Il contatto con la Natura.
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Il contatto con la Natura.
Le passeggiate.
Le escursione nei boschi.
I momenti in cui si cammina sulla spiaggia. (Chi può).
I giardini comunali, i grandi parchi naturali. Ieri, riflettevo su questo: di quanto io abbia bisogno di un contatto con la Natura.
Nel primo novecento, per combattere la depressione, si consigliava ai malati di camminare nelle grandi riserve o li si faceva raggiungere le cliniche del tempo, immerse nel verde, con grandi parchi.
Alle volte, penso al naturismo. A cosa possa provare una persona depressa nello spogliarsi e nell'entrare a contatto con la Natura selvaggia (e questo, certo, da intendersi in piena sicurezza e difesa del pudore).
Ricordo di aver letto, da qualche parte, come il contatto del sole con la pelle sia essenziale nel combattere la depressione: come sia, davvero, necessario, almeno un'ora al giorno, uscire per strada e permettere alla luce del sole di illuminarci il viso e le mani (e, penso, può bastare così poco... un gesto così semplice, per fare così tanto...).
Oggi penso che mi è difficile uscire.
Mi è difficile - in questo periodo (ed è la ragione per cui sono tornato a scrivere qui) - uscire per strada: è come se il sole stesso, la luminosità, mi faccia paura.
Ho sempre il desiderio grandissimo di proteggermi, di coprirmi, di indossare un paio di occhiali da sole e la ragione, la mia ragione, mi dice che no, non dovrei farlo... che dovrei "darmi" al sole, che dovrei "darmi" alla Natura, che dovrei accettare il sole e ciò che esso può donare al mio corpo.
Pure: mi fermo.
E so cosa sia che mi ferma: la depressione.
Forse, quella difficoltà di immaginare il futuro che mi ferma.
§
Devo reagire.
Ma oggi, specialmente, oggi è difficile e voglio scriverlo qui.
(E non so perché).
Le escursione nei boschi.
I momenti in cui si cammina sulla spiaggia. (Chi può).
I giardini comunali, i grandi parchi naturali. Ieri, riflettevo su questo: di quanto io abbia bisogno di un contatto con la Natura.
Nel primo novecento, per combattere la depressione, si consigliava ai malati di camminare nelle grandi riserve o li si faceva raggiungere le cliniche del tempo, immerse nel verde, con grandi parchi.
Alle volte, penso al naturismo. A cosa possa provare una persona depressa nello spogliarsi e nell'entrare a contatto con la Natura selvaggia (e questo, certo, da intendersi in piena sicurezza e difesa del pudore).
Ricordo di aver letto, da qualche parte, come il contatto del sole con la pelle sia essenziale nel combattere la depressione: come sia, davvero, necessario, almeno un'ora al giorno, uscire per strada e permettere alla luce del sole di illuminarci il viso e le mani (e, penso, può bastare così poco... un gesto così semplice, per fare così tanto...).
Oggi penso che mi è difficile uscire.
Mi è difficile - in questo periodo (ed è la ragione per cui sono tornato a scrivere qui) - uscire per strada: è come se il sole stesso, la luminosità, mi faccia paura.
Ho sempre il desiderio grandissimo di proteggermi, di coprirmi, di indossare un paio di occhiali da sole e la ragione, la mia ragione, mi dice che no, non dovrei farlo... che dovrei "darmi" al sole, che dovrei "darmi" alla Natura, che dovrei accettare il sole e ciò che esso può donare al mio corpo.
Pure: mi fermo.
E so cosa sia che mi ferma: la depressione.
Forse, quella difficoltà di immaginare il futuro che mi ferma.
§
Devo reagire.
Ma oggi, specialmente, oggi è difficile e voglio scriverlo qui.
(E non so perché).
Pavely II- Numero di messaggi : 171
Data d'iscrizione : 15.12.15
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