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Messaggio  newnew Ven Ott 09, 2015 1:22 am

troppo lavoro

viaggi nel traffico in automobile causa lavoro

mi hanno ributtato giù

basta davvero poco

faccio fatica ad andare a dormire la sera anche se ho sonno

non ho energia ne voglia di frequentare corsi iniziati

disprezzo generale per l'umanità

disprezzo per la società

disprezzo per la mia condizione

è una vita del ca**o

spero che mi licenzino

che fallisca l'azienda

che fallisca tutto

sono stufo

ma non vedo l'alternativa

non la vedo non la immagino non la concepisco

mi sento un bollito un fulminato

dovrei immaginare un modo diverso, una alternativa

invece vedo solo una via solo una direzione

continuare o accasciarsi per poi dover pure fare la fatica di rialzarsi ed essere di nuovo al punto di prima

non mi piace la mia vita

ne voglio una diversa

ma non riesco a immaginarne una migliore e fattibile

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Messaggio  alfredo Ven Ott 09, 2015 8:28 pm

ciao nuovo nuovo
In conclusione vivi una delusione globale del tuo modo di vivere che poi estendi alla condizione dell'umanità intera.
Le cose concrete a cui accenni sono :

La fatica a sopportare il lavoro e i corsi che devi frequentare .

Poi naturalmente ci saranno altre cose che avranno contribuito a disattivare le capacità di reagire alle difficoltà .

Puoi "tagliare" qualche cosa , o rivedere certe convinzioni , visto che la situazione è abbastanza pesante ?

Alfredo

alfredo

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Messaggio  newnew Sab Ott 10, 2015 3:03 am

i corsi li ho appena iniziati, quelli sono la reazione al problema, non la causa dello stesso. servono a farmi allontanare dal pc e a espormi a nuove conoscenze e a nuovi stimoli e ispirazioni. se la soluzione non è nella mia testa (non la concepisco), forse non devo più tanto ragionare (elaboare su quello che conosco già), ma esplorare, cercare al di fuori valori, idee, prospettive, possibilità.

convinzioni. non ho particolarmente tante di convinzioni. io sono sempre pronto a mettere tutto in discussione.

credo che ci siano diversi livelli di coscienza di se, della propria condizione, della condizione umana e unversale.

chi è completamente ignorante, si lascia plasmare e usare dagli altri, e da un certo punto di vista gli va bene così. ogni tanto si lamenterà ma anche il lamentarsi è fatto tanto per fare. è integrato, non ha bisogno di altro, non è capace di altro, non ha altre potenzialità se non quella, sta bene.

c'è chi ha una coscienza tale da essere in grado di comprendere le dinamiche in cui è immerso. qua sono io.

mi vedo circondato da esseri umani dotati di scarsa capacità e volontà di leggere il mondo che li circonda, di rendersi conto delle cose, di fare delle analisi critiche, di prendere decisioni giuste.

sono circondato da bestie da soma. anche io lo sono ma io ne sono cosciente.

tutti alla ricerca di validazioni esterne. tutti impegnati a sfamare il proprio ego.

vorrei vivere in un mondo dove nessuno possiede niente, se non la propria vita e la propria volontà, la propria capacità di decidere e agire.

invece vivo in un mondo che mi urla ogni momento in faccia che se non mi conformo, se non faccio il pagliaccio, se non faccio lo schiavo, non varrò mai niente per nessuno, sarò emarginato e sarò considerato meno di un cane, mentre se mi conformo, se prendo la macchina nuova, e che sia una macchina di pseudo-lusso, se vado a vivere per conto mio, e che sia un appartamento carino, se compro vestiti nuovi, belli, costosi, se compro l'orologio da 400€, insomma se sperpero tutto quello che ho nel tentativo di apparire benestante, allora forse avrò qualche contentino, forse potrò associarmi a una persona (uomo/donna desessualizziamo pure il discorso per quel che conta) che ha subito un simile lavaggio del cervello, forse potrò interloquire con altre persone di argomenti frivoli di cui non mi frega una cippa, come calcio, partiti, l'ultimo modello di auto con il volante riscaldato in pelle e il sedile che ti massaggia le chiappette, del televisore 65 pollici curvo su cui appicicare gli iridi, ecc... ecc...

mi si propone di ammazzarmi di fatica, di fare cose stupide, di nauseare e frustrare il mio intelletto in cambio... di una vita ancora più di *erda, ma in cui potrei sentirmi "realizzato" o forse meglio dire conforme e integrato.

l'alternativa è finire emarginato.

l'altra alternativa non sono ancora abbastanza cosciente, illuminato o intelligente per vederla, per immaginarla, o forse la devo scoprire la fuori, esplorando contesti nuovi, o forse non esite.

