero adolescente. Dai 15 anni fino ai 19 io ho attraversato mio periodo medioevale. Vedevo tutto grigio. Non ho ricordi piacevoli ed ero pieno di fissazioni. Mi ricordo che a 17 anni mi fissai di avere un tumore osseo. La convinzione era talmente forte che provavo un dolore indicibile alle tibie delle gambe tanto da dover rimanere seduto. Le radiografie ed altri esami scongiurarono qualsiasi malattia, ma questa fissazione mi rimase a lungo. Poi mi venne la fissa della calvizia. Avevo miliardi di capelli eppure mi fissai di rimanere calvo a breve. Ho perso un po' di capelli solo dopo i 50 anni e non me ne frega nulla. Mi fissai addirittura sulle misure del pene! Siccome in meno di due anni alzai quasi trenta centimetri, fino a circa 1,90 credevo che il pene dovesse crescere proporzionalmente. Dai miei calcoli matematici mi fissai che tenuto conto della mia altezza, avrei dovuto avere un pene lungo almeno 24 centimetri, mentre il mio era leggermente abbondante, ma rispetto ai miei amici alti 1,70 non era certo 10 centimetri di più. Mi fissai a tal punto da ritenere che fossi inadatto ad avere un rapporto sessuale con donne alte più di 1,80!
Alle superiori ero strano. Ero scorbutico e scostante, asociale. La mia mole ed i miei modi incutevano timore agli altri compagni che pertanto mi schivavano. Tra l'altro m'incazzavo subito e quando s'incavola uno di 1,90 fa un po' di paura. A scuola non avevo amici e nemmeno a casa.
La mia svolta si chiamò servizio di leva. Togliermi un anno dall'ovatta che mi ero costruito e mettermi in mezzo alla mandria con una convivenza forzata, fu il mio toccasana. Condividere con altri momenti tristi ed altri gioiosi, conoscere il piacere delle "canne", mi cambiò radicalmente. Tornai a casa completamente diverso, un altra persona. Inizia a divertirmi davvero. Smisi gli studi universitari e trovai un lavoro che faceva proprio per me. Non era una catena di montaggio ma avevo del lavoro da fare che iniziava alle 8,00 e terminava la sera alle 18,00. Nessuno strascico. Il lavoro era quello e non lasciava altre preoccupazioni. La sera uscivo dal lavoro e mi davo alla pazza gioia con nuovi amici e tante ragazze. Ero diventato un leader del gruppo.
Simonfire a te occorre una scossa forte per cambiare. Cambia posto, città, cerca di vivere perché la gioventù arriva una volta sola.

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Messaggio  Pavely II Mar Mag 31, 2016 10:57 am

Simonfire,

io penso che tu capisca perfettamente di stare male.

Io penso che tu sappia di non avere una malattia conclamata e affermo questo perché tu stesso ci dici di aver fatto esami accurati con persone competenti. (Mai dare diagnosi on line...).

Io sento e vedo una grandissima ansia. E una grandissima tensione corporea. E la mia idea è sempre quella: l'ansia nasce dall'odio. L'odio, davvero, genera ansia nelle persone.

Tento di spiegarmi: immagina una stanza.
Immagina due sedie.
Immagina che su una di queste sedie sieda una persona che ti odia e che tu conosca, perfettamente, i suoi sentimenti.
Immagina che questa persona non parli, non dica niente.
Tu devi entrare.
Devi sederti con lui.
E non devi fare nulla.
Solo guardare questa persona, avere consapevolezza del suo odio profondo, analizzare cosa provi.

Stare in un luogo con una persona che ci odia, tu capisci, genera ansia.

Così, noi.
Se odiamo qualcuno, proviamo ansia.
Ad esempio: io odio due persone in particolare.
Se mi fermo a ragionare di questo mio odio, mi accorgo che mi manca il respiro. E' come se mi preparassi a fare loro del male: un comportamento che non agirò mai.
Ecco: se odi qualcuno, davvero, gli vuoi fare del male. Gli vuoi spaccare i denti, ad esempio. Lo vuoi veder piangere. Il cervello lo sa e si p r e p a r a per farlo ma qualcosa, chiamalo il Bene, lo ferma. Il Bene dice al cervello: "No... ehi... fermati! Stop! Non t'azzardare...".
Quando il cervello blocca una reazione spontanea immette nel corpo moltissime sostanze per fermarti e per agire.
Cioè: agisce in contraddizione...

