quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
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canterel II
lorenzobg75
corolla
7 partecipanti
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quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
Mi sono accorta che le notizie di tg e giornali (in particolar modo quelle sulle guerre e sull'economia) influenzano particolarmente il mio cattivo umore. Intendo dire che mi preoccupano particolarmente e mi mettono molta ansia, penso più di quanto sia normale. In vacanza non le seguivo molto e mi sentivo decisamente meglio, adesso che non ho ancora ripreso a lavorare ma sono tornata a casa e a una vita "normale,ho ripreso a leggere i giornali e ad ascoltare i tg e mi sento spesso molto giù. Talvolta mi ripropongo di smettere almeno per un po' di tenermi informata ma non ci riesco. A voi capita?
corolla- Numero di messaggi : 114
Data d'iscrizione : 08.06.13
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
ho cancellato una frase del precedente messaggio perché ho pensato che potesse essere fraintesa e innescare discussioni politiche fuori luogo su forum.
corolla- Numero di messaggi : 114
Data d'iscrizione : 08.06.13
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
ma lascia perdere va....io sono amico di alcuni attivisti e ti garantisco che è tutto finto...la crisi economica è indotta,l'unione europea una truffa(basta andare a leggere i trattati infami tipo lisbona,m.e.s. ecc...) l'immigrazione clandestina programmata,il clima impazzito un effetto della guerra ambientale in atto,tutti i governi sono maggiordomi e prendono ordini da istituzioni non elette a che fanno interessi di banche d'affari,finanza,multinazionali,massonerie ecc... i vaccini sono veleno,gli ogm un crimine assoluto,non parliamo poi dell'11 settembre e conflitti vari...quindi prendi una mazza da baseball e falla a pezzi la tv...piuttosto non vedere nulla che ci guadagni 2 volte!.buona notte
lorenzobg75- Numero di messaggi : 287
Data d'iscrizione : 12.06.14
Località : bergamo
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
quand'anche fosse come tu dici non vedo perché dovrei essere meno preoccupata.
corolla- Numero di messaggi : 114
Data d'iscrizione : 08.06.13
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
ciao corolla,
credo si possa convenire che tira una brutta aria e che i discorsi della macroeconomia e della geopolitica oggi offrono pochi motivi di ottimismo. l'ansia del pubblico di fronte alle notizie e/o previsioni catastrofiche (sempre più spesso notizia e previsione risultano inestricabili) è oggetto di studio nell'ambito della psicologia e della prevenzione.
ciò su cui vorrei soffermarmi è proprio la sinergia tra problemi complessi e i modi della divulgazione e della percezione disseminata nel pubblico riguardo tali problemi. per come vedo io le cose, i modi di comunicazione dei problemi sono parte integrante dei problemi stessi, stante che gli attori della comunicazione non sono marziani ma parti integrate nei sistemi politici ed economici in crisi.
quando discriminare tutti gli elementi di una crisi è operazione lunga e difficile, lo scopo di chi assume il ruolo di comunicatore è di semplificare e aggirare tale operazione in tutte le maniere, per poter assolvere il compito, fidelizzare l'audience di riferimento o costruirne una. per semplificare la percezione dei problemi, si finisce per ricorrere a modelli di comunicazione che fanno perno sull'emotività e alimentano l'ansia. l'ossessione per la previsione è ansiogena di per sé. i cittadini sono incoraggiati a partecipare in modo isterico alla costruzione dei significati degli eventi, senza avere strumenti e prospettive chiare per interpretarli. le disgrazie e le aporie del presente sono collegate a oggetti lontani nel tempo (congiure nate in un passato mitico, eventi annunciati in un futuro indeterminato, etc) e nello spazio (decisori politici ed economici occulti e inafferrabili). l'isteria e la mobilità estrema del quadro di riferimento mi sembrano trasversali agli attori della comunicazione, siano essi i grandi network o gli aggregati di persone che costruiscono e socializzano le informazioni dal basso.
l'ansia è un prodotto inevitabile delle grandi crisi e delle ristrutturazioni, a tutti ne tocca una quota. l'importante per me è sapere di essere anzitutto responsabili in prima persona di gestire tale ansia, perché difficilmente chi ce l'ha trasmessa assieme al pacchetto di informazioni avrà interesse o scrupolo di fornirci mezzi per digerirla.
si può cercare di assumere buone abitudini, come quella di mettere un po' di freni al desiderio di razionalizzare e collegare tra loro dati eterogenei riferibili a campi nel quali non abbiamo ricevuto alcuna educazione. controllare se possibile l'attendibilità delle fonti. non innamorarsi delle proprie teorie e delle proprie paure, evitare proiezioni e transfert del proprio disagio personale sugli attori delle grandi narrazioni internazionali. mettere sempre in questione l'esistenza concreta degli oggetti simbolici e dei personaggi che abitano i discorsi.
restringere il campo delle proprie speculazioni a ciò di cui si ha esperienza diretta o mediata da una istruzione relativamente solida (non per forza scolastica). interfacciarsi alle comunità in cui si producono i discorsi cercando conferme e riferimenti in chi manifesta la disponibilità a discutere e non a fare proclami.