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Messaggio  alfredo Sab Ott 10, 2015 5:05 pm

ciao
" mi vedo circondato da esseri umani dotati di scarsa capacità e volontà di leggere il mondo che li circonda, di rendersi conto delle cose, di fare delle analisi critiche, di prendere decisioni giuste.

sono circondato da bestie da soma. anche io lo sono ma io ne sono cosciente."

E allora ? che differenza c'è tra te e loro ? La consapevolezza .  Questa incide sul benessere?  penso di no . Il fine non è quello di stare bene ? . A cosa serve la consapevolezza , se non modifica in positivo lo stato di benessere .

Cosa importa  a te  se quelle persone sono cosi e fanno cosi !  

" invece vivo in un mondo che mi urla ogni momento in faccia che se non mi conformo, se non faccio il pagliaccio, se non faccio lo schiavo, non varrò mai niente per nessuno, sarò emarginato e sarò considerato meno di un cane, mentre se mi conformo, se prendo la macchina nuova, e che sia una macchina di pseudo-lusso, se vado a vivere per conto mio, e che sia un appartamento carino, se compro vestiti nuovi, belli, costosi, se compro l'orologio da 400€, insomma se sperpero tutto quello che ho nel tentativo di apparire benestante, allora forse avrò qualche contentino, forse potrò associarmi a una persona (uomo/donna desessualizziamo pure il discorso per quel che conta) che ha subito un simile lavaggio del cervello, forse potrò interloquire con altre persone di argomenti frivoli di cui non mi frega una cippa, come calcio, partiti, l'ultimo modello di auto con il volante riscaldato in pelle e il sedile che ti massaggia le chiappette, del televisore 65 pollici curvo su cui appicicare gli iridi, ecc... ecc..."

Secondo me qui generalizzi un pò
Come fai a sostenere  che tutte le persone appartengano al genere che hai descritto , che tutte siano frivole , dedite a prodotti di lusso e a parlare solo di quelli . Come puoi dimostrarlo ?
Non penso che si debba accettare il conformismo più sfrenato per poter essere considerati e far parte di una rete sociale .
In ogni caso pur essendo in parte vere le cose da te descritte , c'è anche la nostra instabilità , i nostri cambiamenti di umore che creano le difficoltà  a mettersi in sintonia con gli altri e che a volte si decide di rinunciare a uscire con una compagnia per passare una serata insieme a causa dello stato umorale troppo diverso da quello degli altri .
Alfredo


Ultima modifica di alfredo il Mer Ott 14, 2015 8:25 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio  newnew Mar Ott 13, 2015 1:21 am

No no non ti seguo mi dispiace, troppe volte ho creduto di essere io in errore quando era il mondo a esserlo.

E' vero comunque che come sarebbe stupido che io odiassi i pesci perché non cinguettano, così come sarebbe stupido che io odiassi le scimmie perché fanno casino (così, per dire), è altrettanto stupido che io odi gli esseri umani per quello che fanno. In fondo sono delle scimmie spelacchiate, con capacità di linguaggio, di astrazione e di utilizzo dell'ambiente circostante fuori dal comune, per degli animali.

Sto meglio della settimana scorsa. La dormita di sabato mattina mi ha aiutato parecchio.

Venerdi sera e sabato pomeriggio/sera sono stato preso da degli impegni, ma sono soddisfatto di essere riuscito a rispettare il proposito di routine da domenica pomeriggio ad ora, spero di riuscire a completare la settimana tenendo il passo. Anche se sto facendo un po' tardi e ora è meglio se me ne vado a dormire.

Ho anche deciso di prendere il largo dagli unici amici che mi sono rimasti, ho ripreso a frequentarli da gennaio circa,
avevo iniziato a frequentare una ragazza,
avevo approfittato dell'occasione per distanziarmi da un'amica da cui inizialmente avrei voluto qualcosa in più, ma che poi mi ha fatto passare la voglia,
quindi ho riagganciato il vecchio gruppo di amici "standard", quelli della scuola senza passioni in comune,
poi una decina di giorni e la ragazza mi ha stufato, insomma non eravamo fatti uno per l'altra, quindi non l'ho più sentita, lei nemmeno s'è fatta sentire, comunque ho continuato a frequentare gli amici.

Con questi mi sono annullato per un po' di mesi, fino a settembre quando, con la ripresa della vita cittadina, ho avuto modo di riprendere un paio di contesti ... extra... extra-casa-lavoro-loro, per fare esperienze e vedere cose e persone diverse, cosa che mi fa sentire più vivo.

Ora è tempo di lasciarli di nuovo indietro e di riprendere a esplorare il mondo e a fare esperienze per conto mio.