Provi odio e quindi il tuo corpo genera, ad esempio, adrenalina.
Il cervello si accorge dell'adrenalina che ti circola dentro, intuisce che stai per fare qualcosa, quindi ti blocca.
Ti ferma.
Ti immobilizza.
E genera moltissime sostanze capaci di farti desistere da fare del male a qualcuno...

Il corpo è prigioniero di una gabbia chimica.

§

Capire perché e chi odiamo ci aiuta a gestire questo lavoro del cervello.

Io ho iniziato a stare meglio, credo, proprio quando sono riuscito a capire le ragioni delle mie emozioni.

Appena ho capito chi odiavo, ho imparato a v e d e r e l'origine del mio dolore interiore. Ho capito come io mi sia fermato nel mio odio. Come lo negassi. COme mi facesse stare male.

Vederlo, mi ha permesso di studiarlo.

E' importante infatti studiare le nostre emozioni negative - rabbia, odio, tristezza, dolore, amarezza, paura, terrore - e capire come agiscano.

Ecco: io sono convinto che tu odi qualcuno. Ma non sei capace di capire chi. Anzi: sono assolutamente convinto come tu sia assolutamente convinto di non provare alcun odio.

Sei come 'cieco' a questo tuo sentimento negativo.

§

Tutto questo è ciò che sento.
E a livello emozionale.

A livello razionale, capisco come tu possa stare male...

E ti mando tanta, tantissima solidarietà.

Tieni duro.

E' importante.

Pavely II

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Messaggio  mazzonrocky Mar Mag 31, 2016 11:17 am

Un suggerimento molto superbanalissimo: poniti piccolissimi obbiettivi, qualsiasi. Se ti stanchi a camminare 20 metri, comincia con 15 metri e poniti l'obbiettivo di arrivare a 25 entro Giovedi prossimo, o il prossimo mese...
Il punto è quello di interrompere ogni tanto le elucubrazioni mentali, dare un pò di aria alla mente che lavora come una trivella, sempre attenta a trovare le cose che non vanno e non riuscendo a vedere alcuna cosa positiva. Credo che essere operaio non sia particolarmente stimolante. D'altra parte anche avere un lavoro che richiede iniziativa a volte è una fregatura, perchè l'iniziativa in certe condizioni di abbattimento (che conosco bene) proprio non si fa vedere. Il vantaggio è però che quando non lavori, puoi fare altro, la mente può (se sta bene) lavorare su altri progetti, altri interessi. Ne hai, ne hai avuti?

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Messaggio  simonfire Mer Giu 01, 2016 2:30 am

Mazzonroxcky: interessi in passato ne ho avuti anche se pian piano negli anni si sono sempre ridotti...da quando è iniziato il calvario poi non sono più riuscito a provare soddisfazione e felicitá per niente. Ora gli unici interessi che ho sono seguire serie tv e guardare le partite di calcio, forse proprio perchè sono cose che costringono la mente a concentrarsi su altro e non pensare sempre al fatto che sto malissimo.
Quello che so è che sembra che la mia testa abbia deciso di autodistruggermi...la tendenza dei medici è di considerare la depressione come un problema esclusivamente mentale, ma si dimenticano che è la mente a comandare tutte le funzioni dell'organismo. Il nostro corpo è una macchina perfetta ma anche delicata, se si crea un danno al motore nulla funziona più come prima. E a me sta succedendo proprio questo...sento che tutte le funzioni del corpo sono anormali: di sera soffro di insonnia, di giorno dormirei dodici ore di fila, la sudorazione è eccessiva, il caldo è insopportabile (ho sempre caldo a meno che non stia in un luogo freddo), mi sento debole, senza forze, sono subito stanco, la soglia del dolore è dimunita in modo incredibile e anche la risposta alle infiammazioni (esempio: ho tanti tatuaggi e non mi ha mai fatto male farli anzi in un certo senso mi piaceva la sensazione di dolore mentre da quando sto così non riesco più a sopportare il dolore e anche la guarigione è molto più lunga e dolorosa tanto che ho smesso di farne), mi compaiono strappi muscolari alle gambe che durano molti giorni e mi limitano ancora di più di quanto giá la stanchezza non faccia. Quando riferisco questi sintomi al mio psichiatra o alla psicologa mi sembra che li prendamo molto alla leggera come se fosse un problema secondario alla depressione e di poco conto mentre per me sono il problema principale perchè sono loro ad impedirmi una vita normale. La mancanza di piacere e di emozioni positive posso anche affrontarla a testa alta, combatterla con quel poco di energia psicologica che mi resta sforzandomi di uscire controvoglia, fare sport, vedere amici ecc come mi viene sempre consigliato, ma quando il tuo corpo ti blocca letteralmente cosa si può fare se non arrendersi all' evidenza che non si può avere una vita come quella degli altri? La speranza comunque non la perdo, ritrovare un equilibrio psicofisico è possibile...il problema è come

