Grazie Stef...

...io mi ritengo uscita dalla depressione per quanto si possa uscirne...però sai a volte non mi capisco...non capisco ad esempio perchè quando esco con gli amici non riesco a mangiare e solo a pensarci ho la fobia e l'angoscia...non mi capisco...mentre magari se esco coi miei mangio a più non posso...come la mia grande paura del buio, della notte...dello star sola nel mio letto...provo unita alla depressione anche un po' di ansia in questi stati, grazie per il tuo consiglio, credo prenderò seriamente in considerazione l'idea di farmi aiutare, anche se mi ritengo forte come carattere...però ho molta fragilità data anche dall'età stessa. E pensare che sono una futura assistente sociale...un lavoro scelto proprio con l'obiettivo di aiutare chi ha provato cio' che ho provato e a volte provo io. Ma si sa tutti nella vita passano momenti bui anche gli psichiatri o comunque coloro che aiutano le persone a star meglio psicologicamente...Beh Grazie comunque Stef...

Ciao piccola,

leggendo i tuoi post, non ho capito se tu sei riuscita a uscire dalla depressione da sola e con l'aiuto di persone non specializzate, o se in passato ti eri rivolta a un qualche specialista.
E, avendo letto nelle righe che hai scritto un paio di righe che stonano un po', mi permetto di risponderti, e di darti un consiglio.

La depressione non ha niente a che vedere con la forza di carattere, e la scelta di farsi aiutare da uno specialista ancora meno.
Purtroppo chi ha problemi psichici, spesso incorre in questa svista, forse a causa di preconcetti purtroppo ancora comuni nell'opinione della gente, ma in realtà si tratta semplicemente di una malattia, e ricorrere a un medico o a uno psicologo in presenza di un disagio non ha niente a che vedere con la forza di carattere.
Se ti prendi una bronchite vai dal medico, no? Ecco la stessa cosa vale per la depressione, o i problemi con il cibo, l'ansia etc. etc.

Quindi, soprattutto perchè sei giovane, e certe cose prima si affrontano meglio è, sia in termini di possibilità di guarigione completa e definitiva, sia perchè quando una persona si sta formando da una parte è realmente più fragile, ma dall'altra ha molte più risorse fisiche e psichiche per venirne fuori, condivido il consiglio di Stef. Prendi un appuntamento al CIM o in un'altra struttura, almeno per parlarne con qualcuno veramente competente. C'è anche la possibilità che il medico che incontrerai, ritenga che tu abbia le risorse per venirne fuori da sola e non ti proponga niente né in termini di farmaci, né in termini di psicoterapia (anni fa, la mia prima visita psichiatrica si concluse appunto in questo modo, anche se poi in seguito a delle ricadute dovetti tornarci). E in ogni caso non sei obbligata a seguire nessuna terapia se non vuoi.

Però prova....non dovresti avere neanche 20 anni, e se dietro certe fragilità, si cela un problema più profondo, melgio risolverlo ora, no?

CIao e in bocca al lupo

merla

Certe paure, insicurezze, sono frequenti a tutti,e non determinano necessariamente una patologia.
Ritengo che certe sensazioni qualche volta invece servano come difesa ad insidie ancora inconsapevoli.

Se pensi di avere dei problemi e te ne convinci questi prenderanno vita.
Sarebbe meglio convincersi che la vita è bella, che uscire con gli amici è divertente anche senza appetito e che i problemi esistono per essere risolti.
Prima d'entrare in terapia con qualcuno, rifletti bene se le cose che provi possono essere risolte usando la tua mente e non quella di unaltra persona.
La creatività, la promozione dell'intenzione, la meditazione, l'immaginazione, queste facoltà incomincia a promuovere e sviluppare per risolvere il problema attuale e quelli che si susseguiranno nel corso della vita.

Buone cose

Un quesito che spesso mi sono posto è da cosa dipendono certe mie sensazioni e certi miei comprtamenti.
Io da sempre ho avuto dei monenti con vari tipi di umore.
Periodi di curiosità e desiderio di conoscenza scientifica, di psicanalisi, di fisica delle particelle, di fantascienza... di approfondire ogni aspetto del mondo e delle persone.
Ho avuto (ed ho) periodi di bisogno di vedermi con amici, di andare al cinema con loro o di giocare a carte con mia madre, mia sorella e un infermiere che è diventato un amico.
Ho avuto periodi di ansia (che brutta sensazione), di depressione, di euforia. E' brutto anche il lato pratico di non poter fare niente, nemmeno le cose più elementari.
Nei periodi di euforia ho fatto anche scherzi di cattivo gusto (e che mi hanno fatto perdere realzioni anche importanti o mi hanno sputtanato senza neanche poter spiegare il perché - pensano sempre che sia colpa tua e non di una malattia).
Allora mi chiedo: è il mio carattere ad essere così, o la depressione è solo una conseguenza?
Ho avuto sempre una depressione seppur in pectore? Ed è questa che mi ha sempre condizionato?
Oggi ho disturbi del sonno, dell'alimentazione e altri problemi che mi affliggono: sono i farmaci, la depressione o la mia pigrizia congenita?
Io credo che se non si riesce a dipanare certi tipi di quesiti bisogna comunque cercare di provvedere.
La cura, se non passa da sola la depressione, è necessaria; ma anche l'aspetto umano perché non siamo dei robot. Infine ci deve essere una consapevolezza che la malattia è solo una malattia, cioè che noi saremmo migliori senza di essa e cioè saremmo noi stessi.
Il ché è il massimo.
Evidentemente sul tuo cammino occorreva provare, vivere, essere in questa realtà. Certamente il tuo approccio verso il prossimo sarà diverso.
E nessuno te lo toglierà.
In bocca al lupo asistente sociale.