Mi piacerebbe avere dei "soci", dei compagni di avventura, mi piacerebbe e mi sarebbe utilissimo, ma loro sono irremovibili... non alzano le chiappette.... Ho provato a coinvolgerli ma niente, non riesco a portarmene via nemmeno uno, se ne stanno tra di loro e ogni mia proposta è solo un'occasione per ridere e fare i ca**oni, per poi tornare a giocare allo stesso gioco a cui giocano da 15 anni. Io sono quello strano per loro.

Passerò a trovarli ogni tano. Anche loro sono un vizio per me, sono una facile fonte di gratificazione, perché mi danno un senso di appartenza, di solidarietà, cameratismo (nel senso che sono dei burloni rompiscatole), fraternità, però sono anche delle persone, è opportuno che io mantenga qualche contatto, una relazione di amicizia seppure meno coinvolta.

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Messaggio  bluepassion Mar Ott 13, 2015 9:49 pm

Ciao, ho letto i tuoi messaggi e ho deciso di rispondere.
Io sono un ragazzo che ancora non ha finito il liceo, e con una vita tutto sommato piacevole.
Credo di trovarmi paradossalmente in una situazione simile alla tua.
Spesso prima di addormentarmi mi sento triste, e la cosa più buffa è che durante la giornata sento il bisogno che arrivi presto la sera per provare la mia tristezza, per sfogarmi provando un'emozione. Come se inconsciamente desiderassi di essere triste.
Ci ho riflettuto parecchio nel tempo giungendo alla conclusione che se il mondo è questo, un minimo bisogna adattarsi.
La cosa migliore da fare, come tu hai già capito, è cercare, perchè non siamo gli unici a sentire questa consapevolezza della nostra superficialità, e del mondo che non sembra costruito per noi.
Cercare nuove persone, informazioni, luoghi, ispirazioni, abilità, qualcosa che ti appassioni e ti apra la mente.
Io ad esempio mi sto trovando bene leggendo di filosofia e psicologia, e costruendomi una rete di amicizie molto selettiva che mi permetta di essere sempre me stesso.
Perchè vivere tanto per vivere, perdendo interesse in ogni azione che si fa, istaura un circolo vizioso nel quale la tristezza genera altra tristezza.

Una delle cose che mi dà più fastidio è il fatto che non se ne possa parlare con nessuno. Sono argomenti particolari, e spesso si passa per gli strani della situazione.
Come se fossero tabù, argomenti da evitare, e questo ci isola ancora di più dal vivere normalmente.
Fortunatamente siamo cosi tanti che prima o poi, una persona che ti capisce, e sa quello che provi, la troverai.

Non posso fare altro che augurarti buona ricerca.

bluepassion

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Messaggio  alfredo Mer Ott 14, 2015 9:23 pm

Ciao Nuovo

" No no non ti seguo mi dispiace, troppe volte ho creduto di essere io in errore quando era il mondo a esserlo."

Hai ragione , a non seguirmi , il mondo è molto complicato , anche noi lo siamo , lo sono i rapporti tra le persone , lo sono i codici di comportamento che se non rispettati si viene emarginati , lo sono i bisogni che se non sono soddisfatti creano frustrazioni , le modalità per conoscersi che hanno bisogno di ritualità altrimenti non si entra in contatto con nessuno , ecc. senza contare i soprusi , le ingiustizie , perfidie ...ecc.

L'ambiente creato dall'uomo è un caos totale , per districarsi servono molte abilità , spesso non si riesce a impararle tutte , per avere in cambio ciò che ci occorre , che in definitiva sono : ricevimento di stimoli , affetto , stabilità economica , sessualità .
Se non si imparano le tecniche per soddisfare questi bisogni emergono le frustrazioni che si trasformano quando peggiorano in disagi percepiti o manifesti .

Purtroppo la società occidentale è strutturata cosi : individualismo nella jungla urbana .
Diversamente e forse più facile era la vita nelle tribù primitive , che erano strutturate in modo diverso dove ogni componente della piccola comunità imparava e si atteneva ai codici di comportamento trasmessi , viveva in funzione del bene degli altri che poi come ricompensa ritornava anche a lui .

Tornando a fatti più concreti , dici :
" quindi ho riagganciato il vecchio gruppo di amici "standard", quelli della scuola senza passioni in comune, .......per poi tornare a giocare allo stesso gioco a cui giocano da 15 anni. Io sono quello strano per loro."

"Passerò a trovarli ogni tano. Anche loro sono un vizio per me, sono una facile fonte di gratificazione, perché mi danno un senso di appartenza, di solidarietà, cameratismo (nel senso che sono dei burloni rompiscatole), fraternità, però sono anche delle persone, è opportuno che io mantenga qualche contatto, una relazione di amicizia seppure meno coinvolta."

