Depressione è una vergogna?

saggie parole merla. hai portato il mio pensiero al punto.. cmq. rimane il fatto che c'e' tanta gente che ci "marcia"...

Merla quanto dici è vero e condivisibilissimo, ma ahimé non credo che il mio amico intendesse tanta profondità con le sue parole. Me lo fa pensare la parte in neretto:

Yvlis80 ha scritto:
"considera sempre, e tu lo sai meglio di me, che la depressione è più un atteggiamento mentale che una patologia vera e propria. E con questo non la sto sminuendo. Dico solo che, a mio parere, siamo sempre noi a decidere di che colore vedere il mondo :)La mente è mia e me la controllo io"

Sono d'accordo che per "guarire" ci debba essere un grande lavoro su sé stessi e la propria mente. Ma cadere in depressione non è solo un "atteggiamento". Non c'è, secondo la mia esperienza, un momento in cui si decide di cadere in depressione. Credere che la depressione sia questione di atteggiamento, è come credere che una carie dipende da come ti vesti.

Yvlis80 ha scritto: Non c'è, secondo la mia esperienza, un momento in cui si decide di cadere in depressione.

No certo, e almeno per la mie esperienza, bisogna arrivare a un certo punto prima di capire che la questione è un cambio di atteggiamento, semplicemente perché finché ci si è dentro, il nuovo atteggiamento da prendere non lo si conosce e non ne si conoscono i risultati.
Insomma, è difficile anche perché fondamentalmente è un atto di fede nel percorso che si sta facendo.

Yvlis80 ha scritto:
Sono d'accordo che per "guarire" ci debba essere un grande lavoro su sé stessi e la propria mente. Ma cadere in depressione non è solo un "atteggiamento". Non c'è, secondo la mia esperienza, un momento in cui si decide di cadere in depressione. Credere che la depressione sia questione di atteggiamento, è come credere che una carie dipende da come ti vesti.

credo anche io, e tuttavia non mi dispiace considerare che quando si parla di atteggiamento in termini psicologici si intende un processo complesso che coinvolge la parte cognitiva della mente, le emozioni e i modelli di comportamento disponibili. il gioco tra questi elementi in gran parte predispone e impronta i comportamenti. inoltre, gli atteggiamenti potrebbero essere contraddittori, perché in parte farebbero capo a valutazioni e processi consapevoli, e in parte invece sarebbero impliciti e automatici.

immagino comunque che il tuo amico si riferisse all'atteggiamento senza richiamarsi a un concetto complesso, ma piuttosto alludendo a un sinonimo di "posa", "cattiva abitudine", o qualcosa del genere.

Io lo dico se in quel frangente la persona che ho di fronte mi ispira...
D'altronde, per una che si è riscoperta lesbica a 40anni e ha dovuto fare coming-out con figli, genitori, marito e parenti, ammettere di essere stata depressa è una passeggiata!   

I condizionamenti sociali sono terribili e ci "impongono" vergogne che in realtà non esistono. Dato che notoriamente chi è depresso ha qualche rotella fuori posto, ci si vergogna di dirlo.
Come chi nasconde una disfunzione erettile è un povero sfigato, o chi ha le emorroidi dice che non sta tanto bene....
Ci sono cose che si dicono e altre che, oddio!!, bisogna tenere nascoste.

Poi vai in farmacia e, oltre alla tachipirina sono pieni di ansiolitici e antidepressivi. Vai sui viali ed è pieno di trans, vai in internet e ti vendono la pillolina blu come se fosse una caramella!!   

Per me questo è ridicolo e veramente dovremmo liberarci tutti da queste stronzate! Più le cose sono palesi è meglio è.

Embè...io sono papà arcobaleno...:-)

Più odio le ipocrisie, più ne sono schiava.

Essendoci passata, sono convinta che ribellarsi alle convenzioni sociali sia un atto di forza, e non sempre ci si riesce; ma quando lo si fa, davvero il ritorno è maggiore dello sforzo.
Intanto ti senti soddisfatta di te stessa e cresci in autostima, poi ti rendi conto che gli orrori che pensavi di scatenare sono inesistenti e magari ti ritrovi invece ad avere sostenitori in più.

Sinceramente, da quando ho rivelato la mia omosessualità, sono pochi quelli che mi han voltato le spalle e, non perchè voglio fare come la volpe con l'uva   , ma davvero ho capito che poi non me ne importava una beata cippa di loro!
Gli altri, anche quelli che credevo mi avrebbero giudicata, si sono rivelati invece molto tranquilli in proposito.

Ovviamente non vado in giro abbracciata come una cozza alla mia compagna, perchè la società italiana non è pronta a questo ancora, e non mi va di far provocazioni. Per ora mi basta che lo si sappia e che io non me ne vergogno affatto. Sono sempre io: una persona "normale" (anche se questa parola la odio), che lavora, che fa la mamma, che ama e che vuole solamente essere se stessa.
Che si vergognino quelli che vanno con le prostitute o le minorenni (circa il 50% degli italiani)! Io no!   

Anthea che si vergognino quelli che non accettano l'omosessualità! Una volta mi sono trovata ad una cena con gente di età tra i 25 e i 30, e non so come è saltato fuori l'argomento del cugino di qualcuno omosessuale. I loro commenti erano del tipo "poverino, ci è nato così" come fosse una qualche malattia strana. Ero allibita! Nemmeno a mio nonno ho sentito mai fare discorsi del genere! Ma si piuò nel 2014 essere ancora così medievali???
Scusate sono andata fuori tema. Ma in fondo non troppo, mi ricollego al discorso dell'ipocrisia. In quella situazione ad esempio avrei voluto alzarmi e dire "Ma quanto cavolo siete arretrati?!?", invece sono stata zitta nel mio angolino per non creare scompiglio. Così come ho fatto col mio amico quando ha detto che la depressione non è una patologia, e come faccio sempre per quieto vivere. Per questo mi isolo e mi chiudo in casa. L'ipocrisia mi fa schifo e fingere e ingoiare mi sempre più male. Eppure ne sono vittima, non riesco a ribellarmi. Il non creare conflitti è sempre più importante che dire la mia. E questo mi disgustare di me stessa.