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Messaggio  richarson Mer Giu 01, 2016 8:53 pm

Assumi psicofarmaci?

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Messaggio  kisene Mar Giu 28, 2016 9:09 am

Ciao! Stavo cercando dei consigli su come affrantare il post depressione ma poi ho letto il tuo post e ho deciso di iscrivermi proprio per dare un messaggio di speranza: dalla depressione si può uscire con successo e da quel cumulo di macerie nasce del buono, si può diventare delle persone migliori. Alcune delle cose che hai scritto le pensavo anch'io... ero convinta come te che non avrei mai visto la luce in fondo al tunnel, lo ripetevo spesso alla psicologa, ero convinta che sarei rimasta così per sempre: andavo sempre peggiorando, avevo allontanavo tutti, anch'io mi sentivo fisicamente a terra al punto da non alzarmi più dal letto, non ero più in grado di concentrarmi fosse anche solo per leggere una riga di giornale...mi stavo lasciando andare. E la cosa peggiore è che dall'esterno questa cosa non viene capita, viene interpretata come una mancanza di volontà, o come una debolezza, o come brutto carattere. La verità è che la depressione è una patologia e va curata, non solo coi farmaci però. I farmaci tengono a bada i sintomi e ti consentono di riabilitarti in società ma è la psicoterapia che ti permette di cambiare e di uscire dal tunnel. Se con l'aiuto di un bravo psicologo riesci a capire quali sono gli schemi comportamentali sbagliati e a correggerli, non solo uscirai dalla depressione e rinascerai come persona (e ti assicuro che è possibile uscirne), ma ridurrai il rischio di ricadute perchè correggendo gli errori avrai più successo nella vita e ti sentirai gratificato. Porsi degli obbiettivi anche minimi per me è stato fondamentale, perchè poi una volta che quel piccolo obbiettivo lo raggiungi sei incentivato ad andare avanti, ma è anche stato merito di chi standomi accanto, una volta compresa la vera natura del problema mi ha aiutata ad affrontarlo... non sarei qui a scrivere oggi se non fosse per loro, perciò non avere vergogna o paura di chiedere aiuto. Ognuno di noi arriva al limite di sopportazione per motivi diversi, ma capire quei motivi remoti è fondamentale per capire chi siamo e perchè ci comportiamo in un determinato modo, altrimenti non potremmo poi agire di conseguenza. Ecco perchè secondo me i farmaci non bastano, però attenzione che pure quelli sono importanti: segui alla lettera la terapia mi raccomando! Se il farmaco ti da problemi parlane con lo psichiatra e trovate insieme un'alternativa, fare di testa propria è pericoloso! Se ti può interessare, ti lascio il titolo di un libro di autoaiuto che la psicologa mi ha consigliato e che ho trovato molto concreto perchè ti pone delle situazioni tipo commentate direttamente dagli psicoterapeuti: "Reinventa la tua vita" di J.E.Young e J.S.Klosko. Spero di essere in qualche modo riuscita a trasmetterti un pò di fiducia nel futuro, in bocca al lupo!

kisene

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