ricordare che non c'è niente di sbagliato nell'essere ignoranti e nel non capire, e che storicamente non si è mai data un'epoca in cui l'individuo fosse obbligato a percepire simultaneamente, a collegare tra di loro e a risolvere con un'intuizione o una singola teoria i problemi del globo terrestre.
certamente guardare meno televisione, ma anche leggere meno giornali, ma anche assorbire meno stimoli dai social network, perché la nostra struttura cognitiva non è fatta per spalancarsi ad ogni richiamo e assorbire ogni cosa.
coltivare un po' di più le relazioni faccia a faccia.
credo si possa convenire che tira una brutta aria e che i discorsi della macroeconomia e della geopolitica oggi offrono pochi motivi di ottimismo. l'ansia del pubblico di fronte alle notizie e/o previsioni catastrofiche (sempre più spesso notizia e previsione risultano inestricabili) è oggetto di studio nell'ambito della psicologia e della prevenzione.
ciò su cui vorrei soffermarmi è proprio la sinergia tra problemi complessi e i modi della divulgazione e della percezione disseminata nel pubblico riguardo tali problemi. per come vedo io le cose, i modi di comunicazione dei problemi sono parte integrante dei problemi stessi, stante che gli attori della comunicazione non sono marziani ma parti integrate nei sistemi politici ed economici in crisi.
quando discriminare tutti gli elementi di una crisi è operazione lunga e difficile, lo scopo di chi assume il ruolo di comunicatore è di semplificare e aggirare tale operazione in tutte le maniere, per poter assolvere il compito, fidelizzare l'audience di riferimento o costruirne una. per semplificare la percezione dei problemi, si finisce per ricorrere a modelli di comunicazione che fanno perno sull'emotività e alimentano l'ansia. l'ossessione per la previsione è ansiogena di per sé. i cittadini sono incoraggiati a partecipare in modo isterico alla costruzione dei significati degli eventi, senza avere strumenti e prospettive chiare per interpretarli. le disgrazie e le aporie del presente sono collegate a oggetti lontani nel tempo (congiure nate in un passato mitico, eventi annunciati in un futuro indeterminato, etc) e nello spazio (decisori politici ed economici occulti e inafferrabili). l'isteria e la mobilità estrema del quadro di riferimento mi sembrano trasversali agli attori della comunicazione, siano essi i grandi network o gli aggregati di persone che costruiscono e socializzano le informazioni dal basso.
l'ansia è un prodotto inevitabile delle grandi crisi e delle ristrutturazioni, a tutti ne tocca una quota. l'importante per me è sapere di essere anzitutto responsabili in prima persona di gestire tale ansia, perché difficilmente chi ce l'ha trasmessa assieme al pacchetto di informazioni avrà interesse o scrupolo di fornirci mezzi per digerirla.
si può cercare di assumere buone abitudini, come quella di mettere un po' di freni al desiderio di razionalizzare e collegare tra loro dati eterogenei riferibili a campi nel quali non abbiamo ricevuto alcuna educazione. controllare se possibile l'attendibilità delle fonti. non innamorarsi delle proprie teorie e delle proprie paure, evitare proiezioni e transfert del proprio disagio personale sugli attori delle grandi narrazioni internazionali. mettere sempre in questione l'esistenza concreta degli oggetti simbolici e dei personaggi che abitano i discorsi.
restringere il campo delle proprie speculazioni a ciò di cui si ha esperienza diretta o mediata da una istruzione relativamente solida (non per forza scolastica). interfacciarsi alle comunità in cui si producono i discorsi cercando conferme e riferimenti in chi manifesta la disponibilità a discutere e non a fare proclami.
ricordare che non c'è niente di sbagliato nell'essere ignoranti e nel non capire, e che storicamente non si è mai data un'epoca in cui l'individuo fosse obbligato a percepire simultaneamente, a collegare tra di loro e a risolvere con un'intuizione o una singola teoria i problemi del globo terrestre.
certamente guardare meno televisione, ma anche leggere meno giornali, ma anche assorbire meno stimoli dai social network, perché la nostra struttura cognitiva non è fatta per spalancarsi ad ogni richiamo e assorbire ogni cosa.
coltivare un po' di più le relazioni faccia a faccia.
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
Senza volermi esprimere sul potpourri della controinformazione (si potrà chiamarla ancora controinformazione adesso che ha sforato gli argini?), verosimile o meno che mi appaia, mi viene da pensare che una lettura del genere provochi rabbia, indignazione, in chi la sostiene piuttosto che abbattimento e mi pare una bella differenza.
A volte a farci patire sono notizie anche piccole a confronto, che non sfiorano i decisori delle umane sorti e non ribaltano intere discipline, ma che sappiamo più collegare alla nostra esistenza e alla nostra visione del presente e del futuro, compresa nei nostri limiti: un indice aggiornato della disoccupazione, un'altra azienda che chiude, minute cronache di qualcuno che ha lottato invano contro una malattia, un conflitto.
