aggiornamento

ho cambiato nuovamente luogo/gruppo di lavoro. sembrava di dover finire in una fossa di leoni invece qui sono tutti gentili. è meglio di prima da tutti i punti di vista che mi vengono in mente.

sono in un posto che richiede competenze più approfondite di quelle che ho, però fin'ora me la sono cavata.

dovrei essere stressato, ansioso, preoccupato, eccitato, invece non lo sono. è una granda opportunità per me, però non mi sento per niente energico.

la mattina faccio fatica ad alzarmi, mi rigiro nel letto per circa un'ora dalla sveglia e poi devo correre. la sera fatico ad andare a letto. quando sono stanco l'inerzia mi spinge a ca**eggiare piuttosto che a fare tutto il procedimento per andare a letto (lavarmi/sbarbarmi se necessario ecc...). a pranzo oggi ho tirato certi sbadigli...

sarà che non sono più innamorato.

alla ragazza a cui scrivevo tutti i giorni, che vedevo più di una volta a settimana, non le scrivo più. ogni tanto si fa sentire lei. io rispondo sempre, ma basta non la cerco più, o quasi. ci siamo visti la settimana scorsa. forse ci rivedremo questa. se avrò voglia. se avrà voglia. mi ha ferito. mi ha stufato.

un'altra pure l'avevo sentita per un po' poi mi ha stufato. un'altra pure. bho. ma da queste due non ero coinvolto. forse a causa del coinvolgimento che avevo per la prima.

con la scusa di avere il raffreddore, me ne sono stato nel letto da solo in camera dalla notte tra venerdi e sabato, a domenica nel primo pomeriggio. poi ho acceso un po' il pc e me ne sono tornato a dormire. a parte i pasti e altre esigenze fisiologiche me ne sono stato praticamente due giorni a letto. il raffreddore ne ha giovato, mi è passato quasi del tutto.

ho pensato a qualche attività da fare nel tempo libero una volta che sul lavoro mi sentirò maggiormente in "routine". la mia regione offre delle splendide montagne su cui potrei fare un sacco di attività, e altre tante possibilità offerte dalla grande città vicino a cui vivo. ma in verità non ho voglia di fare niente. tanto sbattimento per... cosa?

non so, non credo di credere più nell'amore, mi sembra un modo ipocrita e ignorante di chiamare l'ambizione.

non me ne frega niente di viaggiare... per cosa? per vedere altre città, altro cemento, altri popoli, altre persone tutte uguali che pensano solo ad avere cose?

per visitare cosa? corsi d'acqua? sassi? alberi? bestie? solo come un cane o in mezzo a una folla di str*nzi?

in questo week-end di masturbazioni mentali una cosa nuova mi è venuta in mente: fin'ora ho avuto la fortuna di non capire assultamente niente, eppure di fare tutto sommato giusto, di non commettere grossi errori. spero che sia ancora questo il caso, spero che, seppur io non ci stia capendo niente, seppure le mie scelte si basino sul nulla o su considerazioni errate, spero di azzeccarla ancora.

però davvero non ci capisco più niente, non capisco cosa sto facendo, dove sto andando, quel'è la logica dietro alle azioni che compio dalla mattina quando tanto faticosamente mi alzo alla sera quando tanto faticosamente vado a dormire. sono un automa.

ciao mmmm,

anzitutto in *culo alla balena* per il nuovo lavoro... da cosi come racconti puo' essere una cosa che ti riesca stimolare a livello professionale.. quello e' sempre una buona cosa.. alla fine +/- 40 ore a settimane siamo dietro le scrivanie..

per il resto... mi pongo recentemene mi pongo anche io il problema: desiderare o lasciarsi desiderare.. hmmm forse un po' di tutte due... amoreggiare, flirtare.. e' un gioco bello, dove ci vuole a volte anche un pizzico di astuzia

ciao mmm, mi spiace leggere della tua situazione un po' anergica, ma del resto è anche fisiologico passare una fase di lutto per riequilibrarsi quando un desiderio si disintegra. Ogni situazione ha il suo potenziale di sviluppo, e personalmente colgo qualche risonanza importante in alcune delle cose che scrivi.
Ad esempio, nella mia vita è diventato molto produttivo il fatto di non credere nell'amore, se posso prendere a prestito la tua espressione. Infatti le forme di amore che so di poter provare e che mi infondono qualcosa di vitale prescindono largamente dalla facoltà di credere e dalla possibilità di affidarmi, e invece presuppongono piuttosto la constatazione, anche dolorosa, di aver fatto entrare nella mia mente qualche dato d'esperienza destinato a radicarsi e a comporre un pezzetto della mia identità, di cui dovrò aver cura e sarò responsabile. Persone, singoli tratti di persone, momenti, immagini: se hanno a che fare con la mia capacità di amare, significa che sono stati incorporati, devo avere la pazienza di accettarli come oggetti che risiedono in me, che mi costituiscono, e che hanno una loro destinazione evolutiva, rispetto alla mia vita, non totalmente sotto il mio controllo né strettamente inerente alla gratificazione dei miei desideri (anche se profondamente inerente alla nascita e alla forza dei miei desideri). Quindi, per riprenderti, smettendo di credere nell'amore provo a combattere il pericolo di riconoscere nell'amore un modo ipocrita e ignorante di chiamare l'ambizione, e di intossicare il sentimento con le quote di narcisismo che circolano dentro di me ma che mi sforzo di espellere altrove.

Anche assumere di non capire niente mi pare un buon modo di porre una condizione di stallo, e non solo di stallo. Un po' di socratismo, senza esagerare, fa bene.