Tante volte me lo chiedo anch'io : quanto costa questo adattamento!?





alfredo

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Messaggio  newnew Gio Ott 15, 2015 12:31 am

alfredo ha scritto:
Tornando a fatti più concreti , dici :
" quindi ho riagganciato il vecchio gruppo di amici "standard", quelli della scuola senza passioni in comune, .......per poi tornare a giocare allo stesso gioco a cui giocano da 15 anni. Io sono quello strano per loro."

"Passerò a trovarli ogni tano. Anche loro sono un vizio per me, sono una facile fonte di gratificazione, perché mi danno un senso di appartenza, di solidarietà, cameratismo (nel senso che sono dei burloni rompiscatole), fraternità, però sono anche delle persone, è opportuno che io mantenga qualche contatto, una relazione di amicizia seppure meno coinvolta."

Tante volte me lo chiedo anch'io : quanto costa questo adattamento!?

Stasera una struttura universitaria offriva la partecipazione gratuita e aperta a tutti a una lezione di prova di un corso che sta iniziando. Ci sono andato (da solo).
Anche se non sono un principiante, sono andato alla lezione principianti e le mie speranze sulla tipologia dei partecipanti sono state soddisfatte.
E' possibile che non si iscreveranno nel numero in cui speravo.
Al corso dopo (intermedi/avanzati, comunque troppo avanti per me) le persone presenti non mi attraevano un granché, questo potrebbe suggerirmi che comunque le persone interessanti che si iscriveranno, probabilmente presto passeranno ad altro. Oppure questa congettura potrebbe essere totalmente sbagliate, gli eventi si sviluppano a seguito di tutta una serie di variabili che cambiano di volta in volta, ad esempio già solo la mia presenza dal principio è una delle mille variabili che potrebbe cambiare il corso degli eventi.

Comunque sono contento di quello che è stato stasera.

La concomitanza di diverse scelte e di diverse esperienze mi ha permesso di essere li stasera, grazie ad alcune cose e nonostante altre. Anche il caso è vero me lo ha permesso, la fortuna, forse soprattutto quella.

Il mio modo di presentarmi alle persone è diverso rispetto a un anno fa, come un anno fa lo era rispetto a due anni fa, come due anni fa era diverso rispetto a cinque anni fa, ecc... quindi... il futuro non è scritto...

Qualche giorno fa invece ho passato la serata a farmi buttare a terra da una ragazza, e viceversa, a un corso di arti marziali, cosa che mi è totalmente nuova.

Ci sono diverse altre esperienze che sono contento di aver vissuto, negli anni.

Se la prima ragazza di cui mi sono innamorato, o una delle successive, mi avessero accettato, e saremmo stati insieme per sempre felici e contenti...
oppure se avessi deciso di stare con una di quelle due che mi aveva accettato, anche se non stavo bene con loro,...
oppure se ... se fossi stato bene, se la mia vita mi fosse piaciuta...
quante esperienze mi sarei perso?
si è vero, ne avrei fatte altre, forse, però saremmo nel campo delle ipotesi...
però queste, che ho avuto, nei fatti, queste il cui ricordo accarezzo ora e mi fa sentire felice, pure nell'insoddisfazione generale, pure nella solitudine, comunque, questi bei ricordi non li avrei.

A volte mi viene il dubbio che forse sono stato fortunato a non aver avuto quello che ho desiderato tanto, forse sono stato fortunato a essere infelice, forse la felicità non è tutto nella vita, la serenità non è tutto, l'amore non è tutto, la realizzazione non è tutto, niente è tutto...

Non ho capito bene il senso della tua domanda.
I miei amici "adatti" pagano il prezzo di passare giorno dopo giorno a fare sempre le stesse cose, e se per un attimo misuriamo la vita in "eventi" invece che in tempo, allora loro stanno vivendo un po' meno. Però magari loro stanno bene così.
Io se sto troppo fermo dove sono sto male e mi sento morto dentro, sono costretto a rivolgere lo sguardo altrove, a cercare altrove, l'idea di permanere in questa situazione mi avvilisce troppo.

Qualche settimana fa mi avvilivo pensando che sono a passare il tempo nella stessa identica stanza dove lo passavo tanti tanti anni fa... quando alle medie magari non avevo voglia di studiare e davanti ai libri iniziavo a fantasticare... ora invece dei libri c'è il computer ma se volto lo sguardo c'è ancora quella scrivania ed ero solo un metro più in la...

Ora però mi posso ravvedere del pensiero avvilente aggiungendo che, anche se sono tornato allo stesso punto, comunque di cose ne ho fatte, viste, imparate e vissute nel frattempo.

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Messaggio  alfredo Mer Ott 21, 2015 12:16 am

ciao
" Non ho capito bene il senso della tua domanda."
Ho riletto meglio quello che hai scritto e ora mi è più chiaro .

alfredo

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