Per quanto l'informazione in Italia lasci a desiderare ad essere buoni, mi pare che i tg non siano generalmente uno spazio allegro e creino facilmente motivi di sconforto, il consiglio di coltivare rapporti faccia a faccia lo condivido.
L'illusione di capire enormi complessità la vedo come una reazione all'abbattimento, una lettura alleviante che in un certo senso si è quasi fortunati ad avere - e abbastanza impavidi a sostenere.
A volte a farci patire sono notizie anche piccole a confronto, che non sfiorano i decisori delle umane sorti e non ribaltano intere discipline, ma che sappiamo più collegare alla nostra esistenza e alla nostra visione del presente e del futuro, compresa nei nostri limiti: un indice aggiornato della disoccupazione, un'altra azienda che chiude, minute cronache di qualcuno che ha lottato invano contro una malattia, un conflitto.
Per quanto l'informazione in Italia lasci a desiderare ad essere buoni, mi pare che i tg non siano generalmente uno spazio allegro e creino facilmente motivi di sconforto, il consiglio di coltivare rapporti faccia a faccia lo condivido.
L'illusione di capire enormi complessità la vedo come una reazione all'abbattimento, una lettura alleviante che in un certo senso si è quasi fortunati ad avere - e abbastanza impavidi a sostenere.
piquemal- Numero di messaggi : 390
Data d'iscrizione : 17.02.11
Età : 43
Quanto le notizie influenzano la nostra depressione/tristezz
Tema interessantissimo su cui mi trovo spesso a tentare di capire,approfondendo singoli elementi o addirittura più argomenti insieme,cercando di abbassare i livelli di ansia e di frustrazione derivanti dal non percepire un miglioramento delle situazioni critiche nazionali e internazionali che potrebbero avere esiti decisamente negativi a livello sociale,economico ed umano.Non ci riesco.Non ho una preparazione adeguata e non siamo neanche aiutati da una stampa meno strillona e decisamente superficiale.Così come rabbia,ignoranza,pensare solo al proprio orticello ed proclami di certezze granitiche, di strani complotti,di sono" tutti uguali e cattivi" si generano ovunque sulla rete e nella società.Anch'io,da tempo ho reagito leggendo meno giornali,vedendo meno televisione,seguendo meno i social network e rivolgendomi a quelle fonti di informazioni che mi sembrano,innanzitutto, più pacate ed attente a cercare di individuare e fornire elementi di conoscenza approfonditi.Vedi,per esempio,Limes,per quanto riguarda le questioni internazionali...Per l'italia la mia ansia cresce non percependo una classe dirigente adeguata e una popolazione consapevole della complessità della situazione che stiamo vivendo.Con diversi anni di anticipo uno psicologo,di cui non ricordo il nome,scrisse un articolo sui malesseri derivanti da "una comunicazione smodata".Figuriamoci oggi cosa scriverebbe! E comunque sempre e soltanto notizie negative....come al solito,i miei complimenti ai moderatori sul modo,originale e personale,di affrontare le varie tematiche
elisabetta5656- Numero di messaggi : 295
Data d'iscrizione : 09.05.11
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
A me le notizie non fanno nè caldo nè freddo. Significa che ciò che ti fa stare male è qualcosa di esterno a te. Invece nel mio caso sono io stesso la fonte del mio malessere quindi le notizie non lo peggiorano. Anzi, lo migliorano, vedere gli altri stare peggio mi fa sentire meno diverso.
Testapazza- Numero di messaggi : 155
Data d'iscrizione : 13.09.14
Quanto le notizie influenzano la nostra dep/tristezza
Purtroppo le due cose non si escludono a vicenda.A volte si rafforzano.
elisabetta5656- Numero di messaggi : 295
Data d'iscrizione : 09.05.11
Re: quanto le notizie influenzano la vostra depressione/tristezz
lorenzobg75 ha scritto:ma lascia perdere va....io sono amico di alcuni attivisti e ti garantisco che è tutto finto...la crisi economica è indotta,l'unione europea una truffa(basta andare a leggere i trattati infami tipo lisbona,m.e.s. ecc...) l'immigrazione clandestina programmata,il clima impazzito un effetto della guerra ambientale in atto,tutti i governi sono maggiordomi e prendono ordini da istituzioni non elette a che fanno interessi di banche d'affari,finanza,multinazionali,massonerie ecc... i vaccini sono veleno,gli ogm un crimine assoluto,non parliamo poi dell'11 settembre e conflitti vari...quindi prendi una mazza da baseball e falla a pezzi la tv...piuttosto non vedere nulla che ci guadagni 2 volte!.buona notte
Anch'io seguo quanto dice Lorenzo, non sono "attiva" a riguardo, leggo molto, e non riesco ad accettare tutto questo. Ci credo in pieno e delle volte penso che sarebbe stato meglio non aver saputo....Questo amplifica il mio senso di schifo totale. Ultimamento non vado piu' a leggere o a cercare certe notizie, ormai, è già abbastanza quello che so...solo che non riesco a fare a meno di pensarci e mi sto rovinando la vita.
Chiaradb- Numero di messaggi : 33
Data d'iscrizione : 12.09.14
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